15 Giugno 2024 LOTTA PER IL PARTITO, QUESTIONI TEORICHE

La lotta spietata contro il revisionismo moderno in tutte le sue forme e correnti,  saldamente basata sula teoria marxista-leninista, è fondamentale per la costituzione di un autentico Partito comunista del proletariato nel nostro paese capace di dirigere la lotta per la rivoluzione e il socialismo.

Di qui la necessità di approfondire la conoscenza di questo fenomeno, delle condizioni che permisero la sua diffusione nel movimento comunista internazionale, del suo rapporto intrinseco con l’imperialismo e la reazione mondiale per soffocare la lotta di classe rivoluzionaria della classe operaia e dei popoli oppressi.

Il revisionismo moderno non può essere compreso come una semplice deviazione dal marxismo-leninismo, una corrente ad esso ostile sorta nel suo stesso seno, come fu nel caso del vecchio revisionismo, che si sviluppò nell’epoca del capitalismo pre-monopolistico, quando la rivoluzione socialista non aveva ancora trionfato.

Per comprendere il fenomeno del revisionismo moderno (Browder, Tito, Krusciov, Togliatti, Mao, etc.), dobbiamo anzitutto osservare che esso si è originato in un momento storico in cui il proletariato era al potere in alcuni paesi e il socialismo era una realtà che avanzava, dimostrando agli occhi dei lavoratori di tutto il mondo la superiorità del sistema socialista e aggravando i problemi della borghesia.

Capitalismo e socialismo sono i due opposti di una contraddizione antagonista fondamentale. Fra questi opposti vi è stata una lotta permanente e senza quartiere; uno ha cercato di distruggere l’altro, di sostituirlo nel processo dello sviluppo storico.

La lotta fra capitalismo e socialismo divenne particolarmente acuta dopo la seconda guerra mondiale, con il distacco di una serie di paesi dell’Europa dal sistema capitalista-imperialista, a seguito della disfatta del nazifascismo, la disgregazione del mercato mondiale unico, la creazione del campo socialista e la divisione del mondo in campi opposti.

Il moderno revisionismo, quale fenomeno internazionale manifestatosi in quel periodo, ha le sue origini in due fenomeni:

  1. Sul piano esterno, l’accerchiamento capitalistico e l’enorme pressione esercitata dall’imperialismo – soprattutto dall’imperialismo degli Stati Uniti che si era rafforzato, e dal blocco anticomunista da essi egemonizzato – sul movimento comunista e operaio internazionale (sia sui Partiti che erano giunti al potere, sia su quelli che non vi erano giunti). Una situazione storica specifica, con l’intera borghesia mondiale, le sue istituzioni, agenzie, forze di riserva, etc., schierata dietro la direzione della borghesia imperialista statunitense per combattere il socialismo.
  2. Sul piano interno la formazione di una nuova classe privilegiata nell’apparato statale sovietico e la successiva liquidazione della proprietà socialista, che hanno determinato la tendenza alla conciliazione, alle concessioni, alla collaborazione e infine alla capitolazione di fronte alla pressione imperialista.

Questi fenomeni di ordine esterno e di ordine interno non vanno concepiti isolati l’uno dall’altro; sono infatti strettamente collegati fra di loro, si intrecciano, determinando il quadro complessivo entro il quale si è svolta la degenerazione revisionista.

Occorre osservare che dopo la seconda guerra mondiale l’imperialismo non poteva condurre e vincere la lotta contro il marxismo-leninismo direttamente, con una aggressione.

Il socialismo aveva dimostrato di saper sconfiggere il nazifascismo e non sarebbe crollato di fronte a un attacco esterno. L’imperialismo, una volta privato del monopolio nucleare, pur continuando a minacciare l’attacco atomico (e preparando piani in tal senso), concentrò la sua capacità controrivoluzionaria nel rendere più attive tutte le forze dell’opportunismo nel sabotaggio e nella degenerazione dall’interno dei paesi socialisti e dei partiti comunisti.

Si può dunque affermare che il moderno revisionismo è stato –  in una variante o nell’altra e con le diverse tattiche seguite a seconda delle condizioni specifiche esistenti nei differenti paesi – il risultato della pressione esterna dell’imperialismo e della pressione interna della borghesia e della piccola borghesia che si svolgeva su più piani: ideologico, politico, strategico-militare, economico e finanziario, psicologico, culturale, etico, estetico, etc.  Pressioni che hanno trovato un terreno favorevole in alcuni limiti soggettivi del movimento comunista, specialmente sul piano ideologico.

L’offensiva condotta dall’imperialismo fu una lotta a morte, in cui la borghesia, di fronte alla formazione di un potente campo socialista, antimperialista e democratico, raccolse tutte le sue forze in un solo campo imperialista, guerrafondaio e reazionario diretto dagli Stati Uniti d’America, per lottare contro lo sviluppo del movimento rivoluzionario della classe operaia e dei popoli e il ribaltamento dei rapporti di forza fra capitalismo e socialismo su scala mondiale.

Questa situazione permise all’imperialismo per la prima volta, anche se temporaneamente, di lanciare un attacco unificato e coordinato da un unico centro contro il socialismo e il movimento rivoluzionario della classe operaia e dei popoli. Si tratta di una situazione storica difficilmente replicabile.

Il capitale finanziario rinnovò e rafforzò i suoi rapporti con l’aristocrazia e la burocrazia operaia e sindacale, con i Partiti e gli elementi vacillanti, cercando di attrarli e manipolarli.

L’offensiva imperialista trovò dapprima i suoi primi punti di appoggio in alcuni partiti che erano sotto la pressione diretta dell’imperialismo USA (v. il fenomeno del browderismo sorto negli Usa nel 1944, che fu il precursore del moderno revisionismo), o che, oltre ai legami con l’imperialismo, presentavano gravi deviazioni dal marxismo-leninismo (v. il revisionismo jugoslavo, manifestatosi nel 1948 in un partito al potere e in un momento in cui si acuiva la lotta fra il socialismo e l’imperialismo).

Queste forze si misero rapidamente al servizio dell’imperialismo anglo-americano e della sua strategia controrivoluzionaria.

L’offensiva imperialista proseguì senza soste, approfittando di una serie condizioni favorevoli per l’affermarsi del revisionismo moderno.

Da Scintilla n. 146, giugno 2024 (continua nel prossimo numero)

Note sul revisionismo moderno