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www.resistenze.org – cultura e memoria resistenti – storia – 14-11-23 – n. 881

Eventi storici passati e presenti: Bollettino di Berlino n. 217
Victor Grossman | mronline.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

13/11/2023

Gli Stati Uniti hanno celebrato per l’ennesima volta [l’11 novembre] la Giornata dei Veterani. Ora anche tutti i principali partiti tedeschi vorrebbero celebrare un’analoga Veteranentag: per onorare tutti quei patrioti del passato che hanno indossato l’uniforme, volontariamente o meno, e certamente per ispirare molti giovani uomini e donne, riluttanti a indossare gli stivali dell’esercito e portare armi a tracolla.

Non molti ricorderanno che precedentemente la “Giornata dell’Armistizio” segnava la fine della Prima Guerra Mondiale. Molti meno sanno che l’abdicazione del Kaiser e la resa totale furono sostanzialmente raggiunte il 9 novembre, perché i marinai, i soldati e gli operai dei cantieri navali tedeschi, guidati da un macchinista comunista, si unirono in un ammutinamento e in uno sciopero. La loro rivolta sembrava addirittura volgere verso una rivoluzione socialista in Germania. Ma i leader del Partito Socialdemocratico, che nel 1914 avevano seppellito tutti i principi votando i crediti di guerra per il massacrante conflitto del Kaiser (il cui obiettivo era di “salvare patriotticamente la Germania civilizzata dai tirannici russi”), deviarono o tradirono tutte le speranze di un grande cambiamento nel 1918-1921 con il loro accordo segreto con i vertici dell’esercito, che avevano condotto e perso la guerra, e con i milionari ingrassati dai profitti e ora spaventati.

Questa liquidazione, realizzata con un esercito mercenario di assassini armati, aprì presto la porta a Hitler, con gli stessi milionari, la stessa nobiltà e molti degli stessi delinquenti, ora con la svastica. Un nuovo minaccioso picco si toccò nel 1938 – di nuovo il 9 novembre – con la cosiddetta “Notte dei cristalli”, sanguinosa e infuocata. Questa volta il metodo consisteva nell’ingannare i lavoratori inducendoli a odiare gli ebrei anziché i loro veri nemici. Ma ancora una volta [per le forze al potere] il principale avversario e obiettivo era la Russia, o l’URSS “ebraico-bolscevica”. Tragicamente, il risultato si rivelò molto peggiore della guerra precedente, per gli ebrei, il popolo sovietico e i tedeschi.

Cinquantuno anni dopo, il 9 novembre fu di nuovo un giorno storico, ma felice: il Muro di Berlino fu aperto e salutato come una grande vittoria della democrazia! Ma fu davvero così? A guadagnarci di più furono le solite stesse banche e società milionarie (ora miliardarie), molte delle quali con gli stessi nomi del 1914 o del 1938, e soprattutto i produttori di armamenti. La porta ad est, fino ad allora sbarrata, era finalmente aperta e da allora ne hanno fatto grande uso, diventando di nuovo il centro muscolare dell’Europa!

Quest’anno, con un giorno di ritardo, il 10 novembre, è stato il Ministro della Difesa Boris Pistorius, uno dei più desiderosi “guerrieri della libertà” (e ancora una volta socialdemocratico), a chiedere: “Abbiamo bisogno di un cambio di mentalità. Questo sta già avvenendo tra le truppe. Lo noto ogni volta che parliamo della nostra brigata ora di stanza in Lituania. … Ma ne abbiamo bisogno nell’intera società e sulla scena politica… Dobbiamo abituarci di nuovo al pensiero che il pericolo di una guerra è immanente, il che significa che dobbiamo diventare esperti di guerra, dobbiamo essere pronti alla difesa e dobbiamo costruire sia la nostra Bundeswehr [forze armate tedesche] che la nostra società per raggiungere questo obiettivo”.

Queste parole agghiaccianti – che si spingono verso una preparazione alla guerra, in assenza di una vera e propria minaccia – sono troppo spaventose per alcuni. Gli echi bellicosi e militaristi del 1914, del 1938 e degli anni ’80 sono troppo evidenti e il Cancelliere Olaf Scholz ne approva gli obiettivi ma non le parole. Ancora una volta i toni minacciosi puntavano verso est, sostenuti da fatti più pesanti delle parole: carri armati, battaglioni, aerei da guerra in Lituania, navi da guerra nel Baltico e nuove somme gigantesche per la Bundeswehr e per l’Ucraina, con lo stesso nemico e gli stessi obiettivi.

Ci sono delle differenze, naturalmente. Nel 1914 l’Impero tedesco era allineato con l’Impero austriaco, contro la Gran Bretagna, la Francia e gli Stati Uniti. Nel 1938 (dopo la tragica sconfitta della Spagna, grazie al tradimento britannico, francese e americano), la Germania hitleriana fu incoraggiata a spostarsi nuovamente verso est, verso Austria e Cecoslovacchia. Lo fece, ma mentre riusciva ad allineare quasi tutta l’Europa a questo obiettivo, spesso attraverso la conquista militare, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti si unirono infine all’URSS per sconfiggerla.

Ora la Germania, pur avendo convogliato gran parte dell’Europa sotto il suo controllo, resta un partner minore rispetto gli Stati Uniti nell’espansione verso est in termini di influenza e forza militare. Mentre alcuni in Germania sognano di superare questo status di partner minore, la parola d’ordine è: “Prima le cose importanti!”, così da Washington a Varsavia e a gran voce a Berlino si sente dire: “la Russia deve essere sconfitta”.

Nonostante le bandiere e i discorsi, la spinta di fondo non è l’invasione russa dell’Ucraina, né la sovranità o la democrazia. Questi conflitti hanno sempre trovato buoni slogan per l’invio di aerei, carri armati o truppe: dal Vietnam e dalla Libia a Grenada e al Guatemala, dal Kosovo alla Baia dei Porci o al Mali e al Niger. Anche in questo caso, la posta in gioco è molto più alta della difesa di Zelensky e dei suoi oligarchi amanti di Bandera, antichi veterani dei battaglioni nazisti delle SS e dei combattenti di Azov. E pericoli ben maggiori!

L’unica speranza è nel movimento di milioni di persone che chiedano il cessate il fuoco in Ucraina, a Gaza e in Palestina! Il mondo ha bisogno di altri forti moniti ai Tories e ai laburisti in Gran Bretagna, ai burattini o agli azionisti di Northrup-Raytheon a Washington e al Pentagono, ai “difensori” di quasi tutti i partiti tedeschi contro le immaginarie minacce russe. E le mobilitazioni, reiterate e partecipate in tante città del mondo, non devono essere adombrate dai raduni “contro l’antisemitismo”, sempre corretti ma che oggi, dimenticando gli omicidi di massa a Gaza, sono per lo più manifestazioni di sostegno a Netanyahu sotto mentite spoglie. Più forte e più chiaro che mai dovremmo far sentire le richieste: “Basta armi nelle aree di conflitto”, “Cessate il fuoco”, “Sconfiggete gli amanti della guerra”! In Germania la prossima occasione sarà la manifestazione contro la guerra del 25 novembre a Berlino e in altre città della Germania. Nonostante tutte le differenze, bisogna riempire le strade e le piazze!


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La masacre de Katyn

pubblicata da Celula José Stalin il giorno sabato 7 aprile 2012 alle ore 21.37 ·

En cada nuevo aniversario de esta fatídica fecha (13 de abril, su “descubrimiento alemán), la burguesía internacional, los imperialistas ya están preparando sus dardos con la URSS, contra los bolcheviques y en especial contra Stalin, adjudicándole la masacre de miles de polacos en una región fronteriza soviética de Katyn. En este articulo escrito por la camarada Ella Rule del Partido Comunista de Gran Bretaña (M-L), esperamos se aclaren muchos de los mitos que rondan a este suceso, no pretendemos tapar propaganda con propaganda, pero si hacer extensivo un criterio científico en la investigación de los sucesos que marcaron el pasado, y que más de alguna vez los imperialistas han usado para la criminalización de la Unión Soviética, país que edifico el socialismo bajo la dirección bolchevique de Lenin y Stalin, país entrego 27 millones de vidas para derrotar la bestia parda del fascismo, y que hoy se le pretende tapar este merito bajo acusaciones falsamente fundadas. Criminalización que muchas veces no solo fascistas e imperialistas repiten, si no también la izquierda liberal y el revisionismo, primos hermanos de la burguesía y la reacción contra el comunismo.

https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/306142_243829819048706_100002650682717_466216_19536252_n.jpg*Foto sacada al desentierro de miles de cadáveres polacos, “encontrados casualmente” por los fascistas alemanes en la ofensiva contra la Unión Soviética, ahora no solo militar, si no propagandística.

La masacre de Katyn

Tras el final de la Primera Guerra Mundial, la frontera entre Rusia y Polonia fue establecida a lo largo de una línea que paso a conocerse como la línea Curzon, siendo Lord Curzon el hombre de estado británico que la propuso.

Esta línea de demarcación no era del agrado de los polacos, que pronto entraron en guerra contra la Unión Soviética para hacer retroceder sus fronteras hacia el este. La Unión Soviética contraatacó y estaba preparada no solamente para defenderse a sí misma, sino también, y en contra de los consejos de Stalin, para liberar a Polonia entera. Stalin consideraba que tal propósito estaba condenado al fracaso, porque según él, el nacionalismo polaco todavía era muy fuerte. Los polacos habían dejado claro que NO querían ser liberados por lo que no valía ni la pena intentarlo. De ahí que los polacos opusieran una feroz resistencia al avance de los soviéticos. En último momento la unión Soviética se vio forzada a retirarse e incluso a ceder territorios al este de la línea Curzon a Polonia. Los territorios en cuestión eran el oeste de Bielorrusia y el oeste de Ucrania (unos territorios inmensamente más poblados por bielorrusos e ucranianos respectivamente, en comparación con la población polaca). Todos estos incidentes no podían sino exacerbar la desconfianza mutua entre polacos y rusos…

https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn1/563307_243831015715253_100002650682717_466218_334576276_n.jpg*Linea de Curzon, frontera polaca acordada en el Tratado de Brest-Litovsk.

El 1 de septiembre de 1939, la Alemania Nazi invadió Polonia. El 17 de septiembre, la Unión Soviética movilizó sus fuerzas para recuperar aquellas partes de Polonia que se encontraban al este de la línea Curzon. Tras haber ocupado estos territorios, la Unión Soviética inició el reparto de la tierra a los campesinos e implementó el tipo de reformas democráticas que son tan populares para el pueblo y muy impopulares para los explotadores. Durante la batalla para retomar los territorios al este de la línea Curzon, la Unión Soviética capturó a unos 10 000 oficiales polacos, que se convirtieron en prisioneros de guerra. Estos prisioneros fueron luego llevados a unos campos en el territorio disputado y se les puso a trabajar en la construcción de carreteras, etc.

https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/404040_243831595715195_100002650682717_466219_481337177_n.jpg*El 1 de septiembre de 1939, la Alemania Nazi invadió Polonia. El 17 de septiembre, la Unión Soviética movilizó sus fuerzas para recuperar aquellas partes de Polonia que se encontraban al este de la línea Curzon.

Dos años más tarde, el 22 de junio de 1941, la Alemania Nazi atacó esa a la Unión Soviética por sorpresa. El Ejército Rojo se vio forzado a retirarse urgentemente y Ucrania fue ocupada por los alemanes. Durantes esta retirada urgente no fue posible evacuar a los prisioneros polacos de guerra hacia el interior del país. El jefe del campo nº 1, el Mayor Vetoshnikov, declaró que había solicitado al jefe de tráfico de la Sección de Smolensk de los Ferrocarriles del Este que se le proporcionaran vagones para la evacuación de los prisioneros pero le respondieron que esto estaba lejos de ser posible. El ingeniero Ivanov, que había sido Jefe de Tráfico en aquella época, confirmó que no había vagones que compartir. “Además,” dijo, “no podíamos enviar vagones a la línea Gussino, donde estaban la mayoría de los prisioneros polacos, porque aquella línea ya estaba en la línea de fuego”. El resultado fue que, debido a la retirada soviética del territorio, los prisioneros polacos se convirtieron en prisioneros de los alemanes. En abril de 1943, los hitlerianos anunciaron que los alemanes habían encontrado varias fosas comunes en el bosque de Katyn, cerca de Smolensk, que tenían enterrados los cadáveres de cientos de oficiales polacos supuestamente asesinados por los rusos.

Este anuncio fue preparado para minar más en adelante los esfuerzos de cooperación de polacos y rusos para derrotar a los alemanes. La alianza ruso-polaca siempre fue dificultosa porque el gobierno polaco en el exilio, instalado en Londres, era obviamente un gobierno de las clases explotadoras. Tenía que enfrentarse a los alemanes debido a la posterior cínica invasión de su país para el lebensraum. La posición de la Unión Soviética era que mientras ésta pueda conservar el territorio al este de la línea Curzon, no tendría ningún problema en que se restableciera un gobierno burgués en Polonia. Pero la alianza ya se encontraba en dificultades porque el gobierno polaco en el exilio, liderado por el general Sikorski, instalado en Londres, no estaba dispuesto a que se devolvieran estos territorios. Y esto pese a que en 1941, cuando Hitler invadió Polonia, la Unión Soviética y el gobierno polaco en el exilio no solamente establecieron relaciones diplomáticas sino que además acordaron que la Unión Soviética financiaría “bajo las órdenes de un jefe designado por el gobierno polaco en el exilio pero aprobado por el gobierno soviético” la formación de un ejército polaco, siendo este jefe el general Anders (un prisionero de los soviéticos desde 1939), un antisoviético redomado. El 25 de octubre de 1941 este ejército ya tenía 41 000 hombres, incluyendo 2630 oficiales. No obstante el general Anders rechazaría ulteriormente luchar en el frente germano-soviético por la disputa por la frontera entre la Unión Soviética y Polonia, y el ejército polaco tuvo que ser enviado a otro lugar para luchar, en concreto Irán.

Sin embargo, pese a las hostilidades del gobierno polaco en el exilio, hubo una parte importante de los residentes polacos en la Unión Soviética que no eran antisoviéticos y que aceptaron la reclamación soviético de los territorios al este de la línea Curzon. Muchos de ellos eran judíos. Estos ciudadanos formaron la Unión de Patriotas Polacos que fue la columna vertebral de un gobierno polaco alternativo en el exilio.

La propaganda nazi en relación a la masacre de Katyn fue preparada para volver imposible el que los soviéticos pudieran hacer cualquier trato con los polacos. El general Sikorski utilizó la propaganda nazi para vengarse, afirmándole a Churchill que tenía “abundantes pruebas”. El cómo había obtenido estas “pruebas” de forma simultánea al anuncio alemán de esta supuesta atrocidad soviética no está claro, aunque dice mucho sobre la colaboración secreta entre Sikorski y los nazis. Los alemanes habían hecho pública su acusación el 13 de abril. El 16 de abril el gobierno soviético emitió un comunicado oficial en el que negaba “las fabricaciones calumniosas sobre los supuestos fusilamientos en masa por órganos soviéticos en el área de Smolensk durante la primavera de 1940”. Añadió:

“La declaración de los alemanes no deja ninguna duda acerca del fatal destino de los antiguos prisioneros de guerra polacos, que en 1941 fueron contratados para obras de construcción en el área oeste de Smolensk y que, junto con muchos otros ciudadanos soviéticos, han caído en manos de los verdugos alemanes tras la retirada de las tropas soviéticas.”

Con la fabricación de esta historia, los alemanes decidieron adornarla con un toque antisemita, afirmando que podían dar los nombres de oficiales soviéticos encargados de la masacre que tenían todos nombres judíos. El 19 de abril Pravda respondió lo siguiente:

“Sintiendo la indignación de toda la humanidad progresista por su masacre de civiles pacíficos, y en particular de judíos, los alemanes ahora tratan de provocar la ira de gente crédula contra los judíos. Por este motivo han inventando toda una colección de ‘comisarios judíos’ que según ellos participaron en la masacre de 10.000 oficiales polacos. Para tales expertos en falsificación no ha sido difícil inventarse un par de nombres de gente que nunca ha existido – Lev Rybak, Abraham Brodninsky, Chaim Fineberg. Ninguna de esas personas ha existido jamás, ni en la ‘sección de Smolensk del GPU’ ni en ningún otro departamento del NKVD…”

La insistencia de Sikorski en querer divulgar la propaganda alemana llevó a la total ruptura de relaciones entre el gobierno polaco en el exilio de Londres y el gobierno soviético – tal como lo comentó Goebbels en su diario:

“Esta ruptura supone en un ciento por ciento una victoria de la propaganda alemana y especialmente para mí personalmente… hemos sido capaces de convertir el incidente de Katyn en una importante cuestión política.”

https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/543273_243833482381673_100002650682717_466223_202205904_n.jpg*Joseph Goebbels tenia claro que la propaganda repetida y auspiciada por ditintos sectores ayudarian en su cruzada anti-soviética, tanto es así que en reiterados discursos y discusiones del Ministerio de propaganda Nazi en afirmo: ” Miente, miente, miente que algo quedará, cuanto más grande sea una mentira más gente la creerá”. En la foto Adolf Hitler junto a Goebbels, iniciadores de las calumnias anticomunistas, heredadas hoy por el imperialismo y los revisionistas.

Al mismo tiempo la prensa británica condenaba a Sikorski por su intransigencia:

El diario The Times del 28 de abril escribió: “Es sorprendente y lamentable que los que tenían muy buenas razones para comprender la perfidia y la ingenuidad que había en la maquinaria de propaganda de Goebbels, hayan caído ellos mismos en la trampa que había creado. Era difícil que los polacos hubiesen olvidado el volumen de propaganda que se difundió ampliamente durante el primer invierno de la guerra y que describía con todo lujo de detalles unas evidencias circunstanciales, incluyendo una fotografía, que mostraban unas supuestas atrocidades polacas contra los pacíficos habitantes alemanes de Polonia.”

Lo que hay detrás de la insistencia de Sikorski en que la masacre haya sido perpetuada por los soviéticos antes que por los alemanes, es la disputa del territorio al este de la línea Curzon. Sikorski estaba tratando de utilizar la propaganda alemana para movilizar al imperialismo occidental en defensa las exigencias polacas sobre este territorio, de evitar pues, tal como él lo vio, que tomaran partido por la Unión Soviética en la cuestión de la disputa de esta frontera.

Cuando leemos hoy en día las fuentes burguesas, vemos que todas aseguran que la Unión Soviética era responsable de la masacre de Katyn, y lo hacen con tanta seguridad y frecuencia que al tratar de argumentar lo contrario uno se siente como un nazi revisionista intentando negar la masacre de judíos por Hitler. Después de la desintegración de la Unión Soviética, Gorbachov se sumó a esta campaña de desinformación y produjo material que supuestamente provenía de los archivos soviéticos que ‘demostraba’ que los soviéticos cometieron esa atrocidad, y que por supuesto lo hicieron por órdenes de Stalin. Conocemos el interés que todos los Gorbachovs tenían en satanizar a Stalin. Su objetivo no era tanto Stalin, como el socialismo. Al denigrar el socialismo, su propósito era el de restablecer el capitalismo y de disfrutar de unas vidas de lujo parasítico para ellos y sus lacayos en detrimento del sufrimiento colectivo de los pueblos soviéticos. Su cinismo equivale al de los nazis alemanes y no nos podemos sorprendernos al verles cantar con la misma cantinela.

https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/540379_243857625712592_100002650682717_466284_290433149_n.jpg*El diputado de la Duma rusa V.Ilyujin denuncia la falsificación de documentos, entre los que se nombra el “Testamento de Lenin”, acusaciones contra Stalin, y la participación de los soviéticos en la masacre de Katyn. Dicho esto el diputado es abruptamente cortado de microfono.Ver más en: http://www.youtube.com/watch?v=hpN1lxczpm4

Las fuentes burguesas afirman despreocupadamente que las pruebas ofrecidas por los soviéticos que culpaban a los alemanes son totalmente inexistentes o bien se basan en testimonios de habitantes aterrorizados de la región. No mencionan nada acerca de una prueba que hasta el mismo Goebbels reconoció como algo inconveniente, desde su punto de vista. En su diario el 8 de mayo de 1943, escribió: “Desgraciadamente, la munición alemana ha sido encontrada en Katyn… es fundamental que este incidente se mantenga en secreto. Si llegara a ser conocido por el enemigo todo el asunto de Katyn tendría que ser abandonado.”

En 1971 hubo una carta al director The Times que sugería que la masacre de Katyn no pudo haber sido perpetrada por los alemanes puesto que ellos habrían empleado las ametralladoras y las cámaras de gas antes que deshacerse de los prisioneros de la manera en que las víctimas de Katyn fueron asesinados, esto es, mediante un tiro en la nuca. Entonces un antiguo soldado alemán residente en Godalming, Surrey, intervino en la correspondencia con el periódico:

“En tanto que soldado alemán, en esa época convencido de la justeza de nuestra causa, había participado en muchas batallas y acciones durante la campaña rusa. No había estado en Katyn ni en el bosque cercano al lugar. Pero recuerdo bien el escándalo que se produjo cuando en 1943 llegaron las noticias sobre el descubrimiento de la espantosa fosa común cerca de Katyn, cuyo territorio había sido amenazado por el Ejército Rojo.

Joseph Goebbels, tal como lo muestran los archivos históricos, ha engañado a mucha gente. Después de todo, era su trabajo y pocos discutirían su casi total maestría a la hora de hacerlo. Sin embargo, lo que es verdaderamente sorprendente es que se siga considerando una prueba en las páginas del Times treinta años después. Escribiendo desde mi experiencia, no creo que en aquel momento de la guerra, Goebbels, maquinara para engañar a muchos soldados alemanes en Rusia con el asunto de Katyn… Los soldados alemanes sabían perfectamente que habían sido disparos en la nuca… los soldados alemanes sabíamos que los oficiales polacos no habían sido eliminados por otra gente que la nuestra.”

Además, muchos testigos vinieron después para atestiguar sobre la presencia de oficiales polacos en la región después de que los alemanes la hayan ocupado.

Maria Alexandrovna Sashneva, una maestra de una escuela primaria local, declaró a una comisión especial organizada por la Unión Soviética en septiembre de 1943, inmediatamente después de que el territorio fuera liberado de los alemanes, y dijo que en agosto de 1941, dos meses después de la retirada soviética, ella había escondido a un prisionero de guerra polaco en su casa. Su nombre era Juzeph Lock, y le había hablado de los malos tratos sufridos por los prisioneros polacos bajo la ocupación alemana:

“Cuando los alemanes llegaron, se apoderaron del campo de prisioneros polacos y establecieron allí un régimen estricto. Los alemanes no consideraban a los polacos como seres humanos. Los oprimieron y vejaron de todas las maneras posibles. En alguna ocasión se disparaba a los polacos sin motivo alguno. Él decidió escapar…”

Otros testigos prestaron declaración diciendo que habían visto a los polacos durante los meses de agosto y septiembre de 1941 trabajando en las carreteras.

Además, unos testigos también atestiguaron sobre la persecución de los alemanes a los prisioneros polacos fugados durante el otoño de 1941. Danilenko, un campesino local, era uno de los muchos testigos que testimoniaron sobre ello:

“Se realizaron operaciones de persecución en nuestra aldea para capturar a los prisioneros de guerra polacos que habían escapado. Algunas búsquedas se hicieron en mi casa 2 o 3 veces. Tras una de ellas, le dije al cabecilla… ¿a quién buscáis en nuestra aldea? [Él] respondió que una orden había sido recibida del Estado mayor alemán, por la cual se debían realizar rastreos por todas las casas sin excepción, puesto que unos prisioneros de guerra polacos que habían escapado del campo se estaban escondiendo en nuestra aldea.”

Obviamente los alemanes no le dispararon a los polacos ante la vista de testigos locales, pero hay no obstante testimonios significativos de la gente local acerca de lo que estaba ocurriendo. Un testigo fue Alexeyeva que había sido elegida por el líder de su aldea para servir al personal alemán en una casa de campo en el sector del bosque de Katyn conocido como Kozy Gory, que había sido la casa de descanso de la administración de Smolensk del Comisariado del Pueblo para Asuntos Internos. Esta casa se situaba a unos 700 metros del lugar donde se encontraron las fosas comunes. Alexeyeva dijo:

“Hacia el final de agosto y durante la mayor parte de septiembre de 1941 varios camiones solían venir prácticamente cada día a la casa de campo de Kozy Gory. Al principio no presté atención a ello, pero más tarde advertí de que cada vez que estos camiones llegaban al lugar de la casa de campo paraban allí media hora, y a veces una hora, en algún lugar de la ruta que conectaba a la casa de campo con la carretera. Saqué esta conclusión porque al poco tiempo de llegar al lugar de la casa de campo el ruido que hacían se detenía.

Simultáneamente a la detención del ruido se oían disparos. Los disparos se iban siguiendo uno detrás del otro por intervalos cortos pero aproximadamente regulares. Después los disparos dejaban de oírse y los camiones se dirigían directos a la casa de campo. Los soldados alemanes y los oficiales salían de los camiones. Hablando ruidosamente, venían a lavarse en los baños, tras lo cual realizaban orgías de alcohol.

En los días en que llegaban los camiones, solían venir a la casa de campo más soldados provenientes de unidades militares alemanas. Se les preparaban camas especiales… Evidentemente, poco después de que los camiones llegaran a la casa de campo, unos soldados armados se iban al bosque, al lugar donde paraban los camiones porque en una media hora volvían en aquellos camiones con los soldados que vivían permanentemente en la casa de campo.

…En varias ocasiones vi manchas de sangre fresca en la ropa de dos cabos. De todo esto inferí que los alemanes traían a gente a la casa de campo y las fusilaba.”

Alexeyeva también descubrió que la gente que era ejecutada eran prisioneros polacos.

“Una vez me quedé algo más tarde de lo normal en la casa de campo… Antes de terminar el trabajo que me retenía allí, un soldado entro súbitamente y me dijo que me podía ir… Me… acompañó hasta la carretera.

Sobre la carretera, a 150 o 200 metros del lugar donde la carretera se bifurcaba hacia la casa de campo, vi un grupo de unos 30 prisioneros de guerra polacos caminando a lo largo de la carretera, fuertemente escoltados por alemanes… Me paré cerca del borde de la carretera para ver adónde los llevaban, y vi que se habían desviado hacia nuestra casa de campo en Kozy Gory.

Desde ese momento comencé a observar de cerca todo lo que iba ocurriendo en la casa de campo, empecé a interesarme por ello. Una vez que había caminado una cierta distancia sobre la carretera, daba marcha atrás y me escondía en los arbustos cerca de la carretera, y esperaba. En unos 20 o 30 minutos oía los familiares ruidos de disparos.”

Las otras dos sirvientas solicitadas para la casa de campo, Mijailova y Konajoskaya, hicieron declaraciones que apoyaban esta versión. Otros residentes del área dieron testimonios similares.

Basilevsky, el director del observatorio de Smolensk, fue elegido ayudante del burgomaestre Menshagin, un colaboracionista nazi. Basilevsky, trataba de asegurar la liberación de Zhiglinski, un profesor arrestado por los alemanes, y persuadió a Menshagin de hablar con el comandante alemán de la región, Von Schwetz, sobre esta cuestión. Menshagin lo hizo pero luego informó que era imposible asegurar esa liberación porque “se habían recibido instrucciones de Berlín ordenando que el régimen más estricto sea mantenido.”

Basilevsky luego contó su conversación con Menshagin:

“Involuntariamente repliqué ‘¿Puede algo ser más estricto que el régimen existente en el campo?’ Menshagin me miró de una manera extraña y aproximándose a mi oído, me respondió: ¡sí, puede haberlo! Los rusos pueden al menos ser abandonados para dejarlos morir, pero en cuanto a los prisioneros polacos, la orden es sencillamente la de exterminarlos.”

Tras la liberación el cuaderno de notas de Menshagin fue encontrado con escritos de su propia letra, tal como lo confirmaron grafólogos expertos. En la página 10, con fecha el 15 de agosto de 1941, anotó:

“Todos los prisioneros de guerra fugitivos deben ser detenidos y entregados en la oficina del comandante.”

En sí mismo, esto prueba que los prisioneros polacos todavía estaban en vida en ese momento. En la página 15, que no tiene fecha, aparece la entrada siguiente: “Hay algún rumor entre la población en relación a las ejecuciones de prisioneros de guerra polacos en Kozy Gory (según Umnov)” (Umnov era el jefe de la policía rusa).

Un gran número de testigos declararon que habían sido presionados en 1942-43 por los alemanes para dar falsos testimonios sobre la ejecución de polacos por los rusos.

Parfem Gavrilovich Kisselev, un residente de la aldea cercana a Kozy Gory, declaró que en otoño de 1942 le había llamado la Gestapo y que había sido entrevistado por un oficial alemán:

“El oficial declaró, de acuerdo con la información que disponía la Gestapo, que en 1940, en la zona de Kozy Gory, en el bosque de Katyn, miembros del personal del Comisariado del Pueblo para Asuntos Internos dispararon a oficiales polacos y me preguntó qué testimonio podría dar yo para dar fe de ello. Le respondí que nunca había oído nada acerca de que el Comisariado del Pueblo para Asuntos Internos disparase a gente en Kozy Gory, y que de todas maneras eso era imposible. Le expliqué al oficial que Kozy Gory era un lugar completamente abierto y muy frecuentado, y que si hubiese habido disparos allí toda la población de las aldeas de los alrededores lo habría sabido…

…Sin embargo, el intérprete no quiso escucharme, y cogió un documento escrito sobre el despacho y me lo leyó. Decía que yo, Kisselev, residente en un caserío de la zona de Kozy Gory, había presenciado personalmente los disparos a los oficiales polacos por miembros del personal del Comisariado del Pueblo para Asuntos Internos en 1940.

Tras haber leído el documento, el intérprete me dijo que lo firmara. Rechacé hacerlo… Finalmente gritó ‘O bien lo firmas de una vez o bien le destruimos. Haga una elección.’

Atemorizado por estas amenazas, firmé el documento y pensé que esto sería el fin del problema.”

Pero no fue el fin del problema, porque los alemanes esperaban que Kisselev diera su palabra de lo que había ‘presenciado’ a unos grupos de ‘delegados’ invitados por los alemanes a la zona para que sean testigos del relato de unas supuestas atrocidades soviéticas.

Poco después de que las autoridades alemanas hubiesen anunciado al mundo la existencia de fosas comunes en abril de 1943, “el intérprete de la Gestapo vino a mi casa y me llevó al bosque en el área de Kozy Gory.

“Cuando habíamos salido de la casa y estábamos solos, el intérprete me aviso de que tenía que decirle todo a la gente presente en el bosque exactamente como lo había escrito en el documento que había firmado en el cuartel de la Gestapo.

Cuando llegué al bosque vi las fosas abiertas y a un grupo de extranjeros. El intérprete me dijo que eran delegados polacos que habían llegado para inspeccionar las fosas. Cuando nos acercamos a las fosas los delegados empezaron a hacerme varias preguntas en ruso en relación a las ejecuciones de los polacos, pero como había pasado más de un mes desde que me había convocado la Gestapo, olvidé todo lo que aparecía en el documento que había firmado, me confundí, y finalmente dije que no sabía nada sobre las ejecuciones de los oficiales polacos.

El oficial alemán se puso muy furioso. Bruscamente, el intérprete me apartó de la ‘delegación’ y me echó fuera. A la mañana siguiente un coche con un oficial de la Gestapo llegó a mi casa. Éste me encontró en el jardín, me dijo que estaba arrestado, me metió en el coche y me llevó a la prisión de Smolensk.

Después de mi arresto fue interrogado muchas veces, aunque más que hacerme preguntas, me golpeaban. La primera vez que me llamaron me pegaron muy fuerte y abusaron de mí, se quejaban de mí diciéndome que les había fallado, y me llevaron de nuevo a mi celda. Durante los siguientes interrogatorios me dijeron que debía declarar públicamente que había presenciado las ejecuciones a oficiales polacos por los bolcheviques, y que hasta que la Gestapo no se creyera que lo hubiera hecho de buena fe, no sería liberado de prisión. Le dije al oficial que preferiría quedarme en prisión antes que decirle mentiras a la gente en su cara. Después de esto me volvieron a pegar duramente.

Hubo varios interrogatorios acompañados de golpes, y como resultado perdí toda mi fuerza, mi sentido del oído se volvió muy pobre y no pude mover mi brazo derecho. Aproximadamente un mes después de mi arresto un oficial alemán me llamó y me dijo: ‘Puede ver las consecuencias de su obstinación, Kisselev. Hemos decidido ejecutarle. Por la mañana le llevaremos al bosque de Katyn y le colgaremos.’ Le pedí al oficial que no lo hiciera, y empecé a suplicarles alegando que yo no era la persona adecuada para hacer de ‘testigo’ puesto que yo no sabía cómo contar mentiras y que por lo tanto volvería a mezclarlo todo de nuevo.

https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn1/543157_243877662377255_100002650682717_466311_2127471023_n.jpg*Vista de unas de las fosas comunes de Katyn.

El oficial siguió insistiendo. Algunos minutos más tarde unos soldados llegaron a la sala y comenzaron a golpearme con porras. Siendo incapaz de aguantar los golpes y las torturas, acordé aparecer en público con un cuento falaz sobre ejecuciones a polacos por los bolcheviques. Después sería liberado de prisión, con la condición de que en cuanto lo solicitaran los alemanes, hablaría delante de una ‘delegación’ en el bosque de Katyn…

En cada ocasión, antes de llevarme al lugar de las fosas en el bosque, el intérprete solía venir a mi casa, llamarme desde el jardín, llevarme hacia un lado para que nadie oyera, y durante media hora me hacía memorizar todo lo que tendría que decir acerca de las supuestas ejecuciones de oficiales polacos por el Comisariado del Pueblo para Asuntos Internos en el 1940.

Recuerdo que el intérprete me dijo algo así: ‘Vivo en una casita en el área de ‘Kozy Gory’, no muy lejos de la casa de campo del Comisariado del Pueblo para Asuntos Internos. En la primavera de 1940 vi como varias noches se llevaban polacos al bosque y los fusilaban allí’. Después era imperativo que yo declarase literalmente que ‘éstos eran los métodos del Comisariado del Pueblo para Asuntos Internos.’ Tras haber memorizado lo que me dijo el intérprete me llevaba al lugar donde estaban las fosas abiertas en el bosque y me pedía que repitiera todo eso en presencia de las ‘delegaciones’ que acudían al lugar.

Mis declaraciones estaban estrictamente supervisadas y orientadas por el intérprete de la Gestapo. Una vez, cuando hablé delante de algunas ‘delegaciones’, me hicieron la siguiente pregunta: ‘¿Vio usted personalmente a los polacos antes de que fuera ejecutados por los bolcheviques?’ No estaba preparado para responder a una pregunta así y respondí contándoles la verdad, esto es que yo vi prisioneros de guerra polacos antes de la guerra, caminando sobre las carreteras. Entonces el intérprete me sacó bruscamente de ahí y me condujo a mi casa.

https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/552683_243878762377145_100002650682717_466312_1915481775_n.jpg*Soldados polacos expuestos ante las delegaciones extranjeras con “testigos” preparados pro la inteligencia nazi-fascista alemana. La Iglesia Católica polaca, como férrea enemiga del bolchevismo, fue la única que sin comprobación alguna, apoyo a los fascistas en su versión.

Por favor, créanme cuando les digo siempre que tuve remordimientos de conciencia, porque sabía que realmente los oficiales polacos habían sido ejecutados por los alemanes en 1941. No tuve elección, puesto que estaba constantemente bajo la amenaza de que se repitiera mi arresto y la tortura.”

Mucha gente ha corroborado el testimonio de Kisselev, y un examen médico corroboró igualmente la veracidad de su historia de torturas por parte de los alemanes.

También se presionó a Ivanov, un empleado de la estación local de ferrocarriles de Gnezdovo para que diera un falso testimonio:

“El oficial preguntó si yo sabía que una gran parte de los oficiales polacos capturados había llegado en varios trenes a la estación de Gnezdovo durante la primavera de 1940. Luego me preguntó si sabía que durante la misma primavera de 1940, poco después de la llegada de los oficiales polacos, los bolcheviques los habían ejecutado a todos en el bosque de Katyn. Le dije que había oído hablar de ello, y que podía ser de otra manera puesto que durante los años 1940-41 hasta la ocupación de Smolensk por los alemanes, me había encontrado a oficiales polacos que habían llegado durante la primavera de 1940 en la estación de Gnezdovo y que fueron empleados en la construcción de carreteras.

El oficial me dijo que si un oficial alemán decía que los polacos habían sido ejecutados por los bolcheviques, eso significaba que era un hecho. ‘Por lo tanto’, dijo el oficial, ‘no tiene nada que temer, y usted puede firmar con la conciencia tranquila un informe que dice que los oficiales polacos capturados fueron ejecutados por los bolcheviques y que usted fue testigo de ello’.

Le respondí que yo ya era un hombre muy viejo, que tenía 61 años, y que no quería cometer un pecado en la edad anciana. Solo podía testificar que los oficiales polacos capturados llegaron a la estación de Gnezdovo durante la primavera de 1940. El oficial alemán comenzó a persuadirme de que diera el testimonio exigido, prometiéndome de que si aceptaba me promocionaría de mi puesto de vigilante en el cruce de ferrocarriles al de jefe de la estación de Gnezdovo, que había ocupado durante el gobierno soviético, y también de que satisfaría todas mis necesidades materiales.

El intérprete subrayó que mi testimonio como antiguo oficial de ferrocarriles de la estación de Gnezdovo, la más cercana al bosque de Katyn, era extremadamente importante para el Estado Mayor alemán, y que no me iba a arrepentir si daba testimonio de ello. Comprendí que yo me encontraba en una situación extremadamente complicada, y que me esperaba un triste destino. Pese a todo, volví a negarme a dar un testimonio falso al oficial alemán. Empezó a gritarme, a amenazarme con golpearme y dispararme, y dije que no podía saber qué era lo mejor para mí. Sin embargo, me mantuve en pie. Entonces el intérprete redactó un breve informe de una página en alemán, y me dio una traducción de su contenido. El informe solamente hacia constar, tal como me lo dijo el intérprete, el hecho de la llegada de los prisioneros de guerra polacos a la estación de Gnezdovo. Cuando pedí que mi testimonio fuera registrado no solamente en alemán sino también en ruso, al final el oficial se enfureció, me golpeó con una porra y me sacó del local…”

Sawateyev fue otra persona que fue presionada por los alemanes para dar un falso testimonio. Declaró a la Comisión Soviética de Investigación:

“En el cuartel de la Gestapo testifiqué que durante la primavera de 1940 los prisioneros de guerra polacos llegaron a la estación de Gnezdovo en varios trenes y luego siguieron su camino subidos en camiones, pero no sabía hacia donde iban. También añadí que más tarde vi a esos polacos de forma repetida en la carretera de Moscú a Minsk, donde estaban trabajando en tareas de reparación en pequeños grupos. El oficial me dijo que estaban confundiendo las cosas, que no podía haberme encontrado a los polacos en la carretera, puesto que habían sido ejecutados por los bolcheviques, y me pidió que testificara sobre ello.

Me negué. Tras amenazarme y convencerme de mil maneras durante mucho tiempo, el oficial consultó algo en alemán con el intérprete, y entonces el intérprete escribió un breve informe y me lo dio para que lo firmara. Me explicó que era un registro de mi testimonio. Le pedí al intérprete que me dejara leerlo yo mismo, pero me interrumpió soltándome improperios, ordenándome que lo firmara inmediatamente y me largara. Dudé durante un minuto. El intérprete agarró una porra que colgaba de la pared e hizo ademán de golpearme. Acto seguido firmé el informe que me enseñaron. El intérprete me pidió que saliera y me fuera a casa, y que no hablara con nadie de este tema o entonces sería fusilado…”

Otros dieron un testimonio similar.

Se han proporcionado también pruebas de cómo los alemanes ‘trataron’ las fosas comunes para tratar de eliminar cualquier indicio de que la masacre no tuvo lugar durante el otoño de 1941 sino durante la primavera de 1940, poco después de que los polacos llegaran en primer lugar a la zona. Alexandra Mikhailovna había trabajado durante la ocupación alemana en la cocina de una unidad militar alemana. En marzo de 1943 encontró un prisionero de guerra ruso escondido en su cobertizo:

“De las conversaciones que mantuve con él supe que su nombre era Nikolai Yegorov, un nativo de Leningrado. Había estado en el campo de prisioneros alemán número 126 en la ciudad de Smolensk desde el final del año 1941. Al comienzo del mes de marzo de 1943, fue enviado con una columna de varios cientos de prisioneros de guerra desde el campo hacia el bosque de Katyn. Una vez ahí, todos fueron obligados, incluyendo a Yegorov, a desenterrar unas fosas que contenían los cadáveres de oficiales polacos con el uniforme puesto, a sacarlos fuera de las fosas y retirar de sus bolsillos documentos, cartas, fotografías y todo artículo que pudieran encontrar.

Seconda parte

Los alemanes dieron la estricta orden de que nada podía quedar en los bolsillos de los cadáveres. Dos prisioneros de guerra fueron ejecutados porque tras haber registrado algunos cadáveres, un oficial alemán encontró algunos papeles en los mismos. Los artículos, documentos y cartas extraídas de las ropas de los cadáveres fueron examinados por los oficiales alemanes, quienes entonces obligaron a los prisioneros a recolocar de nuevo parte de los papeles en los bolsillos de los cadáveres, mientras que el resto fue arrojado a un montón de artículos y documentos que habían extraído, para ser luego quemados.

Aparte de esto, los alemanes hicieron que los prisioneros colocaran en los bolsillos de los oficiales polacos algunos papeles que habían tomado de las maletas o maletines (no recuerdo exactamente) que habían traído consigo. Todos los prisioneros de guerra vivieron en el bosque de Katyn bajo el cielo abierto en pésimas condiciones, y estaban siendo extremadamente vigilados. A principios del año 1943, todo el trabajo planificado por los alemanes parecía aparentemente estar completado, porque durante tres días ninguno de los prisioneros de guerra tuvo trabajo alguno que hacer…

De repente de noche todos fueron despertados sin excepción alguna y fueron llevados a algún lugar. Se había reforzado la guardia. Yegorov sintió que algo iba mal y comenzó a observar detenidamente todo lo que estaba ocurriendo. Caminaron durante tres o cuatro horas en dirección desconocida. Se detuvieron en el bosque cerca de un hoyo que había en un claro. Vio como separaban un grupo de prisioneros del resto, éstos fueron llevados hacia el hoyo y luego fusilados. Los prisioneros de guerra empezaron a inquietarse y a ponerse nerviosos haciendo ruido. No muy lejos de donde estaba Yegorov varios prisioneros de guerra atacaron a los guardias. Otros guardias vinieron corriendo hacia el lugar. Yegorov aprovechó la confusión reinante y se fue corriendo hacia la oscuridad del bosque, oyendo gritos y disparos.

Después de oír esta terrible historia, que se me quedó grabada en la mente para el resto de mi vida, empecé a sentir mucha pena por Yegorov, y le dije que viniera a mi habitación a calentarse y que se escondiera en mi casa hasta que hubiera recobrado su fuerza. Pero Yegorov rechazó mi proposición… Dijo que pasara lo que pasara, iba a irse esta misma noche, para intentar atravesar la línea de frente del Ejército Rojo. Por la mañana, cuando vine para asegurarme de que Yegorov se había ido, todavía estaba en el cobertizo. Al parecer por la noche había intentado irse, pero tras solamente haber dado 50 pasos se sintió tan débil que se vio obligado a volver. Decidimos que se quedara en mi casa durante varios días más para recobrar su fuerza. Después de alimentar a Yegorov me fui al trabajo. Cuando volví a casa por la tarde mis vecinos Branova, Mariya Ivanovna, Kabanovskaya y Yekaterina Viktorovna me dijeron que al mediodía hubo un registro, por lo que el prisionero del Ejército Rojo había sido encontrado y se lo habían llevado.”

Posteriormente, un ingeniero mecánico llamado Sujachev, que había trabajado bajo la ocupación alemana como mecánico en el molino de la ciudad de Smolensk, corroboró esos hechos:

“Yo estaba trabajando en el molino durante la segunda quincena de marzo de 1943. Ahí hablé con un chófer alemán que hablaba un poco de ruso, y como transportaba harina al pueblo de Savenki para la tropas, y volvía a Smolensk el día siguiente, le pregunté si podía llevarme con él para que pudiera comprar mantequilla al pueblo. Mi idea era que viajar en un camión alemán me evitaría el ser detenido en el punto de control. El alemán aceptó a cambio de dinero.

El mismo día a las 10 de la noche yo y el conductor alemán nos dirigimos en el camión hacia la carretera que iba de Smolensk a Vitebsk. La noche era liviana, y solamente una ligera niebla reducía la visibilidad. Aproximadamente a unos 22 o 23 kilómetros de Smolensk, a la altura de un puente en ruinas sobre la carretera, hay una ruta con una pendiente bastante inclinada. Cuando estábamos empezando a bajar por ahí, de repente surgió un camión desde dentro de la niebla, dirigiéndose hacia nuestra posición. Bien porque nuestro frenos no funcionaban correctamente, o bien porque el conductor no tenía experiencia, no fuimos capaces de detener el camión, y como el paso era bastante estrecho, nos chocamos con el camión que venía hacia nosotros. El impacto no fue muy violento porque el conductor del otro camión viró bruscamente hacia un lado, motivo por el cual los camiones se chocaron y se deslizaron el uno contra el otro.

Sin embargo la rueda derecha del otro camión se metió en la zanja, y el camión se cayó por la ladera de la carretera. Nuestro camión se mantuvo en posición vertical. El conductor y yo salimos inmediatamente fuera de la cabina y corrimos hacia el camión que se había caído. Nos cruzamos con un fuerte hedor a carne putrefacta que salía del camión.

Según nos íbamos acercando, vi que el camión transportaba un cargamento cubierto con una lona y atado con cuerdas. Con el impacto, las cuerdas se habían roto, y parte del cargamento se había caído sobre la ladera. Era un horrible cargamento – cadáveres humanos vestidos con uniformes militares. Según recuerdo había unos seis o siete hombres cerca del camión, un conductor alemán, dos alemanes armados con metralletas – el resto eran prisioneros de guerra rusos, puesto que hablaban ruso y se vestían como tales.

Los alemanes comenzaron a insultar a mi conductor y luego varias veces intentaron poner el camión en pie. Unos dos minutos después otros dos camiones llegaron al lugar del accidente y se acercaron. Un grupo de alemanes y de prisioneros de guerra rusos, unos diez en total, salieron de esos camiones y vinieron hacia nosotros… Juntando esfuerzos comenzamos a enderezar el camión. Aprovechando un momento oportuno le pregunté a uno de los prisioneros de guerra rusos en voz baja: ‘¿Qué es esto?’ Él respondió, muy tranquilamente: ‘Ya llevamos varias noches transportando cadáveres al bosque de Katyn’.

Antes de que el camión que se había volcado se enderezara, un oficial alemán se acercó a mí y a mi conductor y nos ordenó que marcháramos inmediatamente. Como nuestro camión no había sufrido daños serios, el conductor cogió el volante y lo llevó hacia un lado, se metió en la carretera, y así nos fuimos. Mientras pasábamos al lado de los dos camiones cubiertos que habían llegado más tarde pude oler de nuevo el horrible hedor de los cadáveres.”

Hubo varias personas más que también aseguraron haber visto los camiones cargados con cadáveres.

Un tal Zhukov, un patólogo que visitó las fosas en abril de 1943 por invitación de los alemanes, también dio su testimonio:

“Las ropas de los cadáveres, en particular las casacas, las botas y los cinturones, se encontraban en buen estado de preservación. La parte metálicas de las ropas – las hebillas de los cinturones, los ganchos de los botones y los clavos de la suelas de los zapatos, etc. – no estaban muy oxidadas, y en algunos casos el metal todavía conservaba el brillo. Las secciones de la piel de los cadáveres que se podían ver – rostros, nucas, brazos – eran en general de un sucio color verde, y en algunos casos marrón, pero no había una desintegración total de los tejidos, ni putrefacción. En algunos casos se podían ver tendones cortados de un color blanquecino y partes de músculos.

Mientras estaba en las excavaciones había gente trabajando en clasificar y extraer cadáveres del fondo de una gran fosa. Para ellos usaron palas y otras herramientas, e incluso agarraban los cadáveres con las manos y se los llevaban de un lugar a otro cogiéndolos de los brazos, las piernas o la ropa. No vi un solo cadáver desmembrarse o caer al suelo.

Considerando todo ello, llegué a la conclusión de que los cadáveres no se habían mantenido bajo tierra durante tres años, tal como afirmaban los alemanes, sino mucho menos. Sabiendo que en las fosas comunes, y particularmente sin ataúdes, la putrefacción de los cadáveres progresa más rápidamente que en simples tumbas, concluí que las ejecuciones masivas de los polacos habían tenido lugar hacía aproximadamente año y medio, y que podían haber ocurrido durante el otoño de 1941 o la primavera de 1942. Como resultado de mi visita al lugar de las excavaciones me convencí firmemente de que los alemanes habían cometido un crimen monstruoso.”

https://fbcdn-sphotos-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn1/s720x720/538401_243900895708265_100002650682717_466332_761758041_n.jpg*Brazos amarrados de los oficiales polacos, de haber tenido 3 años como los alemanes afirmaban se debieron haber desmembrado en su retiro de la fosa común, cosa que no sucedió. Músculos, tendones, cueros de ropa y clavos presentan fenómenos físicos propios de un enterramiento reciente.

Varias otras personas que visitaron las fosas en aquel momento dieron un testimonio parecido.

Además, unos patólogos que examinaron los cadáveres en 1943 llegaron a la conclusión de que no podría llevar muertos más de dos años. Por si fuera poco, se encontraron documentos en algunos de los cadáveres que obviamente se les escaparon a los alemanes cuando trataron de adulterar las pruebas. Entre aquellos se encontraban una letra con fecha de septiembre de 1940, una tarjeta postal con fecha del 12 de noviembre de 1940, una papeleta de empeño recibida el 14 de marzo de 1941 y otra recibida el 25 de marzo de 1941, unos recibos con fechas del 6 de abril de 1941, 5 de mayo de 1941, 15 de mayo de 1941 y una tarjeta postal en polaco sin enviar con fecha del 20 de junio de 1941. Aunque todas estas fechas sean anteriores a la retirada de los soviéticos, todas son posteriores al momento en que se produjeron los presuntos asesinatos por parte de las autoridades soviéticas durante la primavera de 1940, fecha de la supuesta masacre que dieron todos los que los alemanes fueron capaces de intimidar para que dieran un falso testimonio. Si, como dicen los propagandistas burgueses, esos documentos son falsos, habría sido de lo más fácil falsificar documentos que fueran posteriores a la retirada soviética, sin embargo esto no se hizo – y no se hizo porque los documentos encontrados eran indudablemente auténticos.

Bibliografía

* Polonia durante la Segunda Guerra Mundial, Ernie Trory. Crabtree Press Limited, Hove, 1983.

* Correspondencia entre el Presidente del Concejo de Ministros de la URSS y los Presidentes de los Estados Unidos y el Presidente de Gran Bretaña durante la Gran Guerra Patria de 1941-45. Ediciones Progreso, Moscú, 1957.

* Los diarios de Goebbels. Traducido y editado por Louis P. Lochner. Hamish Hamilton, Londres 1948.

* Informe a la Comisión Especial para establecer e investigar las circunstancias de las ejecuciones de oficiales polacos hechos prisioneros por los invasores fascistas alemanes en el bosque de Katyn. Publicado en ‘Noticias de Guerra Soviéticas’ en 1953.

* Rusia en guerra 1941-45, Alexander Werth. Barrie and Rockliff, Londres, 1964.

* La Segunda Guerra Mundial, Winston S. Churchill. Castell & Co, Londres 1950-54

* Seis siglos de relaciones ruso-polacas, W.P. and Z. Coates, Lawrence and Wishart. Londres, 1948.

* Declaraciones de Frantisek Gaek, profesor de medicina forense en la Universidad Karlova, Praga, sobre el llamado ‘Asunto Katyn’. Publicado en Pravda el 12 de marzo de 1952.

* Ejemplares de Labour Monthly (1941-1945) y archivos de varios periódicos, desde el Daily Worker a The Times.

Escrito por la camarada Ella Rule del Partido Comunista de Gran Bretaña (M-L)

Il massacro di Katyn
Joseph Stalin dà Pubblicata il Giorno Celula sabato 7 aprile 2012 Alle ore 21,37 ·

In ogni nuovo anniversario di questa fatidica data (13 aprile, la sua “scoperta tedesca), la borghesia internazionale e gli imperialisti stanno preparando i loro dardi con l’URSS contro i bolscevichi e in particolare contro Stalin, che rilascia il massacro di migliaia di polacchi in una regione di frontiera sovietico di Katyn. In questo articolo scritto dal compagno Lei regola il Partito Comunista della Gran Bretagna (ML), speriamo di chiarire molti dei miti che infestano questo evento, non pretendo di coprire con la propaganda propaganda, ma di estendere un approccio scientifico nelle indagini gli eventi che hanno segnato il passato, e più che mai gli imperialisti hanno usato per la criminalizzazione dell’Unione Sovietica, una costruzione del socialismo paese sotto la leadership bolscevica di Lenin e di Stalin, dare al paese 27 milioni di vite per sconfiggere la bestia scura del fascismo, e ora si propone di colmare tale false accuse basate sul merito. Criminalizzazione spesso non fascisti e imperialisti solo ripetuta, ma anche la sinistra liberale e il revisionismo, cugini di primo grado della borghesia e la reazione contro il comunismo.

Picture * prese a dissotterrare cadaveri di migliaia di polacchi, “casualmente trovato” dai fascisti tedeschi l’offensiva contro l’Unione Sovietica, ora non solo militari, se non propaganda.

 

Il massacro di Katyn

 

Dopo la fine della prima guerra mondiale, il confine tra la Russia e Polonia è stato istituito lungo una linea che divenne noto come la Linea Curzon, con Lord Curzon lo statista britannico che ha proposto.

 

Questa linea di demarcazione non è stato apprezzato dai polacchi, che presto andavano in guerra contro l’Unione Sovietica per invertire i suoi confini ad est. L’Unione Sovietica si vendicò ed era pronta a difendere non solo se stesso ma anche, e contro il parere di Stalin, per liberare tutta la Polonia. Stalin riteneva che questo scopo è stato destinato al fallimento, perché secondo lui, il nazionalismo polacco era ancora forte. I polacchi avevano messo in chiaro che NON vuole essere liberato in modo che non valeva la pena di provare. Quindi, i polacchi oppose una fiera resistenza all’avanzata dei sovietici. All’ultimo momento l’Unione Sovietica fu costretto a ritirarsi e persino a cedere territorio a est della linea Curzon per la Polonia. I territori in questione erano occidentale, Bielorussia e Ucraina occidentale (alcuni territori ampiamente popolati da bielorussi e ucraini, rispettivamente, rispetto alla popolazione polacca). Tutti questi incidenti non poteva che esacerbare la reciproca diffidenza tra polacchi e russi …

* Curzon Line, confine con la Polonia prevista dal trattato di Brest-Litovsk.

 

Il 1 ° settembre 1939, la Germania nazista invase la Polonia. Il 17 settembre l’Unione Sovietica mobilitato le sue forze per recuperare quelle parti della Polonia sono stati ad est della linea Curzon. Dopo aver occupato questi territori, l’Unione Sovietica ha iniziato la distribuzione della terra ai contadini e implementato il tipo di riforme democratiche che sono così popolari per la gente e molto impopolare con gli operatori. Durante la battaglia per riconquistare i territori ad est della linea Curzon, l’Unione Sovietica catturata circa 10 000 ufficiali polacchi, che sono diventati prigionieri di guerra. Questi prigionieri sono stati poi portati ai campi nel territorio conteso e sono stati messi al lavoro la costruzione di strade, ecc

* Il 1 ° settembre 1939, la Germania nazista invase la Polonia. Il 17 settembre l’Unione Sovietica mobilitato le sue forze per recuperare quelle parti della Polonia sono stati ad est della linea Curzon.

 

Due anni più tardi, il 22 giugno 1941, la Germania nazista attaccò l’Unione Sovietica che una sorpresa. L’Armata Rossa fu costretto a lasciare con urgenza e l’Ucraina fu occupata dai tedeschi. Durantes questo ritiro urgente non è stato possibile evacuare i prigionieri di guerra polacchi nel paese. Il capo del campo 1, il Vetoshnikov sindaco ha detto di aver chiesto al capo della sezione traffico di Smolensk dalla Stazione orientale che devono essere fornite con vetture di evacuare i prigionieri, ma è stato detto che questo era lontano da possibili . L’ingegnere Ivanov, che era stato capo del traffico, al momento, ha confermato che non c’erano automobili per condividere. «Inoltre», ha detto, “non abbiamo potuto mandare delle vetture alla Gussino linea, dove erano la maggior parte dei prigionieri polacchi, perché la linea era già in prima linea.” Il risultato fu che, poiché il ritiro sovietico dal territorio, i prigionieri polacchi divennero prigionieri dei tedeschi. Nell’aprile del 1943, Hitler ha annunciato che i tedeschi avevano trovato diverse fosse comuni nella foresta di Katyn presso Smolensk, che aveva sepolto i corpi di centinaia di ufficiali polacchi avrebbe ucciso dai russi.

 

Questo annuncio è stato pronto a minare gli sforzi in seguito più cooperative di polacchi e russi per sconfiggere i tedeschi. L’alleanza russo-polacco è sempre stato difficile, perché il governo polacco in esilio con sede a Londra, era ovviamente un governo delle classi sfruttatrici. Ha dovuto affrontare i tedeschi a causa di successiva invasione cinico del suo paese per Lebensraum. La posizione dell’Unione Sovietica era che mentre può mantenere la terra ad est della linea Curzon, non avrebbe alcun problema con il ripristino di un governo borghese in Polonia. Ma l’alleanza era già nei guai perché il governo polacco in esilio, guidato dal generale Sikorski, con sede a Londra, non era preparato per il rimborso di questi territori. E questo nonostante il fatto che nel 1941, quando Hitler invase la Polonia, l’Unione Sovietica e il governo polacco in esilio, non solo hanno stabilito relazioni diplomatiche, ma anche l’Unione Sovietica ha accettato di finanziare “sotto gli ordini di un capo nominato dal governo polacco in esilio, ma approvato dal governo sovietico “la formazione di un esercito polacco e questo capo Gen. Anders (prigioniero dei sovietici dal 1939), un inveterato anti-sovietica. Il 25 Ottobre 1941 questo esercito aveva già 41.000 uomini, tra cui 2.630 ufficiali. Ma Gen. Anders respingere ulteriori combattere sul fronte dal nazi-sovietico disputa di confine tra l’Unione Sovietica e la Polonia e l’esercito polacco doveva essere inviato a combattere altrove, in particolare l’Iran.

 

Tuttavia, nonostante l’ostilità del governo polacco in esilio, era una parte importante dei residenti polacchi in Unione Sovietica che non erano anti-sovietica e sovietico accettato la richiesta del territorio ad est della linea Curzon. Molti di loro erano ebrei. Questi cittadini costituito l’Unione dei Patrioti Polacchi era la spina dorsale di un governo alternativo polacco in esilio.

 

Propaganda nazista in relazione al massacro di Katyn era pronto a tornare impossibile per i sovietici potrebbe fare qualsiasi accordo con i polacchi. Generale Sikorski propaganda nazista utilizzato per vendicarsi, affermando che Churchill aveva “ampie prove”. Su come ha avuto questa “prova” in contemporanea con l’annuncio della presunta atrocità tedesco sovietica non è chiaro, anche se la dice lunga circa la collaborazione segreta tra Sikorski ei nazisti. I tedeschi avevano reso pubblico il suo atto d’accusa il 13 aprile. Il 16 aprile il governo sovietico ha emesso un comunicato ufficiale negando “invenzioni calunniose circa le presunte fucilazioni di massa da parte di organi sovietici nella zona di Smolensk nella primavera del 1940.” Ha aggiunto:

 

“La dichiarazione dei tedeschi non ha lasciato alcun dubbio sul destino mortale degli ex prigionieri di guerra polacchi, che nel 1941 sono stati assunti per la costruzione nella zona ovest di Smolensk e, insieme a molti altri cittadini sovietici, sono caduti in mani dei carnefici tedeschi dopo il ritiro delle truppe sovietiche “.

 

Attraverso rendendo questa storia, i tedeschi decisero di decorare con un tocco di anti-semita, dicendo che potrebbe dare i nomi degli ufficiali sovietici responsabili del massacro che ha avuto tutti i nomi ebraici. Il 19 aprile, Pravda ha risposto come segue:

 

“Sentire l’indignazione di tutta l’umanità progressista per il suo massacro di civili pacifici, in particolare gli ebrei, i tedeschi stanno ora cercando di provocare l’ira dei creduloni contro gli ebrei. Ciò ha portato ad inventare una collezione di ‘commissari ebrei’ che dicono che hanno partecipato al massacro di 10.000 ufficiali polacchi. Per gli esperti questo tipo di contraffazione è stato difficile fare un paio di nomi di persone che non sono mai esistiti – Lev Rybak, Abraham Brodninsky, Chaim Fineberg. Nessuna di queste persone è mai esistito, o la ‘sezione di Smolensk GPU’ o qualsiasi altro servizio del NKVD … “

 

Affermazione di Sikorski a voler divulgare la propaganda tedesca ha portato alla rottura completa dei rapporti tra il governo polacco in esilio a Londra e il governo sovietico – come Goebbels annotava nel suo diario:

 

“Questa pausa è al cento per cento una vittoria della propaganda tedesca e soprattutto per me personalmente … siamo stati in grado di convertire l’incidente di Katyn in un problema politico importante”.

* Joseph Goebbels aveva ripetutamente chiaro che la propaganda e sponsorizzato da settori ditintos aiuterebbe nella loro crociata anti-sovietica, tanto che in ripetuti interventi e le discussioni della propaganda nazista ministero ha dichiarato: “Bugie, bugie, bugie che qualcosa rimarrà, il più grandi di un popolo bugia ci crederà “. Nella foto Adolf Hitler, con Goebbels, iniziatori del movimento di -diffamazione ereditato oggi dell’imperialismo e dei revisionisti.



Allo stesso tempo, la stampa britannica Sikorski condannati per la loro intransigenza:



Il Tempo 28 aprile ha scritto: “E ‘sorprendente e spiacevole che avevano buone ragioni per capire la perfidia e l’ingegno che era nella macchina della propaganda Goebbels, si sono caduto nella trappola che aveva creato. E ‘stato difficile per i polacchi hanno dimenticato la quantità di propaganda che è stato diffuso durante il primo inverno della guerra e che descrive in dettaglio alcuni indizi, tra cui una fotografia, che ha mostrato alcune presunte atrocità polacche contro i pacifici abitanti di lingua tedesca Polonia “.



Cosa si nasconde dietro insistenza di Sikorski che il massacro è stato perpetrato dai sovietici prima che i tedeschi, è il territorio conteso a est della linea Curzon. Sikorski stava cercando di utilizzare la propaganda tedesca a mobilitarsi in difesa di esigenze dell’imperialismo occidentale polacchi su questa terra, per evitare, come lo vide, hanno preso le parti con l’Unione Sovietica nel numero della disputa di confine.



Quando leggiamo fonti borghesi di oggi, vediamo che tutti dicono l’Unione Sovietica era responsabile per la strage di Katyn, e di farlo con fiducia e spesso, nel tentativo di affermare il contrario ti senti come un revisionista nazista cerca di negare l’ sterminio degli ebrei da Hitler. Dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, Gorbaciov aderito alla campagna di disinformazione e di materiale prodotto, che presumibilmente proviene dagli archivi sovietici che ‘dimostrato’ che i sovietici commesso questa atrocità, e, naturalmente, lo hanno fatto su ordine di Stalin. Sappiamo tutti l’interesse che Gorbaciov aveva in demonizzare Stalin. Il suo obiettivo non era tanto Stalin, e il socialismo. Per denigrare il socialismo, il suo scopo era quello di restaurare il capitalismo e godere di una vita lussuosa parassitaria per sé e per i loro lacchè a spese della sofferenza collettiva dei popoli sovietici. Il suo cinismo è equivalente alla Germania nazista e non possiamo meravigliarci di vederli cantare lo stesso ritornello.

* La Duma russa vice V.Ilyujin denunciato la falsificazione di documenti, tra i quali è chiamato il “Testamento di Lenin” accuse contro Stalin e il coinvolgimento Sovietica nel massacro di Katyn. Dopo aver detto che il deputato viene bruscamente tagliato microfono.Vedere qui  : http://www.youtube.com/watch?v=hpN1lxczpm4



Le fonti borghesi dicono allegramente che la prova offerta dai sovietici accusato i tedeschi sono totalmente assenti o si basano su testimonianze degli abitanti terrorizzati della regione. Essi non menzionano nulla una prova che anche il Goebbels riconosciuto come qualcosa di sconveniente, dal loro punto di vista. Nel suo diario l’8 maggio 1943, scrive: “Purtroppo, le munizioni tedesco è stato trovato a Katyn … è essenziale che questo incidente fu tenuto segreto. Se si viene a sapere al nemico tutta la questione di Katyn avrebbe dovuto essere abbandonato. “



Nel 1971 ci fu una lettera al The Times suggerisce che il massacro di Katyn non avrebbe potuto essere perpetrato dai tedeschi in quanto avrebbero utilizzato mitragliatrici e le camere a gas prima di smaltire i prigionieri in modo che le vittime di Katyn sono stati uccisi, cioè, da un colpo alla nuca. Poi un ex soldato tedesco con sede a Godalming, Surrey, è stato coinvolto in corrispondenza con il quotidiano:



“Come un soldato tedesco al momento convinto della giustezza della nostra causa, aveva partecipato a molte battaglie e le azioni durante la campagna di Russia. Non era stato a Katyn foresta o in prossimità del sito. Ma mi ricordo lo scandalo che si è verificato nel 1943 quando arrivò la notizia della scoperta della fossa comune nei pressi di Katyn terribile, il cui territorio era stato minacciato da parte dell’Armata Rossa.



Joseph Goebbels, come dimostrato da documenti storici, ha ingannato molte persone. Dopo tutto, era il suo lavoro e pochi metterebbero in discussione il suo dominio quasi totale quando farlo. Tuttavia, ciò che è veramente stupefacente è che è ancora considerato un test sulle pagine del Times trent’anni dopo. Scrivendo dalla mia esperienza, non credo che al momento della guerra, Goebbels, maquinara di ingannare molti soldati tedeschi in Russia la questione di Katyn … soldati tedeschi sapevano esattamente chi era stato colpito al collo … soldati tedeschi sapevano ufficiali polacchi erano stati uccisi da persone diverse dalla nostra. “



Inoltre, molti testimoni è venuto dopo a testimoniare la presenza di ufficiali polacchi nella regione dopo che i tedeschi avevano occupato.



Maria Alexandrovna Sashneva, un insegnante in una scuola elementare locale, ha detto una commissione speciale organizzato da l’Unione Sovietica nel settembre 1943, subito dopo il territorio fu liberata dai tedeschi, e ha detto che nell’agosto del 1941, due mesi dopo il ritiro sovietico, aveva nascosto un prigioniero di guerra polacchi a casa. Il suo nome era Juzeph Lock, e gli raccontai il maltrattamento di prigionieri polacchi sotto l’occupazione tedesca:



“Quando arrivarono i tedeschi, si impadronirono del campo polacco prigione e ha stabilito un rigoroso regime. I tedeschi polacchi considerati come esseri umani. Gli oppressi e offeso in ogni modo possibile. A volte, i polacchi sono stati uccisi senza alcun motivo. Decise di scappare … “



Altri testimoni hanno fornito prove dicendo che avevano visto i polacchi durante i mesi di agosto e settembre 1941 che lavorano sulle strade.



Inoltre, alcuni testimoni testimoniata anche sulla persecuzione dei tedeschi ai prigionieri polacchi sfuggiti durante l’autunno del 1941. Danilenko, un agricoltore locale, è stato uno dei tanti testimoni che hanno testimoniato in proposito:



“Le operazioni Pursuit sono stati effettuati nel nostro paese per catturare i prigionieri di guerra polacchi scampati. Alcune ricerche sono state fatte nella mia casa 2 o 3 volte. Dopo uno di loro, ho detto il leader … che cercano nel nostro paese? [Egli] ha detto che l’ordine era stato ricevuto dal maggiore tedesco, per il quale dovrebbe striscia ogni casa, senza eccezione, dal momento che alcuni prigionieri di guerra polacchi fuggiti dal campo si nascondevano nel nostro paese. “



Ovviamente i tedeschi non sparare i polacchi alla vista dei testimoni locali, ma ci sono prove tuttavia significativa della popolazione locale su ciò che stava accadendo. Un testimone era Alexeyeva che era stato eletto dal leader del suo villaggio per servire il personale tedesco in una casa di campagna nel settore della foresta di Katyn noto come Kozy Gory, che era stata la casa di riposo per la gestione del Commissariato di Smolensk affari interni del popolo. Questa casa era situata a circa 700 metri da dove sono state trovate fosse comuni. Alexeyeva ha detto:



“Verso la fine di agosto e durante la maggior parte del mese di settembre, 1941 parecchi autocarri a venire quasi ogni giorno presso il Lodge Kozy Gory. In un primo momento ho prestato attenzione ad esso, ma in seguito si rese conto che ogni volta che i camion arrivati ​​sul luogo del cottage stava lì mezz’ora, a volte un’ora, da qualche parte sulla strada che collega al cottage con la strada. Ho disegnato questa conclusione, perché poco dopo l’arrivo nel luogo del lodge ha la fermata rumore.



Contemporaneamente con l’arresto del rumore spari. Gli scatti sono stati in seguito uno dopo l’altro in brevi ma circa regolare. Dopo la sparatoria fermato e ascoltato i camion andavano direttamente al cottage. Soldati tedeschi e ufficiali fuori dei camion. Parlando a voce alta, è venuto a lavare in bagno, dopo di che si sono esibiti orge di alcool.



Nei giorni in cui i camion arrivati, veniva a casa i soldati il ​​paese più da unità militari tedesche. Hanno preparato letti speciali … Evidentemente, poco dopo i camion arrivati ​​a casa, soldati armati andò nella foresta, il luogo dove i camion si fermò per una mezz’ora di nuovo in quei camion con i soldati che vivono permanentemente nel cottage.



In diverse occasioni … visto macchie di sangue sui vestiti freschi di due caporali. Da tutto questo ho dedotto che i tedeschi ha portato la gente a casa di campagna e li uccisero. “



Alexeyeva anche scoperto che le persone che sono stati giustiziati erano prigionieri polacchi.



“Una volta ero un po ‘più tardi del normale nella casa di campagna … Prima di lasciare il lavoro mi ha tenuto lì, un soldato entrò improvvisamente e mi disse che potevo andare … Io … camminato lungo la strada.



Sulla strada, 150 o 200 metri da dove la strada si biforcava al cottage, ho visto un gruppo di 30 prigionieri di guerra polacchi camminando lungo la strada, fortemente scortato dai tedeschi … Mi fermai vicino al bordo la strada per vedere dove sono state scattate, e vide che erano fuori a casa nostra in Kozy Gory.



Da quel momento ho cominciato a guardare da vicino tutto quello che stava succedendo in casa, mi sono interessato in esso. Una volta aveva camminato una certa distanza, sulla strada, ha sostenuto e nascondere tra i cespugli vicino alla strada, e aspettò. In 20 o 30 minuti ho sentito i suoni familiari di arma da fuoco. “



Gli altri due servi applicati per la casa, e Konajoskaya Mikhailova, hanno fatto dichiarazioni a sostegno di questa versione. Altri residenti della zona hanno dato testimonianza simile.



Basilevsky, direttore dell’osservatorio di Smolensk, è stato eletto vice sindaco Menshagin, un collaboratore nazista. Basilevsky, ha cercato di ottenere il rilascio di Zhiglinski, un professore arrestato dai tedeschi, e convinse Menshagin di parlare con il comandante tedesco nella regione, Von Schwetz, su questo tema. Menshagin fatto ma poi riferito che era impossibile garantire che il rilascio perché “avevano ricevuto istruzioni da Berlino che ordinano il regime più severo viene mantenuta.”



Basilevsky poi raccontato la sua conversazione con Menshagin:



“Involontariamente mi ha detto ‘Can qualcosa di più severe rispetto al regime vigente in materia?’ Menshagin mi ha guardato strano e avvicinando l’orecchio, ho detto, sì, può essere! I russi possono almeno essere lasciato lasciarli morire, ma come per i detenuti polacchi, l’ordine è semplicemente quello di sterminarli “.



Dopo aver rilasciato il notebook è stato trovato con scritto Menshagin la propria grafia, in qualità di esperti hanno confermato scrittura a mano. A pagina 10, datata il 15 agosto 1941, ha osservato:



“Tutti i prigionieri di guerra fuggiaschi devono essere arrestati e consegnati all’ufficio del comandante”.



In sé, questo dimostra che i prigionieri polacchi erano ancora vivi in ​​quel momento. A pagina 15, che è senza data, appare la seguente voce: “C’è una voce tra la popolazione in merito alle esecuzioni di prigionieri di guerra polacchi a Kozy Gory (come Umnov)” (Umnov era il capo della polizia russa) .



Un gran numero di testimoni hanno testimoniato di aver ricevuto pressioni dai tedeschi nel 1942-43 per dare falsa testimonianza circa l’esecuzione dei polacchi da parte dei russi.



Gavrilovich Parferm Kisselev, un residente del villaggio vicino a Kozy Gory, ha detto che nell’autunno del 1942 aveva chiamato la Gestapo ed era stato intervistato da un ufficiale tedesco:



“L’ufficiale ha detto, secondo le informazioni a disposizione della Gestapo nel 1940, nella zona di Kozy Gory, nella foresta di Katyn, i membri del personale del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni girato ufficiali polacchi e gli chiese cosa Ho potuto assistere a testimoniare questo. Ho risposto che non avevo mai sentito parlare Commissariato del Popolo per gli Affari Interni a sparare alla gente in Kozy Gory, e in ogni caso era impossibile. Ho detto all’ufficiale che Kozy Gory era completamente aperto e molto frequentata, e se ci fosse stato nessun colpo l’intera popolazione dei villaggi circostanti avrebbe saputo …



… Tuttavia, l’interprete non avrebbe ascoltato, e ha preso un documento scritto per lo studio e l’ho letto. Dissi io, Kisselev, che vive in un villaggio nella zona di Kozy Gory, personalmente aveva assistito alla fucilazione di ufficiali polacchi da parte del personale del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni nel 1940.



Dopo aver letto il documento, l’interprete mi ha detto di firmarlo. Mi sono rifiutato di farlo … Infine gridato ‘O firmare una o distruggerlo. Fai una scelta. ‘



Spaventato da queste minacce, ho firmato il documento e ho pensato che questo sarebbe la fine del problema. “



Ma era la fine di esso, perché i tedeschi pretendevano Kisselev dare la sua parola di quello che aveva ‘visto’ dei delegati dei alcuni gruppi invitati dai tedeschi nella zona di testimoniare la storia sulle presunte atrocità sovietiche.



Poco dopo le autorità tedesche avevano annunciato al mondo l’esistenza di fosse comuni nel mese di aprile 1943, “l’interprete Gestapo venne a casa mia e mi portò nella foresta nella zona di Kozy Gory.



“Quando abbiamo lasciato la casa e siamo rimasti soli, ho notato che l’interprete ha dovuto dire a tutte le persone presenti nella foresta proprio come aveva scritto nel documento che è stato firmato presso la sede della Gestapo.



Quando ho raggiunto la foresta visto i box aperti e un gruppo di stranieri. L’interprete mi disse che erano delegati polacchi che erano venuti a ispezionare le tombe. Mentre ci avvicinavamo ai delegati pozzi iniziato a farmi domande diverse in russo sulle esecuzioni di polacchi, ma dopo aver passato più di un mese da quando avevo chiamato la Gestapo, ho dimenticato tutto quello che è apparso sul giornale che aveva firmato, ho confuso, e alla fine disse di non sapere nulla circa le esecuzioni di ufficiali polacchi.



L’ufficiale tedesco si arrabbiò molto. Improvvisamente, l’interprete mi lontano dalla ‘delegazione’ e mi ha buttato fuori. La mattina dopo una macchina con un ufficiale della Gestapo venne a casa mia. Mi ha trovato in giardino, ha detto che è stato arrestato, ho in macchina e mi ha portato alla prigione di Smolensk.



Dopo il mio arresto è stato interrogato più volte, anche se più di fare domande, mi ha colpito. La prima volta che ho chiamato mi è stato picchiato molto duro e abusato di me, dicendomi lamentato del fatto che avevano fallito, e mi riportò alla mia cella. Nel corso del successivo interrogatorio mi hanno detto di dichiarare pubblicamente di aver visto le esecuzioni di ufficiali polacchi da parte dei bolscevichi, e che fino a quando la Gestapo non credeva che avrebbe fatto in buona fede, non sarebbe uscito dal carcere. Ho detto l’ufficiale avrebbe preferito restare in carcere piuttosto che dire le bugie alla gente in faccia. Dopo questo sono andato a colpire duro.



Ci sono stati diversi interrogatori accompagnati da percosse, e come risultato ho perso tutte le mie forze, il mio udito è diventato molto povera e non poteva muovere il braccio destro. Circa un mese dopo il mio arresto, un ufficiale tedesco mi chiamò e disse, ‘Puoi vedere le conseguenze della sua ostinazione, Kisselev. Abbiamo deciso di ucciderlo. In mattinata prenderà la foresta di Katyn e di impiccarlo. ‘Ho chiesto all’ufficiale di non farlo, e cominciò a invocare il fatto che non ero la persona giusta per essere un’ testimone ‘perché non sapevo come dire bugie e quindi sarebbe mescolare di nuovo.

View * di alcune delle fosse comuni di Katyn.



L’ufficiale ha continuato a insistere. Qualche minuto dopo, i soldati entrò nella stanza e ha cominciato a picchiarmi con i manganelli. Essere in grado di sopportare le percosse e torture, ho accettato di apparire in pubblico con una storia falsa dei polacchi per le esecuzioni da parte dei bolscevichi. Poi sarebbe stata rilasciata dal carcere, a condizione che, su richiesta, come i tedeschi parlano di fronte a una ‘delegazione’ nella foresta di Katyn …



Ogni volta, prima di prendere me al posto delle tombe nella foresta, l’interprete usato per venire a casa mia, mi chiamano dal giardino, portami da un lato in modo che nessuno sentì, e per mezz’ora mi ha fatto memorizzare tutto quello che avrebbe dire delle presunte esecuzioni di ufficiali polacchi da parte Commissariato del Popolo per gli Affari Interni nel 1940.



Ricordo che l’interprete mi ha detto qualcosa del tipo: ‘Io vivo in una casa nella zona di’ Kozy Gory ‘, non lontano dal casolare Commissariato del Popolo per gli Affari Interni. Nella primavera del 1940 vedeva come molti polacchi notti sono state effettuate nei boschi e sparato lì. ” Dopo che era fondamentale che io letteralmente dichiarato che “questi erano i metodi del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni.” Dopo aver memorizzato che l’interprete mi disse che ero al punto in cui le tombe sono stati aperti nel bosco e mi ha chiesto di ripetere tutto ciò che in presenza di ‘delegazione’ che è venuto al luogo.



Le mie dichiarazioni erano strettamente controllati e guidati dall’interprete Gestapo. Una volta, quando ho parlato di fronte ad alcuni dei delegazioni, ho chiesto alla seguente domanda: ‘Hai personalmente i polacchi prima di essere giustiziato dai bolscevichi “Non ero preparata a rispondere a questa domanda e ho risposto dicendo la verità? Questo è quello che ho visto i prigionieri di guerra polacchi prima della guerra, camminando sulle strade. Poi l’interprete mi fece trasalire da lì e mi ha portato a casa mia.

* I soldati polacchi esposti a delegazioni straniere con “testimoni” addestrato intelligence pro-fascista, la Germania nazista. La Chiesa cattolica polacca, come acerrima nemica del bolscevismo, era l’unico senza alcun controllo, il supporto per i fascisti nella loro versione.



Vi prego di credermi quando dico loro che avevo rimorsi di coscienza, sapendo che veramente gli ufficiali polacchi furono uccisi dai tedeschi nel 1941. Non avevo altra scelta, dato che era costantemente sotto la minaccia di una ripetizione del mio arresto e la tortura. “



Molte persone hanno confermato la testimonianza di Kisselev, e un esame medico ha inoltre confermato la veridicità del suo racconto della tortura da parte dei tedeschi.



Ivanov anche premuto, un dipendente della locale stazione ferroviaria Gnezdovo per dare una falsa testimonianza:



“L’ufficiale mi chiese se sapevo che una gran parte degli ufficiali polacchi catturati parecchi treni era arrivato alla stazione di Gnezdovo nella primavera del 1940. Poi mi chiese se sapevo che durante la stessa primavera del 1940, poco dopo l’arrivo degli ufficiali polacchi, i bolscevichi avevano eseguito tutti nella foresta di Katyn. Ho detto che avevo sentito parlare, e potrebbe essere diversamente dal momento che nel corso degli anni 1940-41 alla professione di Smolensk da parte dei tedeschi, che avevo incontrato ufficiali polacchi che erano arrivati ​​durante la primavera del 1940 alla stazione Gnezdovo e sono stati impiegati nella costruzione di strade.



L’ufficiale mi ha detto che se un ufficiale tedesco ha detto che i polacchi erano stati giustiziati dai bolscevichi, che significa che era un dato di fatto. ‘Così,’ disse l’ufficiale, ‘non ha nulla da temere, e si può in buona coscienza firmare un rapporto che dice che gli ufficiali polacchi catturati sono stati giustiziati dai bolscevichi e hai visto.’



Ho risposto che ero già un uomo molto vecchio, che era di 61 anni e non volevo commettere un peccato in età avanzata. Riusciva solo a testimoniare che gli ufficiali polacchi catturati arrivati ​​alla stazione di Gnezdovo nella primavera del 1940. L’ufficiale tedesco cominciò a convincermi a fornire la testimonianza richiesta, promettendo che se avessi accettato avrei promuovere il mio posto di guardia all’incrocio della stazione ferroviaria Gnezdovo capo, che aveva servito durante il governo sovietico, e anche che soddisfacesse tutti i miei bisogni materiali.



L’interprete ha detto che la mia testimonianza di un ex funzionario Gnezdovo stazione ferroviaria, la più vicina alla foresta di Katyn, era estremamente importante per il tedesco e che mi sarei pentito se testimoniavano a. Mi sono reso conto che ero in una posizione estremamente complicato, e mi aspettavo un triste destino. Ciononostante, ancora una volta si rifiutano di dare falsa testimonianza all’ufficiale tedesco. Cominciò a urlare, a minacciare di colpire me e sparare a me, e ho detto che non poteva sapere cosa fosse meglio per me. Tuttavia, rimase in piedi. Poi l’interprete ha scritto una breve relazione di una pagina in tedesco, e mi ha dato una traduzione del suo contenuto. Il rapporto solo per registrare, come ho detto l’interprete, il fatto dell’arrivo dei prigionieri di guerra polacchi della Centrale Gnezdovo. Quando ho chiesto che la mia testimonianza è stata registrata non solo in Germania ma anche in russo, alla fine l’ufficiale si arrabbiò, mi ha colpito con una mazza e mi ha fatto fuori dalla stanza … “



Sawateyev un’altra persona che era stata sottoposta a pressioni da parte dei tedeschi per fornire falsa testimonianza. Ha detto la Commissione d’inchiesta sovietica:



“Presso la sede della Gestapo ha testimoniato che durante la primavera del 1940 i prigionieri di guerra polacchi arrivati ​​alla stazione di Gnezdovo in diversi treni sulla loro strada e poi caricati su camion, ma non sapeva dove andavano. Ho anche aggiunto in seguito ha visto più volte quei polacchi in mezzo alla strada da Mosca a Minsk, dove stavano lavorando su lavori di riparazione in piccoli gruppi. L’ufficiale mi ha detto che stavano mettendo in confusione le cose, non avrei potuto incontrare i polacchi sulla strada, come erano stati giustiziati dai bolscevichi, e mi ha chiesto di testimoniare in proposito.



Ho rifiutato. Dopo aver minacciato me e convincere i mille modi per lungo tempo, qualcosa di ufficiale tedesco in consultazione con l’interprete e l’interprete poi scrisse una breve relazione e lo diede a me firmarlo. Ha spiegato che era un record della mia testimonianza. Ho chiesto l’interprete di farmi leggere me, ma ho smesso di lasciare insulti go, ordinando a me di firmare immediatamente e mi perdo. Esitai per un minuto. L’interprete ha afferrato un bastone appeso al muro e ha cominciato a picchiarmi. Poi ho firmato il rapporto è stato insegnato io. L’interprete mi ha chiesto di uscire e vado a casa, e di non parlare con nessuno di questo, o almeno così sarebbe stato ucciso … “



Altri fornirono testimonianze simili.



Essi hanno inoltre fornito la prova di come ‘trattati «I tedeschi fosse comuni per cercare di eliminare qualsiasi accenno al fatto che il massacro non si è verificato durante l’autunno del 1941, ma durante la primavera del 1940, poco dopo i polacchi arrivati ​​primi alla zona. Alexandra Michàjlovna aveva lavorato durante l’occupazione tedesca nella cucina di una unità militare tedesco. Nel marzo del 1943 trovò un prigioniero russo di guerra nascosto nel suo capannone:



“Da conversazioni che ho avuto con lui conosceva il suo nome era Nikolai Egorov, nativo di Leningrado. Era stato in carcere il tedesco numero 126 del campo nella città di Smolensk a partire dalla fine del 1941. All’inizio di marzo 1943, è stato inviato con una colonna di alcune centinaia di prigionieri di guerra dalla campagna alla foresta di Katyn. Una volta lì, tutti erano tenuti, tra Egorov, per scavare alcune tombe contenenti i corpi di ufficiali polacchi in divisa, per guidare fuori dal tombe dei loro tasche e rimuovere i documenti, lettere, fotografie e qualsiasi articolo che potevano trovare .



I tedeschi hanno dato ordini precisi che nulla potrebbe essere nelle tasche dei cadaveri. Due prigionieri di guerra sono stati uccisi perché alcuni corpi dopo la registrazione, un ufficiale tedesco trovato alcune carte in loro. Gli articoli, saggi e lettere prese dai vestiti dei corpi sono stati esaminati da ufficiali tedeschi, che hanno poi costretto i prigionieri a trasferirsi di nuovo parte delle carte nelle tasche dei cadaveri, mentre gli altri furono gettati in un mucchio articoli e documenti sono stati rimossi, solo per essere bruciati.



Oltre a questo, i tedeschi fecero i prigionieri messi nelle tasche di ufficiali polacchi che avevano preso alcune carte di valigie o cartelle (non ricordo esattamente) che avevano portato. Tutti i prigionieri di guerra vivevano nella foresta di Katyn a cielo aperto in condizioni spaventose, e sono state estremamente custodito. Nei primi mesi del 1943, tutto il lavoro programmato dai tedeschi sembrava apparentemente per essere completato per tre giorni perché nessuno dei prigionieri di guerra avuto alcun lavoro da fare …



Improvvisamente la notte tutti senza eccezione sono stati svegliati e portati da qualche parte. Guard era stato rafforzato. Yegorov intuì che qualcosa non andava e ha cominciato a guardare da vicino ciò che stava accadendo. Hanno camminato per tre o quattro ore in una direzione sconosciuta. Si fermarono in un bosco vicino a un buco che era in una radura. Vide un gruppo di prigionieri separati dal resto, sono stati condotti nella fossa e uccisi. I prigionieri di guerra cominciarono a preoccuparsi e innervosirsi fare rumore. Non lontano da dove mi trovavo Yegorov molti prigionieri di guerra ha attaccato le guardie. Altre guardie accorse sulla scena. Egorov ha approfittato della confusione e corse nel buio della foresta, sentendo urla e spari.



Dopo aver sentito questa storia terribile, che si conficcò nella mia mente per il resto della mia vita, ho cominciato a sentirmi molto dispiaciuto per Egorov, e gli disse di venire nella mia stanza per riscaldare e per nascondere in casa mia fino a quando non ha avuto riacquistato la sua forza. Ma Yegorov bocciato la mia proposta … Ha detto che qualsiasi cosa fosse successa stava per lasciare questa sera, per cercare di attraversare la linea del fronte della Rossa. Al mattino, quando sono venuto a fare in modo che Egorov era stato, era ancora nel capannone. A quanto pare durante la notte aveva cercato di lasciare, ma solo dopo aver dato 50 passi era così debole che fu costretto a tornare. Abbiamo deciso di restare a casa per diversi giorni per riprendere le forze. Dopo l’alimentazione Yegorov andato a lavorare. Quando tornai a casa quella sera i miei vicini Branova, Mariya Ivanovna, Yekaterina Viktorovna Kabanovskaya e mi ha detto che a mezzogiorno c’è stato un record, in modo che il prigioniero Armata Rossa era stata trovata ed era stato tratto. “



Successivamente, un ingegnere meccanico di nome Sujachev, che aveva lavorato sotto l’occupazione tedesca come meccanico al mulino della città di Smolensk, corroborato questi fatti:



“Stavo lavorando al mulino durante la seconda metà di marzo 1943. Ci ho parlato con un pilota tedesco che parlava un po ‘di russo, e la possibilità di trasportare la farina al popolo di Savenki per le truppe, e tornò a Smolensk il giorno dopo, ho chiesto se poteva portare con sé in modo che la gente potesse comprare il burro. La mia idea era quella di viaggiare in un camion tedesco mi avrebbe impedito di essere detenuto al posto di blocco. Il tedesco accettato in cambio di denaro.



Lo stesso giorno alle 10 di sera io e il pilota tedesco nel camion diretto verso la strada che andava da Smolensk a Vitebsk. La notte era la luce, e solo una leggera nebbia riduce la visibilità. Dopo circa 22 o 23 chilometri da Smolensk, all’altezza di un ponte in rovina sulla strada, un percorso con un molto ripida. Quando abbiamo iniziato ad andare laggiù, un camion improvvisamente emerse dal di dentro la nebbia, dirigendosi verso la nostra posizione. Bene, perché i nostri freni non funzionavano correttamente, o perché l’autista era inesperto, non siamo riusciti a fermare il camion, e come il passo era piuttosto stretta, si è scontrato con il camion che veniva verso di noi. L’impatto non è stato molto violento perché il conducente del camion sbandò verso il lato, motivo per cui i camion sono scontrate e scivolare uno contro l’altro.



Tuttavia, la ruota destra dell’altro autocarro è andato nel fosso e il camion è caduto dal lato della strada. Il nostro camion è rimasto in piedi. L’autista ed io siamo andati subito fuori dalla cabina e corse al camion che era caduto. Ci siamo incontrati con un forte odore di carne in putrefazione che esce dal camion.



Mentre ci avvicinavamo, ho visto che il camion trasportava un carico coperto con un telo e legato con corde. Al momento dell’impatto, le corde erano rotti, e parte del carico era caduto sul fianco della collina. E ‘stato un orribile cargo – cadaveri umani in uniformi militari. Se non ricordo male ci sono stati circa sei o sette uomini vicino al camion, un pilota tedesco, due tedeschi armati di mitra – gli altri erano prigionieri di guerra russi, come di lingua russa e vestito come tale.



I tedeschi ha cominciato a insultare il mio autista e poi più volte provato a mettere il camion a piedi. Circa due minuti dopo due camion arrivò sulla scena e si avvicinò. Un gruppo di prigionieri di guerra tedeschi e russi, dieci in totale, di questi camion e venne verso di noi … di unire gli sforzi iniziano a raddrizzare il rig. Approfittando di un momento opportuno ho chiesto a uno dei prigionieri di guerra russi a bassa voce: ‘Che cosa è questo?’ Egli rispose, con molta calma, ‘Siamo stati diverse notti che trasportano i corpi nella foresta di Katyn’.



Prima che il camion che aveva rovesciato è stato raddrizzato, un ufficiale tedesco venne da me e il mio autista e ci ordinarono di metterci in marcia  immediatamente. Come il nostro camion non avevano subito gravi danni, l’autista ha preso la ruota e lo portò di lato, entrò nella strada, e così abbiamo lasciato. Come siamo passati dai due camion coperti che erano arrivati ​​più tardi ho potuto sentire di nuovo la puzza orribile dei cadaveri. “



C’erano molte altre persone che affermano inoltre di aver visto camion carichi di cadaveri.



Uno di questi Zhukov, un patologo che ha visitato le tombe nell’aprile del 1943 su invito dei tedeschi, ha anche testimoniato:



“I vestiti dei morti, tra cui cappotti, stivali e cinture erano in buono stato di conservazione. Le parti metalliche degli abiti-fibbie delle cinture, bottoni, ganci e chiodi dalle suole delle scarpe, ecc. – Non erano altamente ossidato, e in alcuni casi il metallo conservava la luminosità. Le sezioni della pelle dei corpi potrebbe essere visto – facce, collo, braccia – sono in genere di colore verde sporco e, a volte marrone, ma c’era una totale disintegrazione dei tessuti, o putrefazione. In alcuni casi si poteva vedere tendini tagliati da un colore biancastro e parti di muscoli.



Mentre gli scavi erano persone che lavorano su ordinamento e la rimozione di corpi dal fondo di un pozzo. Per usavano pale e altri strumenti, e persino i cadaveri afferrò con le mani e li hanno portati da un posto all’altro prendendoli dalle braccia, gambe o vestiti. Ho visto un cadavere smembrato o caduta.



Considerando tutto ciò, ho concluso che i corpi non era stato tenuto sotto terra per tre anni, come sostenuto dai tedeschi, ma molto meno. Sapendo che le fosse comuni, e in particolare senza bare, putrefazione dei corpi avanza più rapidamente che in tombe semplici, ha concluso che le esecuzioni di massa di polacchi era avvenuta circa un anno e mezzo fa, e potrebbe essersi verificato durante la caduta del 1941 o la primavera del 1942. Come risultato della mia visita al sito degli scavi fermamente mi ha convinto che i tedeschi avevano commesso un crimine mostruoso “.

* Le armi degli ufficiali polacchi legato, avendo avuto 3 anni come i tedeschi sosteneva avrebbe dovuto essere smembrato in suo ritiro dalla tomba, che non è accaduto. Muscoli, tendini, chiodi, abbigliamento in pelle e fenomeni fisici si presentano in una sepoltura recente.



Diverse altre persone che hanno visitato le tombe a quel tempo ha dato una testimonianza simile.



Inoltre, alcuni patologi che hanno esaminato i corpi nel 1943 ha concluso che potrebbe richiedere più di due anni morto. Cosa c’è di più, i documenti sono stati trovati in alcuni dei corpi sono stati, ovviamente, sfuggito ai tedeschi quando hanno cercato di manomettere le prove. Tra coloro che erano una lettera datata settembre 1940, una cartolina il 12 novembre 1940, un biglietto pegno ricevuto il 14 marzo 1941 e uno ha ricevuto il 25 marzo 1941, alcune entrate con le date del 6 aprile 1941, 5 maggio 1941, 15 maggio 1941 e una cartolina in polacco senza l’invio del 20 giugno 1941. Nonostante tutte queste date sono prima del ritiro dei sovietici, sono tutti di quando si è verificato che le presunte uccisioni da parte delle autorità sovietiche durante la primavera del 1940, la data presunta del massacro che ha preso tutti i tedeschi erano in grado di intimidire a dare falsa testimonianza. Se, come propagandisti borghesi, questi documenti sono falsi, sarebbe stato più facile falsificare i documenti possono essere, dopo il ritiro sovietico, tuttavia questo non è stato fatto – e non è stato fatto perché i documenti trovati erano effettivamente autentico.



BIBLIOGRAFIA :



* Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale, Ernie Trory. Crabtree Press Limited, Hove, 1983.



* Corrispondenza tra il presidente del Consiglio dei Ministri dell’URSS e dei Presidenti degli Stati Uniti e il presidente della Gran Bretagna durante la Grande Guerra Patriottica del 1941-1945. Edizioni Progress, Mosca, 1957.



* Il diario Goebbels. Tradotto e curato da Louis P. Lochner. Hamish Hamilton, London 1948.



* Relazione presentata alla Commissione speciale per stabilire e indagare sulle circostanze delle esecuzioni di ufficiali polacchi fatti prigionieri dagli invasori fascisti tedeschi nella foresta di Katyn. Pubblicato in ‘News sovietico di guerra’ nel 1953.



* Russia in guerra 1941-1945, Alexander Werth. Barrie e Rockliff, London, 1964.



* La seconda guerra mondiale, Winston S. Churchill. Castell & Co, London 1950-1954



* Sei secoli di relazioni russo-polacche, le W.P. e Z. Coates, Lawrence e Wishart. Londra, 1948.



* Le dichiarazioni di Frantisek GAEK, professore di medicina legale presso l’Università Carlo, Praga, sulla cosiddetta ‘Katyn Oggetto’. Pubblicato sulla Pravda il 12 marzo 1952.



* Copie di lavoro mensile (1941-1945) e file di giornali, dal Daily Worker ai tempi.


Ecco cosa nascondono gli storici e i giornali occidentali, mentre falsificano la storia per giustificare il loro sostegno al regime nazista di Zelensky: BAMBINI EBREI SONO STATI UCCISI CON IL VELENO DAI NAZISTI IN UCRAINA CON IL SOSTEGNO DEI NAZIONALISTI UCRAINI, ATTUALI VEDOVE DI STEPAN BANDERA “I bambini sono stati uccisi dal veleno.” Documenti segreti sulle atrocità dei nazisti in URSS. Il Ministero della Difesa della Russia ha pubblicato documenti d’archivio che provano i crimini commessi dai nazisti sul territorio dell’URSS. Il ministero della Difesa russo alla vigilia del Giorno della Vittoria sul suo sito web ha pubblicato in esclusiva documenti declassificati dal Dipartimento degli archivi centrali, che testimoniano le atrocità commesse dagli invasori in Unione Sovietica. 3 aprile 1944 il capo della direzione politica del 3 ° fronte ucraino, il tenente generale Mikhail Rudakov, la seguente comunicazione è stata indirizzata al capo della direzione politica principale dell’Armata Rossa, il colonnello generale Alexander Shcherbakov “Sui fatti di crimini mostruosi commesso dagli occupanti nazisti nella città di Kherson”. La regione di Kherson fu occupata dai nazisti nel 1941 e liberata dalle truppe sovietiche nel marzo 1944. Subito dopo la liberazione di questo territorio iniziarono i lavori di indagine del gruppo, il cui compito era una documentazione completa dei crimini commessi dalle truppe naziste e dai loro complici. “Durante i due anni e sette mesi della loro gestione economica a Kherson le atrocità commesse dai tedeschi: hanno ucciso decine di migliaia di cittadini sovietici – tra cui donne, bambini, anziani e prigionieri di guerra, – si legge nel documento – il 23 settembre 1941 il Ebrei , in numero di 8,5 mila persone furono arrestate e portate in città, dove in selhozkolony furono tutte fucilate Secondo molte indicazioni si scoprì che i bambini sotto i 12 anni, i tedeschi li sacrificavano con un liquido velenoso, che spalmava labbra. I tedeschi lo versarono nei pozzi e coprirono il terreno con quelli che erano ancora vivi”. Il documento prova che “1.200 persone furono colpite alla nuca dai nazisti, dopo essere state gettate nelle cave”. Gli investigatori hanno stabilito che l’omicidio di massa di pazienti psichiatrici: “A sette chilometri dalla città prebellica funzionava un ospedale psichiatrico ben attrezzato. A Kherson occupata, saccheggiata dai nazisti occuparono l’ospedale, e fu usata per curare i malati di mente. colpo , nella cava”. Secondo i dati raccolti dall’inchiesta, “durante l’occupazione di Kherson da parte dei nazisti, 17.000 civili sovietici furono fucilati e torturati dalla Gestapo. Nel dispaccio politico del tenente generale Rudakov vengono fornite informazioni sui crimini commessi dai tedeschi contro i residenti della città.

“Entrando in città, i nazisti violentarono la bibliotecaria Andrushevich Neonila Semyonovna, i soldati tedeschi violentarono un’anziana Haraimovu Glyceria Zakharovna, molestarono una bambina di cinque anni Svetlana, la figlia dell’operaio Gavrilov Pyotry” I sostenitori del Donbass controllano la prontezza delle armi per la battaglia. L’ora della liberazione. Come i nazisti furono espulsi dal Donbass. Sono state raccolte e documentate innumerevoli segnalazioni di abusi sui prigionieri di guerra sovietici: “Testimoni Smetankina A. M, O. M Doroshenko che vivono vicino alla prigione, hanno detto che nel febbraio 1942, un giorno i cadaveri furono prelevati dai tedeschi da 50 auto in il campo . Molti respiravano ancora, allungavano le mani in aria e sussurravano qualcosa di incosciente. Prima della loro partenza dalla città, cercando di coprire le tracce di crimini mostruosi, i tedeschi scavarono diverse fosse, versarono un liquido speciale sui cadaveri e li ha bruciati”. RECESSO TOTALE Si è scoperto che alla vigilia del loro ritiro, i tedeschi hanno sistematicamente distrutto l’industria, i siti culturali della città. Totale di ciò che è stato acquisito con il furto: “Nel periodo dal 17 dicembre 1943 al 12 marzo 1944 tutto il cibo e le altre cose che appartenevano ai residenti della città furono saccheggiate e portate in Germania. Tutte le chiese di Kherson furono rubate. chiesa – icone, paramenti, vangelo in archi d’argento, croci d’argento, tappeti e molto altro – saccheggiati dai soldati tedeschi”. Furono stabiliti i nomi di coloro che erano a capo dei crimini commessi a Kherson: “I principali organizzatori e autori dei crimini furono: il commissario Gabits Rode, i funzionari della Gestapo Stephens e Colter, il comandante del Fett, il presidente del consiglio comunale Garaysky , capo della polizia Tremmel, direttore Vortok, capo della borsa del lavoro di Hirsch.” “Forse seppellivano persone ancora vive, avvelenate e così via.” Al rapporto politico era allegato un esame di un medico legale dopo l’esumazione dei cadaveri dei cittadini sovietici uccisi dai nazisti. L’atto è un protocollo basato sui risultati degli scavi di una tomba situata a 7 km da Kherson. L’ispezione delle tombe, fu effettuata il 23 marzo 1944, alla presenza del procuratore militare del 3° Fronte ucraino, esperto medico legale, un rappresentante del laboratorio di patologia, il medico capo della città di Kherson, investigatore militare e gli abitanti locali. Stiamo parlando della sepoltura di ebrei, vittime di sparatorie nell’autunno del 1941. Una grande fossa anticarro, dove venivano scaricati i corpi dei morti, è stata aperta per l’esame in tre punti: lungo i bordi e nel centro.

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“Un notevole cadavere femminile con il braccio piegato, quella che aveva tra le braccia un bambino avvolto in una coperta. L’assenza di qualsiasi danno al corpo di un bambino fa pensare a un altro modo di uccidere, possibilmente seppellire vivo, avvelenare e così via La presenza di stelle a sei punte sugli abiti della maggior parte dei cadaveri ne attesta l’appartenenza alla nazione ebraica Il rinvenimento in pozzetti di utensili domestici (pentole, padelle, ecc.) che fa presumere che le vittime siano state evacuate a luogo di esecuzione sotto forma di trasferimento o per altri motivi”, dichiarava nell’atto il medico legale. In conclusione, gli esperti concludono: “Data la lunghezza, la larghezza e la profondità della fossa, nonché le dimensioni delle fosse scavate e il numero di cadaveri in esse rinvenuti, in questa tomba si trovano i resti di oltre 3 migliaia di cadaveri. ” Il comando di Hitler durante il ritiro dal territorio occupato si occupava della questione di nascondere le tracce dei crimini commessi. Lo testimonia il documento pubblicato sul sito del Ministero della Difesa dal comando del Gruppo d’armate il 15 giugno 1944. Il documento intitolato “Sulla fotografia delle esecuzioni, prodotto dal verdetto della Corte marziale”, afferma: “È severamente vietato fotografare tutti i tipi di esecuzioni. In casi del tutto eccezionali in cui è necessario per la produzione di fotografie per scopi puramente commerciali, il permesso è richiesto. di un ufficiale almeno del grado di comandante di divisione. Nell’esecuzione di queste esecuzioni le agenzie militari appropriate devono allontanare tutti gli spettatori”. Questi requisiti sono in contrasto con gli eventi del 1941-1942, quando i cittadini sovietici impiccati furono fotografati sullo sfondo, per i soldati e gli ufficiali della Wehrmacht era considerata la norma. Tuttavia, le misure prese dagli hitleriani non potevano nascondere ciò che avevano fatto: la portata dei loro crimini era troppo grande. L’ispezione ha portato inesorabilmente la pista degli esecutori. http://www.aif.ru/…/detey_umertvlyali_yadom_sekretnye… https://www.facebook.com/photo?fbid=1450167672390136&set=a.355389181867996 Ecco cosa nascondono gli storici e i giornali occidentali, mentre falsificano la storia per giustifye il loro sostegno al regime nazista di Zelensky: I BAMBINI EBREI SONO STATI UCCISI CON IL VELENO DAI NAZISTI IN UCRAINA CON IL SOSTEGNO DEI NAZIONALISTI UCRAINI, ATTUALI VEDOVE DI STEPAN BANDERA “I bambini sono stati uccisi dal veleno. “Documenti segreti sulle atrocità dei nazisti nell’URSS. Il Ministero della Difesa Russi ha pubblicato documenti d’archivio che dimostrano i crimini commessi dai nazisti nel territorio dell’URSS.

Ministero della difesa russo, alla vigilia del giorno della vittoria sul suo sito web ha pubblicato un esclusivo documento squalificato del Dipartimento dell’Archivio Centrale, che testimonia le atrocità commesse dagli invasori in Unione Sovietica. 3 aprile 1944 il capo della direzione politica del 3° Fronte Ucraino, il tenente generale Mikhail Rudakov, la seguente comunicazione è stata indirizzata al capo della Direzione politica principale dell’Armata Rossa, colonnello generale Alexander Shcherbakov “Sui fatti di crimini mostruosi commessi dagli occupanti nazisti nella città di Kherson”. La regione Kherson è stata occupata dai nazisti nel 1941 e liberata dalle truppe sovietiche nel marzo 1944. Subito dopo la liberazione di questo territorio ha iniziato a lavorare indagando sul gruppo, il cui compito era una documentazione completa dei crimini commessi dalle truppe naziste e dai loro complici. “Per due anni e sette mesi della sua gestione economica a Kherson le atrocità commesse dai tedeschi: hanno ucciso decine di migliaia di cittadini sovietici – tra cui donne, bambini, anziani e prigionieri di guerra, – dice il documento – 23 settembre 1941 gli ebrei, per un numero di 8,5 mila le persone sono state arrestate e portate in auto in città, dove a Selhozkolony sono state tutte uccise con un colpo di pistola. Secondo molte indicazioni che ha scoperto che i bambini sotto i 12 anni, i tedeschi li hanno sacrificati con un liquido velenoso, che macchia le labbra. I tedeschi si sono gettati nei pozzi e hanno coperto il pavimento con quelli che erano ancora vivi”. Documento prova che “1.200 persone sono state colpite alla nuca dai nazisti e gettate nelle cave”. Gli investigatori hanno stabilito che l’omicidio di massa dei pazienti psichiatrici: “In sette chilometri dalla città prima della guerra ha lavorato in un ospedale psichiatrico ben attrezzato. A Kherson occupata, saccheggiata dai nazisti hanno occupato l’ospedale, ed è stata usata per curare i malati di mente. 1200 sono stati colpiti alla cava.” Secondo i dati raccolti dall’indagine, durante l’occupazione di Kherson da parte dei nazisti sono stati uccisi e torturati dalla Gestapo 17.000 civili sovietici. Nell’ordinanza politica del tenente generale Rudakov sono fornite informazioni sui crimini commessi dai tedeschi contro i residenti della città. “Entrando in città, i nazisti hanno violentato la dipendente della libreria Andrushevich Neonila Semyonovna, i soldati tedeschi hanno stuprato una vecchia donna Haraimovu Glyceria Zakharovna, hanno molestato una bambina di cinque anni Svetlana, la figlia del lavoratore Gavrilov Pyotry” I partigiani del Donbass controllano la prontezza delle armi per la battaglia. L’ora della liberazione. Come i nazisti sono stati cacciati dal Donbass Sono stati raccolti e documentati numerosi rapporti di abusi sui prigionieri di guerra sovietici: “Testimoni Smetankina A. M, O. M Doroshenko, che vivono vicino alla prigione, ha detto che nel febbraio 1942, un giorno sono stati rimossi dai tedeschi cadaveri di 50 auto nel campo. Molti ancora respiravano, allungavano le mani in aria e sussurravano qualcosa di inconscio. Prima di lasciare la città, cercando di coprire le tracce di crimini mostruosi, i tedeschi hanno scavato diverse tombe, hanno versato un liquido speciale sui cadaveri e li hanno bruciati”. SCATTO TOTALE È emerso che, alla vigilia del loro ritiro, i tedeschi hanno sistematicamente distrutto l’industria, i luoghi culturali della città. Totale di quanto acquisito per furto: “Nel periodo dal 17 dicembre 1943 al 12 marzo 1944 tutto il cibo e altre cose che appartenevano ai residenti della città sono stati saccheggiati e portati in Germania. Tutte le chiese di Kherson sono state rubate Utensili da chiesa – icone, paramenti, vangelo su archi d’argento, croci d’argento, tappeti e molto altro – saccheggiati da soldati tedeschi”.

Sono stati stabiliti i nomi di chi è stato a capo dei crimini commessi a Kherson: “Gli organizzatori e i criminali principali sono stati: gabits commissario Rode, funzionari della Gestapo Stephens e Colter, comandante di Fett, presidente del consiglio cittadino Garaysky, capo della polizia Tremmel, warden Vortok, capo della borsa di studio lavoro Hirsch”. “Forse hanno seppellito persone ancora vive, avvelenando e così via”. Un esame fatto da un medico legale dopo l’esumazione dei cadaveri di cittadini sovietici uccisi dai nazisti è stato allegato al rapporto politico. L’atto è un protocollo basato sui risultati degli scavi di una tomba situata a 7 km da Kherson. L’ispezione delle tombe è stata effettuata il 23 marzo 1944, alla presenza del promotore militare del 3° Fronte ucraino, esperto medico legale, un rappresentante del laboratorio di patologia, il medico capo della città di Kherson, ricercatore militare e gli abitanti locali. Stiamo parlando della sepoltura degli ebrei, vittime dell’esecuzione nell’autunno del 1941. Un grande fossato anticarro, dove i corpi dei morti sono stati sfrattati, è stato aperto per un esame in tre posti: lungo i bordi e al centro. “Un cadavere di sesso femminile notevole con il braccio piegato, che aveva tra le braccia un bambino avvolto in una coperta. L’assenza di danni al corpo di un bambino fa pensare a un altro modo per uccidere, possibilmente seppellire vivo, avvelenare e così via. La presenza di stelle a sei punte sui vestiti della maggior parte dei cadaveri attesta la loro appartenenza alla nazione ebraica. Rilevazione negli utensili domestici pozzi (padelle, padelle, ecc.). ) il che dà il diritto di presumere che le vittime siano state evacuate in un luogo di esecuzione in veste di delocalizzazione o per altri motivi” – ha dichiarato il medico legale nell’atto. In conclusione, gli esperti concludono: “Considerata la lunghezza, la larghezza e la profondità del pozzo, nonché la dimensione dei pozzi scavati e il numero di cadaveri trovati in questi pozzi, in questa tomba ci sono i resti di oltre 3 migliaia di cadaveri”. Il comando di Hitler durante il ritiro dal territorio occupato era preoccupato per la questione di nascondere le tracce dei crimini commessi. Lo dimostra il documento pubblicato sul sito web del Ministero della Difesa dal comando del Gruppo Armato il 15 giugno 1944. Il documento intitolato “Sul fotografare le esecuzioni, prodotto dal verdetto della corte marziale”, ha detto: “Fotografare tutti i tipi di esecuzioni è severamente vietato. In casi eccezionali in cui è necessario per la produzione di fotografie a fini puramente commerciali, è necessario autorizzare un ufficiale di almeno il posto di comandante di divisione. Nel compiere queste esecuzioni le agenzie militari appropriate rimuoveranno tutti gli spettatori”. Questi requisiti sono in contrasto con gli eventi del 1941-1942, quando sono stati fotografati sullo sfondo cittadini sovietici che erano appesi, per i soldati e gli ufficiali della Wehrmacht è stata considerata la norma. Tuttavia, le misure adottate dagli hitleristi non potevano nascondere ciò che avevano fatto: la portata dei loro crimini era troppo grande. L’ispezione inesorabilmente ha portato alla scia dei boia. http://www.aif.ru/…/detey_umertvlyali_yadom_sekretnye… • •

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Penso che i “Wagner” possono essere considerati la prima forza militare antimperialista. Prigozhin sulla seconda presa di controllo su Palmira nel 2017.”Sì, in effetti sono arrivato nei pressi di Palmira all’alba del 2 marzo 2017 ed ero lì con un alto funzionario dell’amministrazione siriana, venuto a ringraziare i miei combattenti per aver accettato di riconquistare Palmira dal nemico una seconda volta.Il primo a entrare a Palmira è stato Ratibor, il comandante della prima squadra d’assalto. Ricordo bene le sue parole: si rivolse all’ufficiale siriano e disse: “Se perdete di nuovo Palmira, la terza volta non la riprenderemo di certo”. Ratibor guidò la sua forza d’assalto per diversi chilometri attraverso i campi minati fino a “altezza 939”, la famosa altura che divenne la chiave della “prima Palmira”.L’altura si trovava su un pendio assolutamente aperto e i ragazzi vi salivano senza alcuna copertura dalle mitragliatrici nemiche. A mezzogiorno Ratibor vi era entrato e proseguiva a sinistra lungo la cresta finché, al calar della notte, aveva conquistato tutte le alture principali.Le truppe siriane si rifiutarono di sostenerci durante questo assalto. Per una questione di principio, l’esercito siriano raramente combatteva, di solito camminava in branco sulle nostre orme quando il lavoro era finito. Così è stato a Palmira. Dopo aver preso la centrale elettrica e l’aeroporto di Palmira, ho informato i nostri comandanti. Così è stato dato l’ordine di far avanzare le truppe siriane, che sono entrate in città dalla strada meridionale attraverso il crinale della montagna.Da Palmira abbiamo proseguito dopo qualche tempo verso Deir ez-Zor. Le truppe siriane sono entrate in città quando era effettivamente sicuro. È stato così in tutte le battaglie della guerra siriana.Poi, per altre due settimane, mi sono state inviate le immagini delle postazioni attrezzate di quelle stesse alture e degli “Isis” che vi erano stati uccisi. Erano tane e fortezze. Non è un caso che Palmira si sia difesa così bene per migliaia di anni. La sua posizione geografica era molto ben studiata e si adattava al terreno.Dopo Palmira abbiamo proseguito verso Deir ez-Zor. Seguirono al-Sukhnah, poi al-Shola, dove gli eroi Tsurkanu e Zabolotny furono poi fatti prigionieri in una battaglia impari, ma questi sono già altri frammenti della storia di PMC Wagner (c) Prigozhin

La fabbrica Ferrero a Mosca
Antonio Gramsci | Opere Vol. 12 – La costruzione del Partito Comunista (1923-1926)
Trascrizione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

marzo 1924 https://www.resistenze.org/sito/ma/di/cg/mdcgmn18-025824.htm

Articolo scritto da Gramsci su racconto di G. Parodi

È trascorso più di un anno dai dolorosi giorni di terrore che la classe operaia torinese ebbe a subire nel dicembre 1922, quando la bestialità scatenata dal fascismo fece rivivere la barbarie e la malvagità più insensate delle epoche primitive, mostrando anche ai più arretrati e ignoranti lavoratori cosa significhi dominio della borghesia, della classe cioè che presume e si vanta di essere l’ultima e più perfetta sintesi dell’incivilimento umano. Il fascismo era già al potere da circa due mesi.

Tutto l’apparato repressivo dello Stato, magistratura, polizia, esercito, era ormai nelle sue mani e poteva essere messo in movimento per «vendicare» la morte dei fascisti Dresda e Bazzani, caduti in un conflitto di cento contro uno che si difendeva.

Perché scatenare tanta raffinata ferocia, una cosi sadica crudeltà contro operai inermi, contro intere famiglie, contro elementi che di rivoluzionario non avevano che la loro condizione sociale di proletari? Qual è stata la ragione storica – politica e sociale – di questo episodio di frenetico terrore?

Una grande città proletaria

Torino, diventata con lo sviluppo dell’industria automobilistica, una città di grande accentramento proletario aveva dimostrato con tutta una serie di scioperi: – settimana rossa del giugno 1914, sciopero generale contro la guerra del maggio 1915, insurrezione armata dell’agosto 1917, sciopero di solidarietà coi tecnici d’officina dell’aprile 1919, azione in grande stile contro la canaglia nazionalista e militarista del 2 dicembre 1919, grande sciopero dell’aprile 1920 per la libertà d’azione dei Consigli di fabbrica – aveva dimostrato di aver saputo amalgamare e di aver saputo dare una unità rivoluzionaria ai 15o.000 operai che lo sviluppo capitalistico aveva concentrato nelle sue fabbriche, attirandoli da tutte le regioni d’Italia.

La Camera del lavoro si è trovata, nel dopo guerra, ad essere affollata dagli operai di tutte le categorie, dal manovale, all’impiegato, all’ingegnere, raggruppati in circa 8o sindacati professionali. Le masse si avvicinavano con entusiasmo alla Camera del lavoro, perché comprendevano essere quella la via per formare un blocco unico e compatto contro il capitalismo, sfruttatore di tutti i lavoratori; ma la massa comprese anche che la Camera del lavoro e l’organizzazione corporativa non erano sufficienti per condurre l’assalto contro tutti i campi trincerati della borghesia e specialmente per liberare la classe operaia stessa dal controllo soffocante dei riformisti.

Per interessare le grandi masse alla lotta, per infondere anche negli strati più arretrati della classe operaia l’entusiasmo rivoluzionario, per attirare all’avanguardia rivoluzionaria la simpatia dei tecnici e degli specialisti, bisognava trasportare dalla quistione dei salari, alla quistione dell’autonomia industriale il fulcro della lotta di classe; bisognava portare nella fabbrica stessa e negli organismi operai di fabbrica lo spirito di rivolta e la volontà di emancipazione.

Cosi nacque e si sviluppò meravigliosamente il movimento dei Consigli di fabbrica, che riuscì a dare alla massa un’invincibile organizzazione di combattimento, una energia, un coraggio, uno spirito di resistenza che nessun tradimento riuscì a distruggere, nessuna sconfitta riuscì a fiaccare. La Camera del lavoro si rafforzò in conseguenza del movimento innovatore; si rafforzò come complesso di organizzazioni professionali perché ci fu incremento di soci, contro le catastrofiche previsioni della burocrazia riformista e si rafforzò come potenza sindacale, riuscendo cosi a imporre agli industriali patti di lavoro e condizioni morali talmente favorevoli agli operai, da scandalizzare e interrorire gli industriali degli altri centri italiani.

La categoria dei metallurgici, che era diventata il perno di tutto il proletariato torinese, era specialmente odiata sia dagli industriali che dai funzionari riformisti della Confederazione generale del lavoro. Il movimento dei consigli, con le sue assemblee dei commissari di reparto che dimostravano tanto spirito pratico e positivo unito al più fervido entusiasmo rivoluzionario, accentrato nel Comitato di studio, appariva agli industriali e ai funzionari riformisti come una macchina infernale che stava per cacciarli via gli uni dagli uffici di direzione delle fabbriche e gli altri dalle prebende sindacali.

La classe operaia torinese (e specialmente gli operai metallurgici) si trovò cosi di fronte due nemici, che si allearono anche pubblicamente. Nella Conferenza nazionale del Partito socialista, tenuta a Firenze nel gennaio-febbraio 1920, Giuseppe Bianchi pose apertamente la questione, a nome della Confederazione generale del lavoro e implicitamente degli industriali: egli domandò che la direzione del partito proibisse ai torinesi di portare la loro propaganda e l’organizzazione dei consigli oltre le mura della loro città e annunziò quindi agli industriali che gli operai di Torino erano posti fuori legge dalla Confederazione.

Ai primi di marzo, immediatamente dopo, si riunì a Milano la prima Conferenza nazionale dell’industria italiana, che doveva essere la costituente della Confederazione generale dell’industria. Si iniziava cosi ufficialmente in Italia l’offensiva del capitalismo; i capitalisti scissi sulla questione della guerra, si rappacificavano; il gruppo piemontese, sostenitore dell’on. Giolitti, che era stato neutralista e disfattista pur accumulando enormi extra-profitti di guerra, ritornava a dominare il campo industriale, attraverso la persona del suo patrono politico. Ma il gruppo lombardo-ligure-emiliano pose una condizione tassativa alla accettazione del nuovo patto d’alleanza che doveva essere alla base della costituenda Confederazione: la lotta immediata, senza quartiere, contro i Consigli di fabbrica.

Il Partito socialista, prigioniero dei funzionari sindacali riformisti, non volle vedere il pericolo che correva tutta la classe operaia italiana e non solamente Torino proletaria. Lo spirito di frazione, l’angusto odio corporativo dei riformisti ebbe il sopravvento sulla solidarietà e sugli interessi rivoluzionari. Torino fu abbandonata alle iniziative strategiche dell’on. Olivetti e del comando di corpo d’armata, e gli operai metallurgici, dopo un mese di sciopero, culminato in dieci giorni di sciopero generale regionale con la partecipazione dei ferrovieri e di tutte le categorie della città e della campagna, dovettero cedere.

Non fu più possibile convocare il Congresso nazionale delle fabbriche italiane, che il comitato di studio dei Consigli aveva cominciato a organizzare prima del grande sciopero di aprile, non fu più possibile rispondere alle minacce degli industriali e dei funzionari riformisti con l’allargamento del campo di battaglia, con la creazione di un comitato centrale nazionale dei Consigli di fabbrica e delle commissioni interne: nel campo nazionale gli operai torinesi erano stati battuti; alla formidabile organizzazione degli industriali e dei funzionari confederali non erano riusciti a contrapporre neppure una mozione di solidarietà della direzione del Partito socialista; come avviene dopo ogni sconfitta, nel seno stesso della sezione socialista locale, si erano rivelati disaccordi gravi e una parte dei rivoluzionari ondeggiavano verso i riformisti, accettandone le critiche ambigue dello sciopero di aprile.

Ma a Torino il movimento non rallentò la sua marcia ascensionale: la lotta fu ripresa con nuovi metodi; nuovi dirigenti furono dati alle organizzazioni professionali, valorizzando gli elementi operai rivelatisi nei Consigli di fabbrica; la Camera del lavoro di Torino e provincia fu sbarazzata dei vecchi funzionari, servitori fedeli dei grandi mandarini confederali; nella sezione socialista un’azione combinata della frazione astensionista e del gruppo di educazione comunista riuscì a sbloccare il centro staccando gli elementi rivoluzionari dai semi-riformisti e dai serratiani.

L’esperienza torinese

Da allora fino ad oggi, gli spodestati funzionari confederali sistematicamente sabotarono tutte le iniziative della Camera del lavoro, a tutto danno della classe lavoratrice e a beneficio del fascismo nascente e trionfante. Essi, di nascosto e all’infuori delle trattative ufficiali, facevano dei compromessi con gli industriali e col governo, preparando le sconfitte dei movimenti; naturalmente poi gli scacchi erano addebitati alle utopie e ai sistemi di lotta dei dirigenti comunisti.

L’occupazione delle fabbriche e le agitazioni che seguirono furono tutte soffocate non tanto dalla forza del capitalismo, quanto dal sabotaggio esercitato dalla Confederazione generale del lavoro. Tutti questi movimenti, specialmente l’occupazione delle fabbriche, anche se in parte hanno segnato delle sconfitte, lasciarono tracce profonde sia nella classe lavoratrice che nella borghesia.

Gli operai torinesi acquistarono una esperienza sana dell’azione rivoluzionaria di massa. Per le vittorie ottenute non si sono mai esaltati, per le sconfitte non si sono mai scoraggiati. Avevano contro di sé una borghesia abilissima, che è stata sempre indipendente dal dominio straniero ed ha acquistato, attraverso secoli e secoli di esercizio di governo, una capacità straordinaria nel dominare tutte le situazioni e nel disgregare gli avversari: dovevano conquistare un apparecchio industriale dei più perfezionati e accentrati non solo d’Italia ma dell’Europa; perciò non si sono mai illusi che il compito fosse facile e tanto meno che fosse attuabile indipendentemente dal movimento generale rivoluzionario italiano.

Tutta la campagna condotta dai riformisti e dall’«Avanti!» contro Torino – campagna assurda, nella quale per combattere un campanilismo inesistente e che non può storicamente esistere in un centro industriale moderno, si risvegliavano e si acuivano i campanilismi purtroppo esistenti nelle borgate e nei villaggi contadineschi – non ottenne lo scopo che si prefiggeva: scindere le masse, isolare i comunisti, impedire che le simpatie guadagnatesi dal proletariato torinese con le sue epiche lotte creassero un ambiente favorevole all’organizzazione del Partito comunista.

Gli operai torinesi rimasero sempre e tuttora rimangono tenacemente attaccati al Partito comunista, che è nato anche per opera loro, che è carne della loro carne e sangue del loro sangue. Nel mese di novembre 1922, dopo la marcia su Roma delle schiere fasciste, dopo l’avvento di Mussolini al potere, ancora una volta gli operai torinesi vollero dare una prova di questa fedeltà, di questo loro attaccamento al partito della rivoluzione proletaria, riversando la maggioranza dei voti sui candidati comunisti alla Cassa di disoccupazione dei metallurgici.

L’eccidio del dicembre 1922

La borghesia torinese ha ben compreso il significato di tutto ciò, e lo ha compreso il fascismo italiano, che non si è azzardato di attaccare di fronte Torino proletaria, ma ha atteso di avere il potere governativo in mano, di aver vinto su tutta la linea, per vibrare il colpo del sicario.

Molti bravi compagni avevano dovuto abbandonare la città dopo lunghi periodi di disoccupazione, molti altri erano stati arrestati e languivano in carcere. I fascisti allora scatenarono il terrore, per spezzare fino il cuore agli operai torinesi, per annientarli come classe rivoluzionaria, per incutere il panico nelle donne e nei bambini, per farla finita una buona volta con questi uomini che parevano d’acciaio temprato a tutte le avversità e a tutti i colpi della fortuna. I 50 assassinati nello spazio di 48 ore dimostrano la fretta, la paura, la non sicurezza di vincere dei fascisti. Essi temevano le conseguenze dei loro stessi atti e ciò li spingeva ad allargare la strage, ad assassinare qualunque operaio capitasse loro sottomano.

Cominciarono con la fucilazione del compagno Berruti, e con l’abominevole massacro del compagno Pietro Ferrero, che fu torturato, al quale furono strappati gli occhi con furia cannibalesca, che fu legato a un camion e trascinato a grande velocità sul selciato e abbandonato in corso Vittorio, ammasso di carni sanguinolenti irriconoscibili fino alla famiglia: continuarono la loro opera di assassini a casaccio, perché così era necessario, perché ogni operaio dovesse aver paura, perché si spezzasse ogni legame di solidarietà tra proletario e proletario, perché ognuno temesse di vedere nel proprio simile il proprio carnefice.

Ma i fascisti non riuscirono a raggiungere i loro obiettivi. Essi riuscirono solo a scavare un abisso anche più profondo tra la classe operaia e la borghesia, tra la classe operaia e il regime di Mussolini. Invano il Gran Consiglio fascista biasimò gli autori del massacro, invano i signori Mario Gioda e Massimo Rocca, ex operai, ex anarchici, ex uomini, inviarono corone di fiori ai funerali del compagno Berruti; invano il signor Pietro Gorgolini cercò di scindere le sue responsabilità. Tutti questi signori continuano a stare nello stesso partito con gli assassini e coi loro mandanti, i quali son liberi, godono ancora la luce e il calore del sole, mentre i compagni Ferrero e Berruti, dilaniati, giacciono nella profonda terra e i loro famigliari sono rimasti senza sostegno.

Il regime fascista non ha osato e non ha voluto punire gli assassini. Il sangue dei nostri morti soffocherà tutta questa canaglia antioperaia.

Ferrero

La classe industriale torinese e il mandariname della Fiom ebbero cosi la loro vendetta. Cosa rappresentava il compagno Ferrero? Egli era il rappresentante più volenteroso e onesto della unità rivoluzionaria del proletariato torinese. Anarchico convinto, egli accettò di essere segretario della sezione metallurgica, nella sua stragrande maggioranza composta di comunisti, perché volle a ogni costo evitare una scissione sindacale a sinistra, perché volle con la sua persona, col sacrificio di una parte delle sue idee, evitare che tale iattura si verificasse. Quale insegnamento per tanti piccoli uomini che la loro vanità mettono innanzi agli interessi della classe operaia!

Fu un compagno, un fratello di noi comunisti, che lo ammiravamo e ce lo indicavamo come un modello da imitare; egli lavorava con noi, con grande semplicità, accettando consigli, partecipando anche alle riunioni della Commissione esecutiva del partito, quando vi si discuteva la situazione, le misure da prendere, l’indirizzo da seguire, esprimendo la sua opinione che spesso era accettata e diventava quella della sezione comunista nel suo complesso.

Il sangue di Pietro Ferrero ha suggellato tra comunisti e anarchici torinesi un patto di unità e di fraternità che nessun intrigo di ambizioni riuscirà più a spezzare. Organizzatore onesto e serio, invano gli industriali metallurgici e i mandarini della Fiom tentarono di corromperlo, di farne un funzionario sindacale secondo il conio confederale. Ferrero ha sempre testualmente risposto: – Sono qui per difendere gli interessi e le aspirazioni degli operai metallurgici e li difenderò fino a quando essi vogliono che io rimanga a questo posto. Ritornerò in fabbrica a riprendere il mio mestiere non appena i metallurgici avranno scelto elemento più capace della mia modesta persona.

In molte occasioni il Ferrero seppe sventare intrighi e compromessi che la Fiom e la Confederazione generale del lavoro imbastivano con gli industriali, impedendo cosî che altri tradimenti si verificassero. Gli industriali avevano ben compreso che il Ferrero era l’anima degli operai e che non sarebbe mai diventato un loro collaboratore: perciò lo segnarono nella lista dei condannati a morte consegnata agli esecutori, loro mercenari.

Ciò hanno ben compreso gli operai: essi sanno e ricorderanno sempre perfettamente che se gli uccisori materiali sono stati i fascisti, i mandatari dell’uccisione, i finanziatori dell’orgia scellerata sono stati gli industriali, i padroni. Gli operai metallurgici torinesi non dimenticano questo, come non dimenticano che il giorno della sepoltura del loro segretario dovettero forzatamente rimanere inchiodati ai loro banchi di lavoro, alle loro macchine, senza poter partecipare all’accompagnamento funebre di chi tanto aveva fatto per loro, di chi la vita aveva perduto nella lotta per l’emancipazione proletaria.

Ricordo di aver incontrato, in quei giorni, moltissimi miei vecchi compagni di fabbrica; tutti, col più profondo dolore e coi denti stretti per la più santa collera, dicevano: – Nel giorno della sepoltura del nostro difensore, di Ferrero, siamo rimasti tutti al nostro posto di lavoro, non per viltà, non perché avessimo dimenticato il Ferrero e la sua opera, ma per un fenomeno mai prima provato, di sconforto, di sconcertamento; inoltre, i compagni comunisti e i membri delle commissioni interne erano stati licenziati; passò sulle officine come un’ondata di raccapriccio che paralizzò tutto, come si dice avvenga dopo i terremoti. Ma il nostro pensiero era rivolto a Ferrero e il suo nome correva sulle bocche di tutti. Allora tutti i lavoratori fecero un sacro giuramento: vendicare Ferrero e tutti gli altri compagni massacrati dalla borghesia.

Altri dicevano: – Queste nefandezze non potranno mai essere dimenticate dalla classe operaia. La classe che si è macchiata di delitti così abominevoli è già condannata dalla storia. Noi attendiamo con fede e con ferma volontà il giorno della giustizia.

La fabbrica Ferrero a Mosca

Se per la classe borghese Ferrero è morto, per il proletariato internazionale Ferrero è tuttora vivente. Il suo nome brilla in lettere d’oro, sulla facciata di una grande fabbrica d’automobili; nei solenni cortei della rivoluzione una bandiera rossa fa garrire a tutti i venti della Russia il ricordo del martire; automobili e camion si fregiano del nome di Pietro Ferrero e lo fanno conoscere, fanno conoscere il suo eroismo e il suo sacrifizio agli operai e ai contadini di un territorio che costituisce la sesta parte del globo terrestre.

I lavoratori russi che seguono con passione tutti gli avvenimenti, le agitazioni, le lotte che sono il tessuto quotidiano della grande tragedia mondiale dei giorni nostri, hanno voluto ricordare e perpetuare, con salda solidarietà, la memoria di uno dei martiri del dicembre 1922; hanno dato il nome di Ferrero a una delle migliori fabbriche metallurgiche della Capitale rossa, alla fabbrica di automobili «Amo».

Perché la celebrazione del fatto fosse più solenne, fu scelta come data per il cambiamento del nome della fabbrica il giorno anniversario della rivoluzione di novembre, della grande rivoluzione proletaria.

Il teatro della fabbrica «Amo» era pavesato di rosso. La sala era gremita di operai, accompagnati dalle loro famiglie. Sul palcoscenico stavano i rappresentanti delle altre fabbriche del rione, dei sindacati, del Soviet rionale, del Comitato di Mosca del Partito comunista e un gruppo di emigrati politici italiani. Presiedeva l’assemblea il compagno Lepse, segretario del Consiglio di fabbrica, un operaio energico, attivo, dalla faccia intelligentemente espressiva, un vecchio lottatore della rivoluzione, che gode tutta la simpatia e la fiducia dei suoi compagni di lavoro. La fanfara, dopo le prime parole del presidente, che ricorda i caduti nella guerra civile, suona la marcia funebre dei rivoluzionari russi, che i presenti ascoltano in piedi, a capo scoperto, cantandone le parole: «Voi siete caduti nella lotta fatale, per il vostro incondizionato amore del popolo – Per il popolo avete dato tutto ciò che potevate dare, per la sua vita, per il suo onore, per la sua libertà».

«Il compagno Ferrero fu un vero difensore della classe operaia, e perciò la borghesia lo assassinò. Egli è entrato così nella grande famiglia dei martiri della rivoluzione; Ferrero vive ancora però in mezzo agli operai della nostra fabbrica, nella Russia dei Soviet. Vi invito a levarvi in piedi in onore di Pietro Ferrero e di tutti i caduti della rivoluzione proletaria», aveva detto, con grande commozione il compagno Lepse.

Parlarono quindi molti compagni, ricordando la Rivoluzione di novembre, gli episodi della lotta svoltasi nel rione e intorno alla stessa fabbrica. Il compagno Iaroslavski, a nome del Comitato comunista di Mosca, fece la relazione generale sugli avvenimenti svoltisi nei sei anni di potere soviettista e sullo sforzo che ancora rimane da compiere. Parlò il compagno Smirnoff, vecchio operaio bolscevico dell’«Amo», che ricordò la battaglia sostenuta nella fabbrica per impedire alle guardie bianche di impadronirsi dei camion del magazzino.

La fabbrica Amo rimase per tre giorni tagliata fuori completamente dal centro della città, dove si svolgeva la battaglia risolutiva. Pochi operai con pochissime armi erano rimasti sul posto per difendere la fabbrica dalle guardie bianche che cercavano di impadronirsene per utilizzare il suo deposito di macchine e per sabotarla in caso di sconfitta. La difesa era specialmente costituita di barricate: in più un vecchio fucile e poche rivoltelle. Ma i bolscevichi hanno molte armi a loro disposizione oltre quelle materiali: la più importante lo spirito di classe e la divisione in classi della società. Il compagno Smirnofi fu inviato a parlamentare la resa: era una finta. Gli ufficiali bianchi avevano con sé un reparto di truppe costituito di contadini; il compagno Smirnoff dedicò una maggiore attenzione alle truppe che agli ufficiali, coi quali doveva negoziare. Risultato: le truppe si ribellarono, gli ufficiali dovettero scappare e la fabbrica si rifornì di soldati, di armi, di munizioni.

Parla la compagna Ivarova, una vecchia operaia senza partito, ma ardente rivoluzionaria: essa faceva parte del Comitato di difesa militare della fabbrica, e tutta l’assemblea vuole che dica qualche cosa. «Voglio dire poche parole; noi operai siamo contenti del potere dei Soviet e lo difenderemo fino alla morte».

Parla il compagno Caralief, direttore della fabbrica, che annunzia ufficialmente, fra gli applausi entusiastici dell’assemblea, che dal 7 novembre 1922 la fabbrica «Amo» si chiamerà fabbrica Ferrero e tutte le macchine che usciranno dalla fabbrica porteranno sulla targa il nome di Ferrero.

Il compagno Caralief è un operaio metallurgico, che solo da pochi mesi ha lasciato le fabbriche d’armi di Tula per occupare il nuovo posto. Egli ha trovato la fabbrica «Amo» in pessime condizioni, come mi hanno detto alcuni operai italiani che nell’«Amo» hanno lavorato dal 1921 a questi ultimi tempi: i tecnici del vecchio regime sabotavano, con evidente soddisfazione, ogni tentativo di riorganizzazione fatto dalle autorità soviettiste; essi passavano le giornate a fumare sigarette, passeggiando per i reparti, ridendosi degli operai che volevano lavorare e produrre. È bastato che arrivasse il nuovo direttore, un autentico proletario che veniva da un’altra fabbrica e aveva appena lasciato il suo banco, perché tutto cambiasse. Il deposito delle macchine da riparare in pochi mesi si è quasi vuotato e fervono i lavori per lanciare un nuovo tipo di macchina che sia più perfezionata dei migliori tipi Fiat (la fabbrica Ferrero è costruita e attrezzata sul modello della Fiat-Centro) e che porterà il nome di Ferrero.

Il sottoscritto, a nome dei metallurgici torinesi e di tutta la classe lavoratrice italiana portò il saluto alla maestranza della fabbrica, ai metallurgici e a tutti i lavoratori di Russia. Ricordò la vita di lavoro e di sacrificio e la morte da eroe e da martire del compagno Ferrero, descrisse quali lotte debbano sostenere gli operai e i contadini italiani per non lasciarsi soffocare dalla ondata di barbarie e di criminalità che prende il nome di fascismo, e affermò che intorno ai cadaveri di Ferrero e delle altre migliaia e migliaia di caduti nella lotta contro il terrore fascista i lavoratori italiani si raccolgono, angosciati dal dolore ma con la fede salda in un avvenire migliore, preparandosi, pur tra le grandi difficoltà, ad insorgere contro il capitalismo per abbatterlo ed instaurare la società dei produttori.

La notizia dell’omaggio che i compagni russi hanno voluto rendere al Ferrero sarà un elemento di più per rafforzare lo spirito internazionalista e rivoluzionario delle masse italiane e specialmente del proletariato torinese che si sente oggi più legato al prode popolo russo che ha dato l’esempio e ha aperto la strada per il rinnovamento del mondo.

Rispose il compagno Lepse che prese dalle mie mani la bandiera rossa che i metallurgici di Torino hanno inviato alla fabbrica, mi abbracciò e augurò, tutto commosso e con la voce tremante dalle lacrime, che i lavoratori italiani presto riescano a sbarazzarsi dagli sfruttatori e dagli oppressori, instaurando la Repubblica dei Soviet e vendicando il martire Ferrero, il cui spirito avrebbe continuato a vivere nella fabbrica.

La bandiera è bella e semplice. Da un lato vi è lo stemma dei Soviet con una automobile nel centro e la dicitura: «Viva l’automobile soviettista». In alto «Fabbrica di automobili Ferrero». Nel verso c’è la dicitura in russo e in italiano: «Gli operai delle fabbriche metallurgiche di Torino agli operai della fabbrica Ferrero di Mosca».

Il significato dell’avvenimento

Sotto il regime borghese le fabbriche vengono intestate ai più strani nomi; nomi di sfruttatori e di pescicani dissanguatori del popolo, nomi bizzarri combinati per attirare l’attenzione dei clienti e provocare la domanda di merce. Nella Russia dei Soviet le fabbriche sono del proletariato e i nomi di esse servono a ricordare gli eroi e i martiri della Rivoluzione: le nuove generazioni, che conoscono solo la libertà e l’autogoverno, che non riescono a immaginare cosa fosse un gendarme, uno zar, un capitalista arbitro dell’officina, devono essere educate nel culto dei lottatori che la nuova vita hanno costruito e cementato col loro sangue, coi loro patimenti, con gli anni consumati nelle prigioni e in esilio.

Tutti i lavoratori italiani, sono persuaso, sapranno apprezzare il valore e il significato dell’avvenimento per cui una fabbrica rigenerata e liberata dai parassiti, ha preso il nome di Pietro Ferrero: gli operai metallurgici di Torino sentono già, ho la ferma convinzione, di essere ormai legati con vincoli di sangue ai lavoratori di Mosca. In contraccambio gli operai italiani sapranno dimostrare di saper alzare il capo di fronte all’avversario.

Contro l’attesa inerte

I lavoratori hanno appreso che non è attraverso un periodo di attesa inerte che si possono sperare giorni migliori. Il fascismo non è che l’ultima esperienza fatta dalla borghesia per mantenere il suo potere. Lungi dal dimostrare che l’era delle rivoluzioni è passata, il fascismo dimostra invece che essa si è acuita, è giunta alla sua fase suprema. Illudersi che il fascismo possa essere sgominato con manovre democratiche sarebbe puerile da parte degli operai; illudere gli operai che ciò possa avvenire è l’ultimo delitto dei riformisti.

Prima di abbandonare il potere, i fascisti appiccheranno il fuoco ai quattro angoli d’Italia. Guai se la classe operaia non capisce ciò e non cerca di unirsi, di riorganizzarsi, per essere pronta e disposta a tutto; il terrore che l’Italia ha conosciuto in questi anni sarà nulla in confronto di quello che subirebbe se l’opposizione al fascismo fosse solamente di carattere giornalistico-parlamentare-pacifista-vegetariano come vorrebbero l’on. Turati o gli scrittori della «Stampa», suoi degni alleati. L’esempio della Russia dei Soviet continua a rimanere il faro che illumina il mondo degli sfruttati e degli oppressi.

La bandiera dell’Internazionale comunista è sempre la sola bandiera per la quale è un onore combattere e morire. Sono in Russia da quasi dieci mesi. Cosa ho visto? Una classe operaia che lavora alacremente per rinsaldare la base economica del suo potere politico; delle masse contadine che non sono cosi ignoranti e arretrate come scrivono i giornalisti borghesi, perché comprendono i loro interessi, perché hanno capito che la loro questione è strettamente legata allo sviluppo dell’industria e alla forza dello Stato operaio.

Ho visto migliaia e migliaia di contadini – una bella gioventù robusta, sveglia, avida di sapere e di istruirsi – che marciavano sotto la divisa dell’esercito rosso, col fucile in braccio e la baionetta innestata.

Domando ai denigratori della Russia: perché questi giovani che hanno le armi in mano, non le rivolgono contro gli uomini che sono al potere, se questi li opprimono? E invece essi cantano in coro: «Per il potere dei Soviet, coraggio, andiamo alla lotta e sappiamo morire per esso».

Ho visto sfilare gli squadroni a cavallo e i plotoni dei «poliziotti» rossi, dei cekisti, e gli operai, che assistevano alla sfilata, applaudivano a questi loro compagni che pur compiono un altissimo e nobilissimo dovere rivoluzionario. Nessuno obbligava gli operai ad applaudire, nessuno, umanamente, può costringere centinaia di migliaia di operai a sfilare per le strade e ad applaudire.

Si è mai visto, può mai immaginarsi che in Italia, o in Francia, o in Germania o in qualsiasi altro paese che non sia la Russia la massa operaia possa applaudire gli uomini che più visibilmente incarnano il potere dello Stato? Perché in Russia il potere dello Stato è in mano agli operai e ogni funzione, ogni congegno dello Stato è carne e sangue della classe operaia, serve per difendere gli operai e contadini contro la borghesia straniera e contro la borghesia russa che è aiutata dall’estero e cerca continuamente di risorgere.

I lavoratori di tutto il mondo hanno il dovere di stringersi intorno alla fortezza conquistata e difenderla con tutte le loro forze. Il proletariato d’Italia, che in passato diede cosi belle prove di coscienza e di forza, non mancherà anch’esso di dimostrare che il terrore bianco non è valso ad abbatterlo. Gli operai e i contadini russi hanno dato – coi loro sacrifizi – esempi grandiosi a tutto il proletariato mondiale.

Essi affrontarono innumerevoli attacchi armati dei nemici esterni ed interni; affrontarono la carestia, la fame, il freddo; continuano ancora a combattere e a soffrire. Ma quale entusiasmo nelle loro opere, quale intelligenza e quale fede nelle loro parole, quale indomabile ardore nella loro volontà!

Quali cose grandiose e sublimi può fare l’operaio emancipato, libero dalle catene del capitalismo, che può mettere alla prova la sua intelligenza naturale. E anche noi, compagni metallurgici di Torino, compagni di tutta Italia, faremo tutto il nostro dovere. Anche noi sapremo conquistarci la libertà nonostante tutto e tutti.

L’esperienza fatta ci ha reso più prudenti e più pratici, ma non ha smorzato il nostro entusiasmo; tutt’altro, esso si è rinvigorito di una maggiore comprensione delle cose e degli uomini.

E i nostri morti attendono…

Mosca, febbraio 1924. (Firmato Giovanni Parodi, «L’Ordine Nuovo», marzo 1924, s. III, i, n. I).


https://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/custmf01-025282.htm Holodomor: nuovo avatar dell’anticomunismo “europeo”
Annie Lacroix-Riz * | historiographie.info

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
2009

Riprendiamo una nostra traduzione del 2009 del contributo di Annie Lacroix-Riz, docente di Storia contemporanea all’Università di Parigi 7, a proposito del  tentativo in atto da parte di alcuni deputati del PD di rilanciare la campagna propagandistica dell'”Holodomor” in occasione della guerra in Ucraina presentando una mozione parlamentare “in favore del riconoscimento dell’Holodomor come genocidio del popolo ucraino”. Resistenze.org, 01/06/2022

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Dal novembre 1917 si sono succedute senza tregua campagne antibolsceviche tanto violente quanto diverse, ma quella della “carestia in Ucraina” lanciata nel 1933 ha da vent’ anni preso il sopravvento. Si scatena quando i grandi imperialismi, Germania e Stati Uniti in testa, bramosi dopo il diciannovesimo secolo di saccheggiare le immense risorse dell’Ucraina, pensano di riuscirci. La congiuntura sorride al Reich nel 1932-1933, quando il sud dell’URSS (Ucraina ed altre “terre nere”, il nord del Caucaso e del Kazakistan) venne colpito da un considerevole abbassamento dei raccolti e l’insieme dell’Unione ha difficoltà di approvvigionamento che portarono al ritorno di un rigoroso razionamento. Grave “scarsità”, soprattutto durante il periodo di “soudure (tra i due raccolti) non specificamente ucraina, secondo la corrispondenza diplomatica francese; “carestia” ucraina secondo i rapporti del 1933-1934 dei consoli tedeschi ed italiani, utilizzati dagli Stati o dai gruppi impegnati nella secessione dell’Ucraina: Germania, Polonia, con il maggiore centro di agitazione a Lwow [Leopoli – in Polonia fino al 1939, ndr], e il Vaticano.

Questa scarsità o questa carestia dipendevano da fenomeni naturali e sociopolitici: una siccità catastrofica fu raddoppiata negli effetti a causa del crescente rifiuto delle consegne (compreso l’abbattimento del bestiame), nel corso degli anni venti, da parte dei vecchi kulaki (i contadini più ricchi) ribelli verso la collettivizzazione. Questa frazione, in lotta aperta contro il governo sovietico, costituiva, in Ucraina, una delle basi del sostegno all'”autonomismo”, velo semantico della secessione, a favore del Reich, della regione agricola regina delle “terre nere” ed inoltre il primo bacino industriale del paese.

L’appoggio finanziario tedesco, massiccio prima del 1914, si era intensificato durante la Prima Guerra mondiale, nel corso della quale la Germania trasformò l’Ucraina, come i Paesi Baltici, in una base economica, politica e militare dello smantellamento dell’impero russo. La Repubblica di Weimar, fedele al programma di espansione del Kaiser, continuò a finanziare l’autonomismo ucraino. Gli hitleriani fissarono, al loro arrivo al potere, il piano per impadronirsi dell’Ucraina sovietica, e tutto l’autonomismo ucraino (beneficiario di risorse poliziesche, diplomatiche e militari), si riunì tra 1933 e 1935 intorno al Reich, allora più cauto nelle sue mire sul resto dell’Ucraina.

A quel tempo l’URSS non controllava difatti che l’Ucraina orientale (Kiev-Kharkov), ridivenuta sovietica dal 1920 dopo la secessione operata durante la guerra civile e di potenze straniere: grandi parti dell’Ucraina le erano state strappate oppure non attribuite, a dispetto dell’appartenenza etnica della loro popolazione, delle promesse francesi fatte nel 1914 di assegnare le spoglie dell’impero austro-ungarico alla Russia zarista alleata e dell’impostazione nel 1919 della “linea Curzon”. L’imperialismo francese, uno dei due fautori (con Londra) della guerra straniera ai Soviet e del “cordone sanitario” che poi seguì il suo fiasco, offrì alla Romania fin dal 1918 la Bessarabia (Moldavia, con Kichinev capitale) vecchio lembo dell’impero russo, e la Bucovina; la Cecoslovacchia ricevette subito la Rutenia subcarpatica, mentre la Polonia di Pilsudski, nel 1920-1921, ricevette con l’aiuto del corpo di spedizione francese diretto da Weygand, l’Ucraina occidentale o Galizia orientale fino a poco prima austriaca – con capitale Lemberg (in tedesco), Lvov (in russo), Lwow (in polacco), Lviv (in ucraino) [Leopoli in italiano, ndr]. E questo mentre la “linea Curzon” (nome del segretario al Foreign Office) aveva nel 1919 stimato “etnicamente” russo questo territorio, riportando la frontiera russo-polacca di 150 km ad ovest dell’Ucraina russa: la “Russia” avrebbe dovuto riceverlo dai suoi alleati quando questi ed i Bianchi avessero cacciato i bolscevichi, cosa che non si verificò.

Questo distinguo geografico è determinante, giacché Lwow diventò – e Lviv rimane – un centro molto importante del clamore tedesco, polacco e del vaticano intorno alla “carestia in Ucraina”, voci che cominciarono nell’estate 1933, vale a dire dopo che un eccellente raccolto sovietico ebbe messo fine alla crisi degli approvvigionamenti. Se carestia vi era stata nel 1932-1933, con il suo picco durante la “soudure“, (tra i due raccolti), il luglio del 1933 segna il suo termine. La campagna fu sostenuta da tutto il campo antisovietico, Stati Uniti inclusi, dove se ne impossessò la stampa filo-tedesca del gruppo Hearst.

La carestia non era stata “genocida”, cosa che ammettono tutti gli storici anglosassoni seri, come R.W Davies e S. Wheatcroft, non tradotti in francese a differenza di Robert Conquest, agente dei servizi segreti britannici diventato prestigioso “ricercatore” di Harvard, idolo della “carestiologia” francese dal 1995 (1). La propaganda originaria non aveva affatto brandito il “genocidio”: Berlino, Varsavia, il Vaticano, ecc, maledicevano Stalin, i Soviet o i giudeo-bolscevichi, stigmatizzavano la loro ferocia o la loro “organizzazione” della carestia e descrivevano una Ucraina spinta dalla fame al cannibalismo. I francesi, in quanto a loro, imputavano tutto il chiasso scatenato ai piani secessionisti del trio, mentre il Reich prometteva al dittatore polacco Pilsudski, in caso della restituzione di Danzica e del suo corridoio, di mettergli su un piatto d’argento l’Ucraina sovietica che avrebbero presto conquistato insieme: François-Poncet, delegato del Comité des Forges [Comitato delle industrie siderurgiche francesi] ed ambasciatore a Berlino, rideva delle lacrime quotidiane versate dalla stampa del Reich sul martirio ucraino, grande astuzia con mire esterne (annettere l’Ucraina) ed interne (“screditare i risultati del regime marxista” (2)).

La fitta corrispondenza militare e diplomatica del periodo esclude la tesi che i “pazzi filo-sovietici”, come Edouard Herriot, durante i loro viaggi nel settembre 1933 in Ucraina, non si avvedessero “delle menzogne e degli inganni” di Mosca: tesi sostenuta nel 1994 dal demografo Alain Blum, che ha introdotto in Francia la cifra “6 milioni di morti per carestia in Ucraina”.

La cifra fatidica fu ripresa dai “sovietologi” francesi, come Stéphane Courtois, legati, o no ai campioni della “Ucraina indipendente” arancione. Assurdità suprema: nell’Ucraina orientale sarebbero morti un numero di ucraini due o tre volte maggiore degli ebrei sterminati dal 1939 e soprattutto dal 1942 al 1944, su di un territorio esteso dalla Francia agli Urali; e questo senza lasciare nessuna traccia visibile, fotografie o scritti, al contrario del genocidio nazista.

È in questo contesto che si agitavano in Francia dei gruppi “ucraini”, come l’associazione “Ucraina 33” ospitata presso l’arcivescovado di Lione, con il Mons. Decourtray come presidente onorario. Essa sta sotto l’autorità del Congresso ucraino mondiale, che ha sede a Washington ed è presieduto da Askold S. Lozynskyj di cui il New York Times ha pubblicato la seguente lettera del 18 luglio 2002:

“Quando i sovietici furono costretti a ritirarsi di fronte all’invasione nazista del giugno 1941, massacrarono i loro prigionieri […] dell’Ucraina occidentale arrestati ed internati in decine di migliaia nel 1939 […]. Questo fu compiuto con l’aiuto dei comunisti locali, soprattutto etnicamente ebrei. Questo massacro non costituiva purtroppo un’aberrazione rispetto all’opera dei sovietici in Ucraina. Nel 1932-33 in Ucraina orientale, i sovietici avevano già assassinato circa 7 milioni di uomini, donne e bambini ucraini per mezzo di un genocidio strategicamente pianificato di carestia artificiale. L’uomo scelto da Josif Stalin per commettere questo crimine era un ebreo, Lazar Kaganovich. Il celebre storico britannico Norman Davies ha concluso che nessuna nazione aveva avuto altrettanti morti quanto l’Ucraina. Ciò è stato in larga misura il risultato delle opere dei comunisti e dei nazisti. I russi ed i tedeschi erano dei barbari. Ma gli ebrei erano i peggiori. Tradirono i loro vicini e lo fecero con tanto zelo!” (5).

Questi fanatici antisemiti si mostrarono più discreti in Francia, dando prova di piaggeria nei confronti delle associazioni ebraiche e la Lega dei diritti dell’uomo nelle “conferenze internazionali” e nei dibattiti “sui genocidi” (ebraico, armeno, ucraino) (6). Hanno chiesto, nel 2005-2006, la mia espulsione dall’Università di Parigi 7, prima al rettore poi al presidente della Repubblica Jacques Chirac, tacciandomi di “negazionismo” per avere inviato via internet ai miei studenti una bibliografia critica (citata qui di seguito) di archivi sulle insulsaggini della campagna tedesco-vaticana-polacca del 1933-1935. Non mi perdonavano soprattutto di avere ricordato nel 1996 il ruolo assunto dalla Chiesa uniate della Galizia orientale – soggetta al Vaticano e affidata al vescovo (di Lwow), Mons. Szepticky nell’Ucraina occupata dalla Wehrmacht – che aveva benedetto le carneficine della divisione ucraina SS-Galizia formata da raggruppamenti del nazista uniate Stefan Bandera (7). Aggiungiamo a questi dossier compromettenti per gli araldi del “Holodomor” il fatto che oso affermare come la demonizzazione del comunismo e dell’URSS non rientrino nell’ambito dell’analisi storica quanto piuttosto in quello delle campagne ideologiche e che, non accontentandomi di essere marxista, sono ebrea e che uno dei miei nonni è stato ucciso ad Auschwitz – fatto che ho reso pubblico nel 1999, di fronte ad un’altra campagna (8), e che questi esaltati conoscevano (9): tutte le forze della natura sono scatenate.

Rischia di realizzarsi il sogno di strappare il sostegno degli ebrei di Francia ad una campagna contro una “giudeo-bolscevica” mascherata da “negazionista”! Le critiche sollevate contro lo Snesup [Syndacat national de l’enseignement supérieur] ed il PRCF [Pôle de Renaissance Communiste en France] lanciate nel luglio 2005 attraverso un’efficace petizione sostenuta dal (solo) Libre Pensée (10), si placarono il 25 maggio 2006 quando gli “ucraini”, sotto la protezione della polizia del ministro degli Interni N. Sarkozy, ebbero reso omaggio all’Arco di Trionfo al grande pogromista Petlioura. Emigrato in Francia dopo i suoi crimini nel 1919-1920, era stato ucciso nel 1926 dal russo ebreo emigrato Schwartzbard, e la difesa di quest’ultimo aveva generato la Lega contro l’antisemitismo (LICA) diventata LICRA nel 1979. LICRA denunciò questi antisemiti sorprendenti, il 26 maggio 2006, tramite il suo presidente Patrick Gaubert – dopo i loro numerosi e vani avvertimenti alla presunta “negazionista” Lacroix-Riz. Il baccano dei gruppuscoli “ucraini” ritornerà, stimolato dal Parlamento europeo?

L’Ucraina occidentale arancione, custode (ufficiale) dell’Ucraina intera, è di nuovo al centro di una campagna che, dall’era Reagan – fase cruciale della demolizione della Russia operata a partire dal 1945 dagli Stati Uniti -, deve tutto o quasi a Washington, come la precedente doveva tutto al denaro tedesco. I suoi campioni impilano milioni di morti di una Ucraina orientale i cui emigrati non si sono mai uniti al coro della propaganda.

La CIA ha giocato un ruolo da direttore d’orchestra, facendo assegnamento su: 1) degli “ucraini” antisemiti ed antibolscevici, collaborazionisti di primo piano sotto l’occupazione tedesca, emigrati, quando la Wehrmacht fu cacciata dall’Ucraina o dopo il maggio 1945, negli Stati Uniti, in Canada o in Germania occidentale; 2) certe università americane prestigiose tra cui Harvard e Stanford, sostituite poi dalle università “occidentali” (Europa orientale inclusa) premiate dai finanziamenti americani (nella totale mancanza dei fondi pubblici per la ricerca) con un grande numero di conferenze e di ordinativi editoriali sulla “carestia genocida in Ucraina”.

Il sostegno finanziario e politico americano ha generato la campagna “Holodomor” dei governanti ucraini – che nel 2008 hanno eretto ad eroe nazionale Stefan Bandera, “capo dell’organizzazione terroristica ucraina in Polonia” (11), falsamente “indipendentista” (non dal Reich), criminale di guerra emigrato nel 1945 nella zona sotto occupazione americana, organizzatore, dalla sua base di Monaco, di assassini di massa fino agli anni cinquanta nell’Ucraina ridivenuta sovietica (12). Privi di un tale sostegno, il frastuono cesserebbe o perderebbe ogni eco internazionale. Il “Parlamento europeo”, riconoscendo il 23 ottobre 2008 “l’Holodomor (carestia provocata artificialmente nel 1932-1933 in Ucraina) come un crimine spaventoso perpetrato contro il popolo ucraino e contro l’umanità“, rivela la sua stretta dipendenza agli Stati Uniti, padroni dell’Ucraina “indipendente”, in concorrenza con la Germania, che la grande stampa presenta come pervasa da un fervore filo-ucraino uguale a quello dell’attuale Polonia, erede dei “colonnelli” Josef Beck e sodali.

Bibliografia sommaria: legami ucraino-tedesco-vaticano-polacco-americani, Annie Lacroix-Riz, Le Vatican, rif. n. 7; Le Choix de la défaite : les élites françaises dans les années 1930, Paris, Armand Colin, 2006, rééd. 2007; De Munich à Vichy, l’assassinat de la 3e République, 1938-1940, même éditeur, 2008;

e soprattutto la sintesi di prossima uscita, presentata ai miei studenti nel 2004, «Ukraine 1933 mise à jour de 2008», («Sur la “famine génocidaire stalinienne” en Ukraine en 1933 : une campagne allemande, polonaise et vaticane», http://www.historiographie.info) che ha scatenato il furore dei sostenitori del “Holodomor”.

Bibliografia

Douglas Tottle, Fraud, Famine and Fascism. The Ukrainian Genocide Myth from Hitler to Harvard, Toronto, Progress Book, 1987, esaurito ma scaricabile: questo vecchio fotografo ha mostrato che le foto delle campagne ucraine del 1933-1935 e poi dell’era reaganiana (articoli, lavori, film) provenivano delle collezioni della carestia del 1921-1922, bilancio di 7 anni di guerra mondiale e poi di guerra civile e di potenze straniere, ed ha smantellato in modo molto argomentato le fonti scritte e fotografiche dell’opera maestra di Conquest (capitolo 7, “Harvest of delusione” (raccolto di inganni ) e soprattutto p. 86-90);

Geoffrey Roberts, Stalin’s Wars: From World War to Cold War, 1939-1953. New Haven & London: Yale University Press, 2006, che stima a “35 000 quadri militari e di partito in Galizia orientale [sovietico] introduco 1945 e 1951” il bilancio dei massacri perpetrati dai banderisti, p. 325.

Note:

*) Annie Lacroix-Riz , docente di Storia contemporanea all’Università di Parigi 7

1) Rispettivamente, The years of Hunger, Soviet agriculture 1931-1933, New York, Palgrave Macmillan, 2004, et Harvest of Sorrow, New York, Oxford University Press, 1986, tradotti nel 1995 (ed il mio link, bibliografia sommaria),

2) Dispaccio 727 a Paul-Boncour, Berlino, 5 luglio 1933, Europa URSS 1918-1940, vol. 986, relazioni Germania-URSS, giugno 1933-maggio 1934, archivi del Quai d’Orsay (MAE).

3) http://www.ihtp.cnrs.fr/spip.php?article98 sul ruolo antisovietico ufficiale di questa fondazione strettamente legata al Dipartimento di Stato, riferimento del n. 1.

4) Alain Blum, Naître, vivre et mourir en URSS, 1917-1991, Paris, Plon, 1994, p. 96-99 e n. 61, p. 243.

5) http://zustrich.quebec-ukraine.com/news02_shmul.htm, traduzione ALR. Il polonofilo Davies, che ha ottenuto il suo dottorato a Cracovia, deve la sua notorietà alla minimizzazione della distruzione degli ebrei della Polonia, che lo ha contrapposto a parecchi storici americani (Lucy S. Davidowicz, Abraham Brumberg et Theodore Rabb).

6) “Memorie condivise dei genocidi e crimini contro l’umanità”, “comferenza internazionale” del “Collectif Reconnaissance”, 28-29 aprile 2006, ENS Lione, ecc. (documentazione Internet inesauribile).

7) Le Vatican, l’Europe et le Reich de la Première Guerre mondiale à la Guerre froide (1914-1955), Paris, Armand Colin, 1996, ried. 2007, p. 414-417, et infra.

8) Quando fu contestato il mio lavoro sulla fabbricazione e la consegna al Reich di Zyklon B “francese” (della fabbrica di Villers-Saint-Sépulcre), dalla società mista Ugine-Degesch, Industriels et banquiers français sous l’Occupation : la collaboration économique avec le Reich et Vichy [Industriali e banchieri francesi sotto l’occupazione: la collaborazione economica con il Reich e Vichy], Paris, Armand Colin, 1999, indice.

9) E che la loro prosa ha regolarmente segnalato durante la campagna 2005-2006..

10) tra le organizzazioni sollecitate non firmatarie, il PCF, la Lega dei Diritti dell’uomo, il MRAP, diverse associazioni ebraiche, il Comitato di vigilanza sull’uso pubblico della storia, l’Associazione dei Professori di storia e Geografia (APHG), ecc.

11) Dispaccio 30 di Léon Noël, ambasciatore a Varsavia, 15 gennaio 1936, SDN, vol. 2169, Polonia, dossier generale, febbraio-luglio 1936, MAE,.

12) Lacroix-Riz, Vaticano, loc. cit., Tottle, cap. 9-10; Mark Aarons e John Loftus, Des nazis au Vatican, Paris, O. Orban, 1992, indice Bandera; Christopher Simpson, Blowback. America’s recruitment of Nazis and its effects on the Cold War, New York, Weidenfeld & Nicolson, 1988, indice Bandera, ecc

.

https://www.voltairenet.org/article216797.html

Il Canada e i banderisti

di Thierry Meyssan

Nei precedenti articoli Thierry Meyssan ha mostrato in che modo i banderisti, collaboratori dei peggiori soprusi dei nazisti in Ucraina e Polonia, sono arrivati al potere a Kiev, nella giovane nazione indipendente. Ora Meyssan mostra come, in ottant’anni, immigrati banderisti si sono affermati nel Partito Liberale canadese, al punto che oggi occupano la seconda carica del governo di Justin Trudeau.

Rete Voltaire| Parigi (Francia) |10 maggio 2022

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Il primo ministro canadese Justin Trudeau è andato in parlamento per presentare il discorso dell’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky.
Dei 39 milioni di cittadini canadesi, 1,4 milioni sarebbero di origine ucraina e rappresenterebbero il 3-4% degli elettori. Questa comunità è molto inquadrata dalle organizzazioni banderiste che vi inculcano la propria ideologia razzista.

Questo articolo è il seguito di:
 1. «La Russia vuole costringere gli USA a rispettare la Carta delle Nazioni Unite», 4 gennaio 2022.
 2. «In Kazakistan Washington porta avanti il piano della RAND, poi toccherà alla Transnistria», 11 gennaio 2022.
 3. «Washington rifiuta di ascoltare Russia e Cina», 18 gennaio 2022.
 4. «Washington e Londra colpite da sordità», 1° febbraio 2022.
 5. “Washington e Londra tentano di preservare il dominio sull’Europa”, 8 febbraio 2022.
 6. “Due interpretazioni della vicenda ucraina”, 15 febbraio 2022.
 7. “Washington suona la tromba di guerra, ma gli alleati desistono”, 23 febbraio 2022.
 8. “È agli Straussiani che la Russia ha dichiarato guerra”, 7 marzo 2022.
 9. «Una banda di drogati e neonazisti», 7 marzo 2022.
 10. “Israele sbalordito dai neonazisti ucraini”, 8 marzo 2022.
 11. «Ucraina: la grande manipolazione», 22 marzo 2022.
 12. «Con il pretesto della guerra si prepara il Nuovo Ordine Mondiale», 29 marzo 2022
 13. «La propaganda di guerra cambia forma», 5 aprile 2022.
 14. «L’alleanza di CIA, MI6 e banderisti», 12 aprile 2022.
 15. «La fine del dominio occidentale», 19 aprile 2022.
 16. «Ucraina: la seconda guerra mondiale non è finita», 26 aprile 2022.
 17. «Con la guerra in Ucraina Washington spera di riaffermare la propria superpotenza», 3 maggio 2022.

I primi combattenti stranieri arrivati in Ucraina a febbraio 2022 erano canadesi. Il primo ufficiale straniero arrestato il 3 maggio dalle forze russe è un generale canadese. Evidentemente il Canada, nonostante disti oltre seimila chilometri dall’Ucraina, è segretamente implicato nel conflitto.

In questo articolo mostrerò come tutti i governi liberali canadesi abbiano sostenuto i banderisti sin dall’inizio della seconda guerra mondiale, quando, giocando su due tavoli, hanno combattuto i nazisti e sostenuto i banderisti. La situazione oggi è addirittura peggiorata: il governo canadese presieduto dal liberale Justin Trudeau è affiancato da una vice-primoministro banderista, Chrystia Freeland.

Le connessioni tra CIA e nazisti, proprie della guerra fredda, sono state rivelate solo nel 1975, con le Commissioni del Congresso Pike, Church e Rockefeller, e terminate solo con il presidente Jimmy Carter. Invece il sodalizio del Partito Liberale canadese con i banderisti continua tuttora. Il Canada è l’unico Paese al mondo, oltre l’Ucraina, ad avere una ministra banderista, che per di più è il numero due del governo.

Il primo ministro canadese William King al termine del colloquio a Berlino con il cancelliere Adolf Hitler il 29 giugno 1937.

Nel 1940, quando in guerra c’era il Regno Unito, ma non gli Stati Uniti, il governo liberale canadese di William King creò l’Ukrainian Canadian Congress (UCC) per sostenere gli immigrati antibolscevichi contro i filosovietici (Association of United Ukrainian Canadians – AUCC) e gli ebrei (Canadian Jewish Congress – CJC). Furono vietate biblioteche filosovietiche e sinagoghe.

Il Partito Liberale del regno canadese non è stato creato per promuovere l’individualismo contro le idee conservatrici, ma contro l’idea repubblicana [1].

Durante la seconda guerra mondiale il primo ministro canadese William King, in patria molto apprezzato, in Europa fu fischiato dai soldati canadesi che stava passando in rassegna. Il Partito Liberale ha sempre assunto posizioni antirusse, presentandole fino al 1991 come antisovietiche, e ha costantemente interpretato il cristianesimo in contrapposizione al giudaismo.

Alla fine della seconda guerra mondiale il Canada fu così il principale rifugio dei banderisti (35 mila immigrati) e dei nazisti baltici. Fra loro Volodymyr Kubijovyč e Michael Chomiak, il cui vero nome era Mykhailo Khomiak, editori del più importante giornale nazista dell’Europa centrale, Krakivs’ki Visti.

Michael Chomiak con dignitari nazisti.

Chomiak, che lavorava sotto il diretto controllo del ministro della Propaganda nazista, Joseph Goebbels, non rinnegò mai il proprio passato collaborazionista. Anzi, ha sempre militato per l’OUN(B). E con questo spirito ha educato la nipote, Chrystia Freeland, attuale vice-primoministro del Canada. Lungi dal condannare i crimini banderisti, Freeland ha iniziato la carriera di giornalista a 18 anni lavorando per l’Encyclopedia of Ukraine di Kubijovyč (oggi consultabile in Internet). Poi per The Ukrainian News, il giornale dei banderisti canadesi, infine per The Ukrainian Weekly, giornale dei banderisti statunitensi collegati all’ABN e alla CIA. Freeland era in Unione Sovietica nel periodo precedente il crollo. Le autorità sovietiche interpellarono il governo canadese sul suo sostegno ai banderisti e le vietarono di ritornare in URSS. Ciononostante, dopo la dissoluzione dell’URSS, Freeland assunse la direzione della sede del Financial Times di Mosca. In seguito fu vicecaporedattrice del Globe and Mail, nonché caporedattrice del Thomson Reuters Digital.

Nei suoi articoli e nei suoi libri, Vendita del secolo: la cavalcata selvaggia della Russia dal comunismo al capitalismo [2] e Plutocrati: l’ascesa dei nuovi super-ricchi mondiali e la caduta di tutti gli altri [3], Freeland sviluppa due tesi già care al nonno:
– Critica degli ultraricchi, scegliendo a esempi quasi esclusivamente ebrei.
– Denuncia a ogni piè sospinto prima dell’URSS, poi della Russia.

Non bisogna dimenticare che il fascismo fu la risposta alla crisi economica del ’29 attraverso un’alleanza nazionalista di classe per corporazioni. Nazisti e banderisti vi aggiunsero una feroce portata razzista. Prendendo di mira gli ultraricchi, Freeland affronta giustamente il principale problema contemporaneo. Oggi solo la finanza arricchisce, al contrario la produzione è in crisi. Tuttavia Freeland scivola pericolosamente verso un’interpretazione razzista, riscontrando che, fra i superricchi, gli ebrei rappresentano una percentuale superiore rispetto a quella rappresentata nella popolazione in generale, lasciando così intendere che si tratta di una correlazione significativa.

Nel 1991 il deputato liberale di origini polacco-ucraine Boris Wrzesnewskyj si adoperò affinché il Canada fosse il primo Paese al mondo a riconoscere l’indipendenza dell’Ucraina. Grazie al patrimonio di famiglia (le panetterie Future Bakery) creò un servizio per far arrivare a ogni membro del parlamento notizie sull’Ucraina. Finanziò l’archiviazione da parte di Volodymyr Kubijovyč e Michaek Chomiak di documenti della seconda guerra mondiale sui nazionalisti ucraini. Ne uscì l’Encyclopedia of Ukraine, un’opera non scientifica, bensì una riabilitazione dei banderisti e una falsificazione storica. Grazie agli agganci della famiglia, Wrzesnewskyj introdusse in Canada il futuro presidente ucraino Viktor Yushchenko.

Nel 1994 il primo ministro liberale Jean Chrétien negoziò il Trattato di amicizia e collaborazione con l’Ucraina, di cui chiese fin dal 1996 l’adesione alla Nato.

A gennaio 2004 il Canada, all’epoca guidato dal primo ministro liberale Paul Martin, partecipò alla preparazione da parte di Washington della Rivoluzione Arancione. L’ambasciatore canadese a Kiev, Andrew Robinson, organizzò incontri con i colleghi di 28 Paesi per portare al potere Viktor Yushchenko. Lo scopo era azzerare la politica del presidente Kuchma, che aveva optato per il gas russo invece di favorire le ricerche statunitensi di petrolio nel Mar Caspio [4].

Robinson finanziò il sondaggio del Centro ucraino di Studi Economici e Politici Oleksandr Razumkov, secondo cui le elezioni presidenziali erano state truccate; elargì inoltre 30 mila dollari all’associazione Pora! (È l’ora!) dello stratega della Nato, Gene Sharp [5].

Basandosi unicamente sul sondaggio Razumkov, Pora! organizzò manifestazioni popolari: il voto fu annullato e furono indette nuove elezioni. Il Canada spese tre milioni di dollari per inviare 500 osservatori. Il secondo voto portò al potere Yushchenko, che formò la propria squadra scegliendo Vladislav Kaskiv (dipendente di Soros e leader di Pora!) come consigliere speciale e Anatoli Gritsenko (militare formatosi negli Stati Uniti e presidente del Centro Razumkov) come ministro della Difesa.

Il deputato liberale canadese Wrzesnewskyj fu particolarmente attivo nella Rivoluzione Arancione; la sorella Ruslana era molto vicina alla moglie di Yushchenko, Katerina Chumachenko. Investì 250 mila dollari canadesi per sostenere il movimento e utilizzò il suo appartamento in centro a Kiev per coordinare le manifestazioni nell’intervallo tra i due scrutini. I manifestanti di Pora! scandivano «Ca-na-da!» e brandivano la bandiera con la foglia d’acero.

Chrystia Freeland iniziò la carriera politica nel 2013 nel Partito Liberale. Fu eletta deputata di Toronto. Nel 2014 sostenne la Rivoluzione della Dignità a Kiev (ossia il colpo di Stato banderista), di cui incontrò i principali protagonisti. Denunciò l’indipendenza della Crimea e incontrò Mustafa Dzhemilev, celebre spia degli Stati Uniti, nonché leader dei tatari. Alla fine il presidente Vladimir Putin le vietò l’ingresso in Russia.

Il primo ministro liberale Justin Trudeau nel 2015 nominò Freeland ministra per il Commercio Estero; nel 2017 la nominò ministra degli Esteri e nel 2017 ministra degli Affari Intergovernativi, nonché vice-primoministro. Dal 2020 Freeland è ministra delle Finanze.

John Baird porta al leader del partito neonazista Svoboda la solidarietà del Canada.

Nel 2014 il ministro conservatore degli Esteri canadese, John Baird, incontrò in piazza Maidan i principali leader della contestazione. La televisione canadese ritenne che il ministro avesse così offerto un’argomentazione a sostegno della tesi del presidente Putin, ossia che la rivoluzione fosse una manipolazione occidentale.

La portavoce dell’ambasciata canadese, Inna Tsarkova, era un responsabile del movimento AutoMaïdan. L’ambasciata, vicina a Piazza Maïdan, offrì rifugio ai protestatari, che vi rimasero accampati nella hall per una settimana. Il gruppo neonazista C14 [6] vi si rifugiò il 18 febbraio, durante il massacro.

Quando il 17 luglio 2014 il volo Malaysia Airlines 17 fu abbattuto sopra l’Ucraina, l’Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale (OACI), con sede a Montreal, inviò sul luogo del disastro quattro ispettori. Ancor prima dell’avvio dell’inchiesta, Freeland diede inizio a una campagna internazionale di denuncia della Russia e approfittò della veste di ministro per buttare quanto più possibile benzina sul fuoco.

Dopo il rovesciamento di Viktor Yanukovich e l’irruzione al potere dei banderisti, il Canada architettò l’operazione UNIFIER (Canadian Armed Forces Joint Task Force-Ukraine) per istruire i militari ucraini e rafforzare la polizia militare ucraina. L’operazione, diretta da Londra e Washington, implicò l’invio in Ucraina di 200 istruttori e di materiale non-letale. È terminata il 13 febbraio 2022, appena prima dell’operazione russa, giusto in tempo per non mettere il Canada in stato di belligeranza.

In otto anni il Canada ha speso circa 900 milioni di dollari in aiuti all’Ucraina.

Da sinistra a destra: l’ambasciatore ucraino in Canada, Andriy Schevchenko; il primo ministro canadese Justin Trudeau; il deputato ucraino-canadese Boris Wrzesnewskyj. In primo piano la mitica spia della CIA durante la guerra fredda, nonché leader dei tatari anti-russi, Mustafa Dzhemilev (giugno 2016).

Nel 2016 il primo ministro liberale Justin Trudeau ricevette con tutti gli onori Mustafa Dzhemilev, incontrato in precedenza anche dalla vice-primoministro Freeland. Ad agosto 2015 Dzhemilev divenne emiro di una Brigata Mussulmana Internazionale, cofinanziata da Ucraina e Turchia per riprendersi la Crimea [7].

Chrystia Freeland e Stepan Kubiv firmano l’Accordo di Libero Scambio Canada-Ucraina, alla presenza del primo ministro Justin Trudeau e del presidente Petro Poroshenko.

Nello stesso periodo Freeland negozia l’accordo di Libero Scambio Canada-Ucraina.

Chrystia Freeland manifesta con i banderisti dell’OUN(B) contro l’aggressione russa all’Ucraina. Lo striscione rosso e nero, i colori dei banderisti, riporta il loro slogan «Gloria all’Ucraina!».

Quando nel 2017 il sito Russia Insider rivelò il passato criminale del nonno di Freeland e i legami della stessa con i banderisti, lei negò i fatti e denunciò la «propaganda» russa. Tuttavia il 27 febbraio scorso si è esibita insieme a un gruppo di banderisti dell’OUN(B) durante una manifestazione contro l’aggressione russa. La foto, da lei stessa postata, è stata rapidamente rimossa dal suo account Twitter.

Il primo ministro canadese Justin Trudeau, il presidente dei banderisti ucraini del Canada Paul Grod e Chrystia Freeland.

Reagendo in sintonia con i partner della Nato all’operazione militare russa, il Canada ha modificato il bilancio e stanziato 500 milioni di dollari di aiuti alle forze armate ucraine, banderisti compresi. Ha già inviato mitragliatrici, pistole, carabine, 1,5 milioni di pallottole, fucili per tiratori scelti ed equipaggiamenti connessi (14 febbraio), visori notturni, caschi e giubbotti antiproiettile (27 febbraio), 100 cannoni senza rinculo Carl Gustav M2, 2.000 munizioni da 84 mm (28 febbraio), 390.000 razioni individuali da campo e circa 1.600 giubbotti paraschegge (1° marzo), 4.500 lanciarazzi M72 e 7.500 granate a mano, nonché un abbonamento a immagini satellitari commerciali per un milione di dollari (3 marzo), videocamere per droni di sorveglianza (9 marzo), obici M777 e relative munizioni, come pure munizioni supplementari per l’arma anti-blindati Carl Gustav M2 (22 aprile), otto veicoli blindati di modello commerciale e un contratto di servizio per la manutenzione e la riparazione di videocamere specializzate trasportate via drone (26 aprile). Inoltre ha iniziato ad addestrare i soldati ucraini all’uso degli obici M777.

Il 2 marzo Justin Trudeau, che ha fede negli Stati Uniti, ha fatto firmare a una ventina di Paesi una dichiarazione per denunciare la disinformazione russa [8], ossia impedire la diffusione d’informazioni sui banderisti ucraini e canadesi.

Il 10 marzo il Canada è riuscito a far firmare a una trentina di Paesi una seconda dichiarazione, molto orwelliana, per compiacersi della censura occidentale, in nome della libertà di stampa, di Russia Today e dell’agenzia Sputnik, organi di stampa pubblici.

Da quando i banderisti hanno fatto irruzione al potere a Kiev, il Canada ha sanzionato oltre 900 personalità e società russe o dell’opposizione ucraina. Ha incluso nella lista persone vicine al presidente russo, nonché membri delle loro famiglie.

Nonostante le dichiarazioni di principio a favore dell’uguaglianza di ognuno davanti alla legge, il Canada sostiene senza riserve i banderisti, araldi della superiorità razziale degli ucraini sui russi.

Thierry Meyssan

Traduzione
Rachele Marmetti

Selezioni di Peter Myers, 31 luglio 2001; aggiornamento, 11 agosto 2008. I miei commenti vengono visualizzati {così}.

Scrivimi a contact.html .

Sei su http://mailstar.net/soros.html.

Sarebbe sciocco opporsi a una causa solo perché George Soros la sostiene. Sostiene il diritto all’eutanasia volontaria per i malati terminali (che sostengo) e alle stanze per le iniezioni di eroina (che mi oppongo).

Da forte sostenitore del Partito Democratico, ci si aspetterebbe che appoggi il Protocollo di Kyoto, la Corte mondiale e il matrimonio gay.

Si oppone a George W. Bush:

Gli Stati Uniti sono ora nelle mani di un gruppo di estremisti , di George Soros http://www.guardian.co.uk/comment/story/0,3604,1131132,00.html .

A Soros piace essere visto come un moderno Robin Hood, che dona denaro a cause di “minoranze” e gestisce persino le sue ONG “diritti umani”. Ma l’Executive Intelligence Review dice che è il volto pubblico dei banchieri Rothschild – punto 2.

(1) Soros si definisce bolscevico; ma che razza di bolscevico? (2) La vera storia di Soros il Golem (3) Scuola Internazionale di Corruzione Giovanile di George Soros , di Marek Glogoczowski (4) Nel giugno 1994, Popper ha tenuto una conferenza all’Università dell’Europa Centrale di Soros a Praga (5) Soros ha premiato Popper il primo “Premio Società Aperta” (6) SIR KARL POPPER A PRAGA – La Cerimonia di Assegnazione “Premio Società Aperta” (7) George Soros come “Robin Hood”? – Intervista a SMH subito dopo la crisi asiatica (8) Donazioni di “Giornalismo alternativo” di George Soros (9) Soros è uno dei principali investitori in Carlyle Group, un appaltatore della difesa (10) Soros ha donato $ a Solidarity, Charter 77, Sakharov e l’opposizione anti-milosevic (11) Soros si collega alla Open Russia Foundation di Khodorkovsky (12) Soros dice che negli Stati Uniti c’è “una macchina della verità orwelliana”

(1) Soros si definisce bolscevico; ma che razza di bolscevico?

“Se c’è mai stato un uomo che si adatterebbe allo stereotipo del cospiratore mondiale giudeo-plutocratico bolscevico sionista, quello sono io” – ( Intervista al Sydney Morning Herald , 15 novembre 1997, sezione Spectrum Features; l’intervista è presentata di seguito all’articolo # 7).

Che tipo di bolscevico? Non uno stalinista: ha contribuito a disfare i regimi stalinisti dell’Europa orientale. È un trotskista nascosto?

Soros dona denaro e organizza direttamente lo stesso tipo di cause minoritarie promosse dai totskisti (femministe, migranti, verdi, gay, indigene). Come loro, sostiene il governo mondiale.

Entrambi sostengono la nozione di una molteplicità di generi (maschio, femmina, gay, lesbica, transessuale ecc.), piuttosto che i soliti due: http://www.soros.org/initiatives/health/focus/sharp/links/lgbt .

Il femminismo si basa sul rifiuto della polarità e della complementarità sessuale: engagement.html .

Invece, promuovono l’androginia, l’idea che l’individuo umano contenga entrambi i poli sessuali, invece di uno solo . È la base del movimento Unisex (acconciature unisex, tratti caratteriali unisex, abolizione dei ruoli complementari nel matrimonio).

Confronta questo con l’arte egizia, che raffigura insieme figure maschili e femminili – unità ottenuta dall’unione di due sessi . Oppure il simbolo yin-yang sulla bandiera coreana: la sua idea di base è che, sebbene ogni sesso contenga il germe dell’altro, è attraverso la loro armoniosa mescolanza che si ottiene l’unità.

L’idea di Androginia è alla base della spinta al “Matrimonio gay”.

L’androginia era anche un tema nella prima cultura sovietica (prima di Stalin): sex-soviet.html .

Sia Soros che i Trozkisti  sono allo stesso tempo pro-Globalizzazione e anti-Globalizzazione. Pro-Globalizzazione a causa della fede in “un mondo” – l’unificazione di tutte le razze, generi, classi ecc. in uno stato mondiale, che richiede lo smantellamento degli stati-nazione. Anti-globalizzazione in quanto il disfacimento delle strutture protezionistiche dello stato-nazione attraverso la deregolamentazione e l’apertura delle frontiere (libero commercio di beni e servizi, libera circolazione di capitali e migranti attraverso i confini) crea disuguaglianza e insicurezza. Lo smantellamento delle strutture familiari ha lo stesso effetto, lasciando molte persone come individui isolati e privi di sostegno.

Kark Marx ha articolato questa strategia nel suo DISCORSO SULLA QUESTIONE DEL LIBERO SCAMBIO del 9 GENNAIO 1848:

ÒSignori, – L’abrogazione delle leggi sul mais in Inghilterra è il più grande trionfo del libero scambio nel diciannovesimo secolo. … Tutti sanno che in Inghilterra la lotta tra liberali e democratici prende il nome dalla lotta tra liberi commercianti e cartisti. … Per riassumere, cos’è il libero scambio nelle attuali condizioni della società? Feeness del Capitale. … ci sarà sempre una classe che sfrutta e una classe che viene sfruttata. … L’unico risultato sarà che l’antagonismo di queste due classi risalterà più chiaramente. … Inoltre, il sistema di protezione non è altro che un mezzo per stabilire la produzione su larga scala in un dato paese … Ma, in generale, il sistema di protezione in questi giorni è conservatore, mentre il sistema di libero scambio funziona in modo distruttivo. Spezza le vecchie nazionalità e porta fino all’estremo l’antagonismo tra proletariato e borghesia. In una parola, il sistema del libero scambio accelera la Rivoluzione Sociale. Solo in questo senso rivoluzionario, signori, sono a favore del libero scambio.Ó classwar.html .

I suoi sostenitori lo hanno ripetuto negli ultimi tempi: xTrotzkisti  .

Soros ha espresso il suo contrario alla globalizzazione in articoli hia The Capitalist Threat (Atlantic Monthly, febbraio 1997: http://www.theatlantic.com/issues/97feb/capital/capital.htm ) e Toward a Global Open Society (Atlantic Monthly, gennaio 1998; Volume 281, n. 1; pagine 20 – 32: http://www.theatlantic.com/issues/98jan/opensoc.htm ). Entrambi sono su soros2.html .

Soros sostiene il Dalai Lama contro il governo cinese. Ma la maggior parte dei Trot considera Mao uno stalinista; Steve Jolly, il capo del gruppo trotskista “Militant” di estrema sinistra, ha partecipato alla sanguinosa manifestazione di piazza Tienanmen nel 1989. Il suo resoconto degli eventi è stato pubblicato nel (Sydney) Sun-Herald del 2 luglio 1989, p. 27.

John Passant, ex leader dell’International Socialist Organisation (ISO), poi di Socialist Alternative (che si separò da essa), scrisse in una lettera sul Canberra Times del 16 marzo 1998: “Ho rotto una bottiglia di champagne per festeggiare quando il Caduto il muro di Berlino, ho partecipato a manifestazioni contro i macellai di Pechino”.

Quindi, se Soros è un trotskista, è di questo tipo.

Quando papa Benedetto ha visitato Sydney a metà del 2008, i trotskisti hanno cercato di organizzare uno sciopero dei treni: http://www.wsws.org/articles/2008/jul2008/rail-j17.shtml .

Hanno criticato i politici e i media per averlo accolto: http://www.wsws.org/articles/2008/jul2008/wyd1-j17.shtml .

E hanno dichiarato la vittoria contro di lui e gli eventi della Giornata Mondiale della Gioventù: http://www.socialist-alliance.org/page.php?page=770 .

Alcuni Sydney Trots, tuttavia, hanno espresso riserve sulle manifestazioni anti-papa: http://ozleft.wordpress.com/2008/07/23/the-dsp-leaderships-ugly-venture-into-religious-bigotry/#more- 542 .

È improbabile che Soros abbia sostenuto quei manifestanti anti-papa. Il suo indebolimento dei regimi comunisti nell’Europa orientale è stato parallelo agli sforzi di Papa Giovanni Paolo II; entrambi hanno sostenuto Solidarnosc in Polonia.

Ci sono altri tipi di bolscevichi?

I Trots di oggi lavorano con i Verdi in una coalizione libera. Molti Verdi erano “rossi”. Molto probabilmente, Soros è questo tipo di “bolscevico”.

Soros e Popper sono noti per il loro marchio di appartenenza alla “Società Aperta” .

Ma HG Wells , come loro un sostenitore del governo mondiale, ha scritto un libro intitolato The Open Conspiracy (1928 e 1933): opencon.html . L’edizione del 1933 completa lo schema di Wells in modo più dettagliato; è stato anche pubblicato in seguito con il titolo What Are We To Do With Our Lives?

L'”Open Conspiracy” , dice Wells, è “un movimento che mira alla creazione di una direzione mondiale” (p. 33), “il movimento mondiale per la supercessione o la fusione delle istituzioni politiche, economiche e sociali esistenti” (p. 32),”la religione operaia delle persone più sane ed energiche” (p. 73).

Per alcuni aspetti, la visione di Wells è marxista : ha sostenuto il movimento di decolonizzazione ed è stato persino pubblicizzato come uno degli autori del Piano in 14 punti di Woodrow Wilson(David C. Smith, HG Wells: Desperately Mortal , pp. 238 e 431).

In The Open Conspiracy elogia l’URSS per aver spazzato via il vecchio ordine (p. 60) e per la stimolazione mentale dei loro piani quinquennali, nel senso che attraverso di essi “l’idea di riorganizzare gli affari del mondo su un piano la grande scala”, precedentemente considerata utopica, divenne ampiamente considerata realistica (p. 15); il governo mondiale che sostiene sarebbe antirazzista (p. 63), antinazionalista (p. 73) e cosmopolita. Mirerebbe a eliminare la malattia, la carestia e la tirannia e a prevenire la sovrappopolazione (p. 28).

Tuttavia, sotto altri aspetti, Wells è piuttosto antimarxista: “In pratica si scopre che il marxismo si risolve in un pronto ricorso ad attività maligne e distruttive, ed è così poco creativo da essere praticamente impotente di fronte alle difficoltà materiali” (p. 45). “Se ora rifiutiamo l’errore e accettiamo la verità, perdiamo l’ingannevole conforto di credere in quel gigante magico, il Proletariato, che detterà, organizzerà, restaurerà e creerà, ma apriamo la strada al riconoscimento di un’élite di persone intelligenti e creative sparse per l’intera comunità» (p. 45).

La critica di Wells al “marxismo” in questo libro del 1933 dovrebbe essere letta come un attacco allo stalinismo . Questo perché era uno dei principali sostenitori del primo regime sovietico. Wells e Webbs hanno sostenuto Trotsky (contro Stalin) al momento della sua espulsione dall’URSS: wells-lenin-league.html .

La società aperta è anche la cospirazione aperta per il governo mondiale? opensoc.html

Soros diede soldi ad Andrei Sacharov e Gorbaciov dichiarò la sua ammirazione per lui.

Sakharov si proclamò marxista e leninista, espose il marxismo come un principio scientifico, equiparava Stalin a Hitler e stabilì un programma di convergenza verso il governo mondiale che sembra simile al percorso seguito da Gorbaciov.

Gorbaciov non ha mai perdonato Solzhenitsyn, ma ha perdonato Sakharov il 9 dicembre 1986, subito dopo essere salito al potere, come mostrato nel seguente file del KGB: http://psi.ece.jhu.edu/~kaplan/IRUSS/BUK/GBARC/pdfs/sakharov/kgb86-2. pdf .

Convergence era un movimento di ispirazione ebraica (trotskista e/o sionista) che tentava di RIPRENDERE il controllo della Russia riportandola al suo periodo trotskista: stalin.html .

Allo stesso tempo, avrebbero imposto politiche sociali trotskiste in Occidente, inclusa la distruzione della famiglia: engagement.html .

In entrambi i casi, l’eliminazione dell'”antisemitismo” è stata una componente importante della “riforma”.

Soros presenta la Open Society come difensore della libertà. Che dire dell’incarcerazione e delle multe di studiosi (non intendo demagoghi) che contestano l’attuale politica a favore delle minoranze o contestano l’Olocausto nazista? È coerente con la Open Society? Soros si è mai opposto a tali politiche?

Maggiori informazioni su convergence.html .

Al World Economic Forum, Soros tiene discorsi all’interno, mentre i sostenitori trotskisti di Chomsky sono sulle barricate all’esterno. Eppure le differenze politiche tra Soros e Chomsky sono piccole.

Entrambi si oppongono al capitalismo. Entrambi promuovono le minoranze. Soros sostiene apertamente il governo mondiale e Chomsky lo fa implicitamente. Entrambi affermano che l’élite “produce il consenso” tramite i media, un media che nessuno dei due nota è in gran parte gestito e di proprietà di ebrei. Entrambi accusano gli imperialisti di farci entrare in guerre non approvate dall’ONU (a Soros non importa le guerre che SONO approvate), ma nessuno dei due si accorge della pressione della lobby ebraica proprio per quelle guerre.

George Soros ha scelto Karl Popper come suo guru; ma Popper ha “benedetto” Soros e la sua Open Society Foundation accettando da lui il primo “Open Society Prize” e tenendo una conferenza presso la sua Università dell’Europa Centrale a Praga – punti 3, 4 e 5.

(2) La vera storia di Soros il Golem Executive Intelligence Review RAPPORTO SPECIALE aprile 1997.

{P. 18} George Soros non è solo uno dei principali megaspeculatori mondiali; per tutta la sua vita fino ad oggi, ha servito come “facchino” per l’establishment monetarista anglo-americano, conducendo operazioni di saccheggio contro le nazioni dell’Europa orientale, nonché attacchi contro la sovranità delle nazioni … a settembre Nel 1992, “in uno scontro occhio a occhio con la Banca d’Inghilterra”, Soros distrusse la sterlina britannica e la lira italiana e realizzò un profitto di $ 12 miliardi dalla sua speculazione, come si è poi vantato in un’intervista. …

{P. 19} Utilizzando prestiti a leva, Soros ha raccolto 40 miliardi di dollari per superare i tedeschi. Come sia stato in grado di farlo, rimane un mistero: in primo luogo, c’era il fatto che uno speculatore come Soros è in grado di prendere in prestito con un margine del 5%, prendendo in prestito $ 1 miliardo per soli $ 50 milioni. In secondo luogo, Soros aveva legami con quei circoli oligarchici molto britannici (rappresentati dai Rothschild) che volevano minare la Bundesbank, mentre consideravano sopravvalutata la sterlina. In terzo luogo, Soros disponeva di ampie linee di credito ad alta leva finanziaria con banche come Citibank NA, che è una delle due depositarie di Quantum. E, quarto, fonti dell’intelligence statunitense accusano Soros di avere accesso a una folla di “soldi caldi” in Israele, politicamente associata agli obiettivi di Eretz Yisroel del generale Ariel Sharon. Queste forniscono alcune indicazioni su come Soros sia stato in grado di battere la Bundesbank e distruggere l’ERM.

3. Soros il ‘filantropo’ e il suo Open Society Fund

Soros non è Robin Hood. Ha usato la sua generosità, soprattutto da quando il suo profitto di $ 1-2 miliardi dalla svalutazione della sterlina e della lira, per diffondere il tipo di economia del “libero mercato” di von Hayek che ha distrutto le nazioni . L’Open Society Fund, che è stata la prima fondazione Soros creata nel 1979, dal dicembre 1993 è diventata l’Open Society Institute di New York. Questo Istituto, insieme a un Open Society Institute-Budapest formato nello stesso anno, e ora un Open Society Institute-Mosca, formato nel 1995, sono i tendini di 24 fondazioni nazionali Soros nell’Europa centrale e orientale, nonché in Sud Africa e Haiti. Tutte queste fondazioni, di cui George Soros è presidente, sono dedicate al suo concetto di società aperta e di “economia di libero mercato”. Come dice lui: ” La società aperta non preclude il perseguimento dell’interesse personale. Al contrario, in assenza di una perfetta conoscenza, è meglio lasciare all’individuo la definizione di quali sono i suoi interessi, ed è meglio lasciare alla meccanismo di mercato per conciliare tali interessi”. La spesa totale del 1994 per tutte le fondazioni Soros è stata di circa 300 milioni di dollari. L’OSI-New York è primus inter pares tra le varie fondazioni di Soros. Nel settembre 1993, Soros nominò Aryeh Neier presidente dell’OSI-New York. (Per 12 anni, Neier è stato direttore esecutivo di Human Rights Watch , finanziato da Soros, e prima ancora, ha lavorato per otto anni come direttore nazionale dell’American Civil Liberties Union, o ACLU.) …

4. Diffondere l’economia del libero mercato di von Hayek

Attraverso le sue Open Society Foundations, le cui attività dettagliamo di seguito, George Soros si è posizionato, molto prima della caduta del comunismo, come l’uomo che, a nome degli interessi bancari angloamericani e del FMI, ha cercato di mettere in atto il meccanismo per l’economia e “transizione” politica nei paesi dell’Europa orientale. Divenne un convinto sostenitore della politica della “terapia d’urto”, che fu approvata dal primo ministro britannico Margaret Thatcher e dal suo stretto collaboratore Sir George Bush, dopo la caduta del muro di Berlino. Insieme all’ex presidente della Federal Reserve Paul Volcker. chi è oggi il presidente nordamericano della Commissione Trilaterale di David Rockefeller; il vicepresidente di Citibank H. Anno Ruding, che in precedenza era nel FMI; e il professor Jeffrey Sachs di Harvard, Soros ha avuto un ruolo importante nella creazione del modello polacco di “terapia d’urto”. (Come accennato in precedenza, Sachs ha attirato l’attenzione di Soros attraverso il suo lavoro nell’implementazione della “terapia d’urto” in stile FMI in Bolivia.) Nel suo libro, Underwriting Democracy , Soros riassume la sua esperienza con il modello polacco di terapia d’urto: “Lo consideravo essenziale per dimostrare che la trasformazione politica potrebbe portare a un miglioramento economico. La Polonia era il luogo in cui ciò poteva essere realizzato. Ho preparato l’ampio

{P. 20} schemi di un programma economico globale, aveva tre ingredienti: stabilizzazione monetaria, cambiamenti strutturali. e riorganizzazione del debito. Ho sostenuto che i tre obiettivi potrebbero essere raggiunti meglio in combinazione che separatamente … Ho proposto una sorta di debito macroeconomico per lo scambio di azioni,, . . Ho mostrato il piano a Geremek e al professor Treziakowski, che hanno guidato la tavola rotonda economica nei colloqui che hanno preceduto il trasferimento del potere, ed entrambi sono rimasti entusiasti. … Ho unito le forze con il professor Jeffrey Sachs dell’Università di Harvard, che sosteneva un programma simile. e ha sponsorizzato il suo lavoro in Polonia attraverso la Fondazione Stefan Batory … Il FMI ha approvato e il programma è entrato in vigore il 1 gennaio 1990. È stato molto duro per la popolazione, ma le persone erano disposte a sopportare molto dolore per per vedere il vero cambiamento. .. . L’inflazione è stata ridotta, ma il risultato è ancora in bilico perché l’adeguamento strutturale tarda ad arrivare. La produzione è diminuita del 30%, ma l’occupazione è diminuita del 3%. Ciò significa che la gestione radicata delle imprese statali sta utilizzando la tregua guadagnata dalle pretese salariali per migliorare i propri margini di profitto e mantenere i lavoratori occupati. C’è un’alleanza empia tra la gestione e il lavoro che sarà difficile da rompere”,

Sia che guardiamo alla Polonia o all’Ungheria, alla Russia o all’Ucraina – in ciascuno di questi casi, Soros ha sostenuto a favore di un’economia di libero mercato radicale, la privatizzazione. e le condizionalità del FMI in modo da imporre la disciplina monetaria. …

5. Il Piano Shatalin: approccio alla terapia d’urto per l’ex Unione Sovietica

Con l’appoggio del presidente sovietico Mikhail Gorbachov e del primo ministro Margaret Thatcher, Soros raggiunse l’apice della sua influenza in Unione Sovietica quando gli fu chiesto di riunire una squadra, tra cui Jeffrey Sachs e Romano Prodi d’Italia, per criticare il Piano Shatalin, che era basato su una “terapia d’urto” in stile FMI. “Sono stato un grande sostenitore del cosiddetto Piano Shatalin”, scrive Soros in Soros su Soros. “…

{P. 21} Se Gorhachov avesse accettato il piano, sarebbe rimasto al potere e l’Unione Sovietica avrebbe potuto essere riformata, invece di disintegrarsi”.

In Underwriting Democracy , Soros ha detto del So-

{P. 22} settore dell’industria pesante dell’Unione europea: “Possiamo vedere le gigantesche dighe idroelettriche, le acciaierie, le sale di marmo della metropolitana di Mosca ei grattacieli dell’architettura stalinista come tante piramidi costruite da un faraone moderno”. In un commento del 4 gennaio 1993 sul Washington Post, Soros ha insistito su questo tema monetarista:

“… La rete di sicurezza sociale fornirebbe anche un potente incentivo per chiudere le imprese in perdita. Le fabbriche potrebbero essere inattive e le materie prime e l’energia che entrano in produzione potrebbero essere vendute per più della produzione “.

Così, Soros propose di chiudere l’intera base militare-industriale dell’ex Unione Sovietica per vendere a buon mercato i suoi input di energia e materie prime all’estero, in cambio di qualche crosta di pane. … Dalla sua proposta che la Russia scarichi le sue materie prime e la sua energia, attraverso alleati di Soros come Marc Rich – finanziere fuggitivo in Svizzera – le materie prime russe che vanno dall’oro all’alluminio sono state saccheggiate, insieme alle risorse energetiche . In effetti, Rich ha scaricato così tanto alluminio russo alla London Metal Exchange a un certo punto, che ha dimezzato il prezzo e ha comunque realizzato un profitto. Questa attività ha alimentato la crescita della mafia russa.

6. La mafia dei diritti umani

Uno dei primi esperimenti di George Soros sui “diritti umani” è un gruppo noto come Carta 77 (C77), che lavora a stretto contatto con l’Assemblea dei cittadini di Helsinki (HCA). … C77 fa parte della rete interconnessa della mafia dei “diritti umani” , che a sua volta si sovrappone alla lobby della legalizzazione della droga, come esemplificato nel caso di Human Rights Watch, di cui Soros è un importante finanziatore. Human Rights Watch (HRW), e il suo stretto alleato, Amnesty International del Ministero degli Esteri britannico, si sono affermati come una squadra d’assalto internazionale strettamente coordinata contro le nazioni che si oppongono al libero scambio e alla globalizzazione ; impacchettano i loro attacchi come campagne contro le violazioni dei “diritti umani”. Human Rights Watch World Report 1995 ha lanciato un violento attacco a quegli individui e governi che condividono “una visione che identifica l’interesse personale economico con il bene comune”, ed etichetta quella prospettiva come una “minaccia mercantilista” al suo concetto di ” diritti umani.”

{P. 32} Capitolo 4 La rete finanziaria segreta dietro George Soros di William Engdahl

La realtà dietro George Soros è qualcosa di diverso dalla sua immagine mediatica accuratamente coltivata. … George Soros è semplicemente il volto visibile di una vasta e molto cattiva rete di interessi finanziari privati, controllata dalle principali famiglie aristocratiche e reali d’Europa.

{P. 33} Piuttosto che utilizzare i poteri diretti dello stato per raggiungere obiettivi geopolitici cruciali, si sviluppò un vasto possesso segreto e interconnesso di interessi finanziari privati, legato alla vecchia oligarchia aristocratica dell’Europa occidentale. È stato in molti modi modellato sui modelli della Compagnia delle Indie orientali britanniche o olandesi del XVII secolo . Secondo fonti ben informate, il centro di questo Club of the Isles è il centro finanziario del vecchio impero britannico, la City di Londra. George Soros è un membro di quelli che in epoca medievale venivano chiamati Hofjuden, o “Ebrei di corte”, che erano e sono gestiti da questa potente e segreta rete di antiche famiglie aristocratiche.

… Soros specula sui mercati finanziari mondiali attraverso la sua società offshore segreta, Quantum Fund NV, un investimento interamente privato fond chiamato “hedge fund”. (Gli hedge fund sono stati identificati dalle agenzie di polizia internazionali come lo sbocco in più rapida crescita per il riciclaggio di denaro illegale oggi.) … Il Quantum Fund di Soros è registrato a Curacao, nelle Antille olandesi, nel paradiso fiscale dei Caraibi, quindi evita di pagare le tasse e anche nasconde la natura dei suoi investitori e cosa fa con i loro soldi . Trasferendo la sua sede legale a Curaçao. Soros è stato in grado di evitare il tipo di supervisione del governo statunitense sulle sue attività finanziarie, che qualsiasi fondo di investimento con sede negli Stati Uniti deve accettare, per poter operare. Le Antille olandesi, possedimento del Regno d’Olanda, sono state più volte citate dalla Task Force internazionale sul riciclaggio di denaro dell’OCSE come uno dei centri più importanti al mondo per il riciclaggio dei proventi illegali del traffico di cocaina latinoamericano e di altro traffico di droga.

Soros si è anche assicurato che nessuno dei 99 investitori individuali che formano i suoi vari fondi fosse cittadino americano. Secondo la legge statunitense sui titoli, un hedge fund è limitato a non più di 99 investitori di individui altamente facoltosi, i cosiddetti “investitori sofisticati”. Strutturando la sua società di investimento come un hedge fund offshore, Soros evita il controllo pubblico. Lo stesso Soros non è nemmeno nel consiglio di Quantum Fund. Invece, per motivi legali, ricopre il ruolo di “Consulente per gli investimenti” ufficiale di Quantum Fund NV attraverso la sua società, Soros Fund Management, di 888 Seventh Avenue, New York City. Se viene fatta una richiesta a Soros di rivelare i dettagli di Quantum Fund, può affermare di essere “semplicemente il suo consulente per gli investimenti”.

… Secondo esperti investigatori statunitensi ed europei, Soros fa parte di un circolo che include Marc Rich di Zugo, Svizzera e Tel Aviv, lo speculatore e latitante di metalli e materie prime incriminato; Shaul Eisenberg, il segreto trafficante di armi e merci israeliano; e “Dirty Rafi” Eytan – entrambi legati alla parte finanziaria del Mossad israeliano e alla famiglia di Jacob Lord Rothschild.

Comprensibilmente, Soros e gli interessi dei Rothschild preferiscono mantenere la loro connessione nascosta alla vista del pubblico , in modo da oscurare i potenti amici che Soros può rivendicare nella City di Londra, nel Ministero degli Esteri britannico, in Israele e nell’establishment finanziario statunitense. Si è quindi creato il mito che Soros sia un “genio” solitario dell’investimento finanziario che, grazie alla pura abilità personale nell’individuare merda nei mercati, è diventato uno degli speculatori di maggior successo al mondo. Secondo chi lo conosce e ha fatto affari con lui, Soros non fa mai una mossa di investimento importante, sia nei confronti della sterlina che del franco o dell’oro, senza informazioni privilegiate sensibili e di alto livello . Nel consiglio di amministrazione di Quantum Fund NV di Soros c’è Richard Katz. Katz è un uomo Rothschild che è anche nel consiglio di amministrazione della banca d’affari London NM Rothschild & Sons e capo della Rothschild Italia SpA di Milano. Un altro legame della famiglia Rothschild con il Quantum Fund di Soros è il membro del consiglio di amministrazione di Quantum Nils O. Taube. Taube è il partner del gruppo di investimento londinese, St. James Place Capital, il cui partner principale è Lord Rothschild. L’editorialista del London Times, William Lord Rees-Mogg, è anche nel consiglio di St. James Place Capital di Rothschild .

{P. 34} Un altro membro del consiglio di amministrazione del Quantum Fund di Soros è il capo di una delle banche private svizzere più controverse, Edgar de Picciotto, che è stato definito “uno dei banchieri più intelligenti di Ginevra”, … De Picciotto è un lungo -tempo amico e socio in affari di Edmund Safra, un altro banchiere di origine libanese che controlla la Republic Bank di New York. La Safra’s Republic Bank oggi è stata identificata nelle indagini statunitensi sulla criminalità organizzata russa, come la banca coinvolta nel trasferimento di miliardi di banconote della Federal Reserve statunitense da New York alle banche di Mosca controllate dalla criminalità organizzata, per conto della criminalità organizzata russa. Inoltre, Safra è indagata dalle autorità statunitensi e svizzere per riciclaggio di denaro della droga turca e colombiana. …

La relazione di George Soros con il circolo finanziario internazionale segreto dei Rothschild non rappresenta alcun collegamento bancario ordinario o casuale. Spiega molto lo straordinario successo di un semplice speculatore privato e la straordinaria capacità di Soros di “giocare bene” così tante volte in mercati ad alto rischio. Soros ha accesso alla “traccia insider” in alcuni dei più importanti canali governativi e privati del mondo . Dalla seconda guerra mondiale, la leggendaria famiglia finanziaria Rothschild, al centro dell’apparato finanziario del Club of the Isles, ha fatto di tutto per trarre in inganno, per crearsi un’aura pubblica di insignificanza , dietro la quale si erge uno dei le più potenti e oscure combinazioni finanziarie del mondo. La famiglia ha speso somme significative per coltivare un’immagine pubblica di famiglia di “gentiluomini” ricchi ma tranquilli, …

{P. 35} Tra l’altro, hanno voluto farsi conoscere, fin dal 1948, come devoti alla causa del nuovo stato di Israele, giocando sull’oltraggio mondiale per l’Olocausto nazista contro gli ebrei durante la seconda guerra mondiale. In effetti, da quando il ministro degli Esteri britannico Arthur Balfour scrisse la sua famosa lettera del novembre 1917 a Lord Rothschild esprimendo il sostegno ufficiale del governo britannico all’istituzione in Palestina di una patria nazionale per gli ebrei, i Rothschild sono stati intimamente coinvolti nella creazione di Israele. Non sorprende, quindi, scoprire che oggi Soros e Rothschild hanno legami con i servizi segreti israeliani, oltre che con quelli britannici e americani.

Ma dietro la loro facciata pubblica come una famiglia che dona denaro per progetti utili come piantare alberi nei deserti di Israele, NM Rothschild di Londra è al centro di varie operazioni di intelligence…

NM Rothschild è considerato dagli addetti ai lavori della City di Londra uno dei componenti più influenti di quella parte dell’establishment dell’intelligence britannica legata all’ala Thatcher del “libero mercato” del Partito Tory. Rothschild & Sons ha realizzato ingenti somme gestendo per la Thatcher la privatizzazione di miliardi di dollari di partecipazioni dell’industria statale britannica negli anni ’80 e oggi per il governo di John Major. Inoltre, Rothschilds è al centro del commercio mondiale di oro, essendo la banca presso la quale, due volte al giorno, la London Gold Fix viene colpita da un gruppo delle cinque banche commerciali d’oro più influenti . L’oro costituisce una parte importante dell’economia dello spaccio di droga a livello globale.

Ma NM Rothschild & Sons è anche implicato in alcune delle più sporche operazioni di intelligence segrete di droga per armi. Poiché è ben collegato ai più alti livelli dell’establishment dell’intelligence britannica, Rothschild è riuscito a eludere la menzione di spicco della sua complicità in una delle più sordide reti di intelligence segrete, quella della BCCI (Bank of Commerce and Credit International). Rothschilds era al centro della vasta rete internazionale di banche per il riciclaggio di denaro utilizzate negli anni ’70 e ’80, dall’MI-6 britannico e dalla rete del tenente colonnello Oliver North e del vicepresidente George Bush, per finanziare progetti come il Nicaragua Contrari.

L’8 giugno 1993, il presidente del Comitato bancario della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Henry Gonzalez del Texas, fece un discorso straordinario in cui accusava il governo degli Stati Uniti, sotto le amministrazioni Bush e Reagan, di aver sistematicamente rifiutato di perseguire la BCCI , e che il Dipartimento di Giustizia si era ripetutamente rifiutato di collaborare con le indagini del Congresso sullo scandalo BCCI, così come quello che Gonzalez ha detto essere lo scandalo intimamente correlato della filiale di Atlanta, Ga. della Banca Nationale del Lavoro (BNL), che sarebbe stato di aver fatto prestiti per miliardi di dollari dall’amministrazione Bush a Saddam Hussein, appena prima della Guerra del Golfo del 1990-91. …

Ma, ciò che non è mai stato identificato in una sola grande inchiesta della stampa occidentale, è che il gruppo Rothschild legato a George Soros era al centro della vasta rete illegale della BCCI .

{P. 36} … Secondo questi rapporti, tra gli investitori silenziosi di Soros ci sono – come accennato in precedenza – i solitari fuggitivi di metalli e commercianti di petrolio. Marc Rich, con sede a Zugo, in Svizzera, e il mercante d’armi israeliano Shaul Eisenberg, che è stato identificato come un membro da decenni dell’intelligence israeliana del Mossad, e che opera come un importante commerciante di armi in tutta l’Asia e nel Vicino Oriente.

{P. 39} L’università dell’Europa centrale e la sovversione intellettuale dell’Europa centrale e orientale

di Mark Burdman

George Soros – o quella che potrebbe essere definita la “rete delle istituzioni di George Soros” – è al centro di una vasta operazione di decostruzione politico-culturale nell’Europa centrale e orientale e in tutto il territorio dell’ex Unione Sovietica. Il punto focale di questa impresa è l’ Università dell’Europa Centrale, creata da Soros e patrocinata da Soros , con sede principalmente a Budapest, ma con importanti sedi a Varsavia e Praga.

La CEU rappresenta uno sforzo per imporre quello che potrebbe essere chiamato “determinismo culturale” in tutte le aree ex comuniste. Dopo aver vissuto per decenni sotto il comunismo, alle popolazioni prese di mira viene offerta una nozione completamente irrazionale di “libertà”, le cui componenti includono la seguendo “dottrine”: che ogni tentativo di affermare una verità intelligibile scientificamente fondata è “totalitario”; che lo Stato-nazione sovrano è malvagio e si oppone all'”individuo”; che il liberalismo economico è una cosa buona. Tipico della mentalità coinvolto, è una serie di conferenze annuali su “The Individual vs. the State”, co-sponsorizzato dall’Open Society Institute di Soros con sede a New York City e dal CEU. Altrettanto rilevante è stata la cattedra in visita al CEU del teorico arci-decostruzionista Jacques Derrida .

{P. 40} Almeno una conferenza di Soros è stata co-sponsorizzata dal New York Council on Foreign Relations, la filiale americana del Royal Institute of International Affairs. Nel 1996, lo stesso Soros ha notevolmente migliorato il suo lavoro con il CFR. Ha guidato una task force del CFR, sul tema del perché gli Stati Uniti dovrebbero subordinarsi sempre più all’Organizzazione sovranazionale delle Nazioni Unite. Ha scritto un articolo sulla situazione economica e politica europea, per il Foreign Affairs Journal del CFR. Fonti informate hanno detto a EIR che Soros ha pompato considerevoli somme di denaro nel CFR. sebbene ciò non sia stato confermato in modo indipendente.

Inoltre, il nesso di fondazioni che si presentano, prima o poi… include il Rockefeller Brothers Fund (in primo luogo), il German Marshall Fund, la Mott Foundation, la Ford Foundation, la Mellon Foundation e Washington, DC Fondazione eurasiatica con sede.

Soros, il Comunitarismo e la Scuola di Francoforte

Si dovrebbe vedere la spinta decostruzionista di Soros verso est come parallela a. e in simbiosi con i relativi movimenti decostruzionisti nel mondo occidentale. Ciò che deve essere sottolineato è la simbiosi o interazione reciproca tra l’offensiva culturale-ideologica di Soros nell’Europa centrale e orientale e l’evoluzione del movimento di “comunitarismo” negli Stati Uniti, in Germania, in Gran Bretagna e in altri paesi occidentali. Al 12-14 luglio 1996 Primo Vertice Comunitario a Ginevra. Il guru fondatore della comunità Amitai Etzioni ha dichiarato: “Sono molto legato a George Soros, siamo amici da 25 anni”. Ha detto che Soros ha sostenuto molto i suoi sforzi. e ha insistito sul fatto che il sostegno di Soros non era strettamente una questione di denaro.

Se si guarda il curriculum per il Dipartimento di Scienze Politiche del CEU di Budapest, si trova un corso dato dal capo dipartimento Janos Kic, una figura di spicco dell’era comunista nel “movimento democratico” ungherese e un personaggio importante al CEU. è così descritto: “Modelli teorici: utilitarismo, contrattualismo, ermaneutica, concezioni sostanziali: liberalismo, comunitarismo, repubblicanesimo civico.” La sezione del prospetto sulle scienze politiche inizia con una fotografia del professor Charles Taylor della McGill University in Canada, costantemente citato da i “comunitari” nella loro letteratura come uno dei loro principali filosofi. Allo stesso modo, un collega chiave di Soros, Lord Ralf Dahrendorf del St. Antony’s College di Oxford, è un collaboratore regolare del giornale della casa comunitaria, The Responive Community . . ..

{fine del materiale EIR}

Per acquistare questo rapporto da Executive Intelligence Review : http://www.larouchepub.com/ .

Sebbene Lyndon Larouche sia bollato come “antisemita” dalla fazione sionista Sharon-Netanyahu, si dice che la sua organizzazione includa un numero di ebrei di alto livello. L’ Executive Intelligance Review ha regolarmente riferito sulle attività di Soros, specialmente in connessione con la “crisi asiatica” . Il seguente articolo è dal vol. 24, #44, 31 ottobre 1997:

La guerra finanziaria di Soros è sempre più oggetto di indagine

di Gail G. Billington e Cynthia Rush

George Soros sta affrontando nuove, forse criminali indagini sulla sua speculazione ostile incentrata sugli hedge fund contro valute e mercati azionari asiatici . Nonostante i migliori sforzi dei portavoce di Wall Street e Londra per ravvivare la sua immagine pubblica, mentre il contagio degli attacchi mordi e fuggi finanziari in stile Soros si diffonde a Taiwan e Hong Kong e continua a devastare le nazioni indebolite del sud-est asiatico, queste nazioni si stanno organizzando in modo aggressivo, a livello bilaterale, regionale e internazionale, per inserire questo saccheggio nell’agenda di ogni grande incontro internazionale fino alla fine del 1997.

Né i problemi di Soros sono limitati all’Asia. Il suo nome ha perseguitato il presidente Clinton durante il suo tour in tre nazioni iberoamericane dal 12 al 18 ottobre; e, grazie all’EIR, il dibattito pubblico sulle sordide attività di Soros è scoppiato in Argentina, durante una conferenza stampa con il consigliere per la politica sulle droghe della Casa Bianca degli Stati Uniti, il generale Barry McCaffrey (in pensione). Il presidente non ha menzionato il nome di Soros in pubblico, ma le figure argentine che hanno incontrato la Clinton in privato, hanno affermato di aver espresso preoccupazione per l’instabilità monetaria in stile asiatico in Argentina e in tutta l’Ibero-America.

Gli attacchi a Soros , lanciati dal primo ministro malese Dr. Mahathir Bin Mohamad al vertice dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) a fine luglio e, ancora, con rinnovata pungenza, all’incontro annuale del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale a Hong Kong a settembre, sono servite come un grido di battaglia che ora sta facendo eco tra le nazioni dei “mercati emergenti” in tutto il mondo. L’intensità di questo slancio aumenta di pari passo con la diffusione dell’emorragia finanziaria e l’idea che la crisi stia sfuggendo al controllo del FMI.

A seguito dell’assalto agli hedge fund del 20-23 ottobre che ha affondato la borsa di Hong Kong del 23% e degli attacchi paralleli che hanno costretto le autorità taiwanesi a far fluttuare la loro valuta il 17 ottobre, il 22 ottobre il danese Jyllands-Posten ha intitolato il suo rapporto: “I taiwanesi Il consiglio di sorveglianza finanziaria sta aprendo indagini contro George Soros”. L’articolo principale nella copertura di due pagine del giornale riportava: “Taiwan e la Corea del Sud sono diventate vittime delle forze di mercato imprevedibili che in larga misura sono controllate dai computer dei fondi segreti, cacciando margini di cambio sottilissimi e, ancora, il Il multi-speculatore americano e filantropo politico George Soros è al centro dell’attenzione… La Futures and Securities Commission (FSC) di Taiwan ha ora aperto un’indagine sulle transazioni del fondo multimiliardario di George Soros sulla borsa dei futures taiwanese e su la Singapore Monetary Exchange, SIMEX . L’FSC ritiene che le speculazioni del fondo di Soros siano state una delle ragioni principali delle vendite di panico che venerdì scorsa e lunedì di questa settimana sono costate quasi il 15% sull’indice di borsa”. Un portavoce dell’FSC afferma: “Il signor Soros ha sottoposto i nostri mercati a una pressione straordinaria attraverso il suo trading speculativo sul SIMEX. Le nostre indagini non sono ancora state completate e non abbiamo ancora deciso quali azioni intraprendere”.

Il documento riporta che il 2 dicembre i ministri delle finanze e dell’economia delle nazioni asiatiche si incontreranno in Giappone per redigere la carta del Fondo monetario asiatico (AMF), il fondo da 100 miliardi di dollari proposto dal Giappone alla riunione del FMI di settembre, con il sostegno di Cina, Corea del Sud, Taiwan, Asean e con un cenno positivo del segretario al Tesoro americano Robert Rubin. Durante i colloqui bilaterali a Tokyo tra i funzionari thailandesi e i loro alleati e creditori giapponesi all’inizio di ottobre, il ministro delle finanze thailandese Thanong Bidaya ha detto ai giornalisti: “Lo scopo del fondo asiatico è di arrotondare i requisiti di finanziamento e i contributi dei paesi asiatici in caso di crisi, ed è una buona idea. Ma in qualche modo è stato ritardato. Perché non inserirlo nel forum APEC? Perché tenerlo semplicemente in Asia? Il FMI non avrà abbastanza per affrontare qualsiasi crisi da solo e [l’AMI ;è uno sforzo per preparare qualcosa di solido.”

Il viceministro delle finanze giapponese Eisuke Sakakibara ha visitato le capitali asiatiche dal 14 al 22 ottobre per discutere l’idea dell’AMF, che secondo diversi leader potrebbe essere utilizzata per attenuare l’effetto delle crisi causate “per caso”. Come suggeriscono i commenti di Thanong Bidaya, l’AMF, che è stato oggetto di discussioni nel 1995 tra influenti circoli giapponesi e l’editore fondatore di ElR Lyndon LaRouche, non risolverà le crisi che colpiscono questi paesi oggi. Tuttavia, attutirebbe gli effetti peggiori delle “condizionalità” del FMI nella transizione verso la revisione completa degli accordi monetari globali.

Soros sul sedile caldo

Non c’è stata alcuna tregua nell’organizzarsi su questo tema dall’incontro annuale del FMI. Il dottor Mahathir della Malesia continua ad agire come portavoce in questo sforzo, affrontando l’argomento durante il suo 25 settembre-ottobre. 5 tournée di quattro nazioni iberoamericane (vedi EIR , 10 e 17 ottobre 1997), dove, nonostante una reazione ritardata della stampa e delle istituzioni, il suo messaggio è riemerso nei titoli dei giornali in Venezuela e Brasile, che ha salutato il presidente Clinton al suo arrivo in quelle nazioni. Le storie collegavano la richiesta del dottor Mahathir di tenere a freno gli speculatori, l’AMF e l’appello urgente di LaRouche per un accordo monetario di New Bretton Woods. …

{fine del materiale EIR}

(3) Scuola internazionale di corruzione giovanile di George Soros, di Marek Glogoczowski

(La versione leggermente ingrandita del discorso pronunciato da Marek Glogoczowski durante il campo dei giovani scettici dell’UE(RO) tenutosi a Lubiana, Slovenia, dal 26 al 27 settembre 2001.)

George Soros è un uomo d’affari-filantropo, le cui attività sono note ai professionisti di tutto il mondo. Negli USA gestisce l’Institute of Open Society, nei paesi appartenenti all’ex Blocco Sovietico gestisce un certo numero di fondazioni simili, che nel caso della Polonia detiene il nome “reale” di Bathory Foundation. Queste istituzioni “filantropo” hanno? o aveva? una sostanziale influenza sulla composizione dei successivi governi post-comunisti nell’Europa orientale, in particolare i governi dei grandi paesi – in Polonia, con il Fondo George Soros sono legati tre primi Primi Ministri “indipendenti” (Mazowiecki, Bielecki, Suchocka); in Russia ai “ragazzi” di Soros appartengono ardenti riformatori come il primo ministro Gajdar, Kirylenko e Niemcov. Nel suo libro “Underwriting Democracy” del 1993, George Soros afferma di essere? insieme al suo socio, il professor Jeffrey Sachs? un vero Padre finanziatore (o meglio un Padrino) di tutte queste riforme in stile “Protocolli di Sion”, che abbiamo dovuto subire nell’Europa orientale.

Oggi, con il Fondo Soros è legato in Polonia la rivista più influente “Gazeta Wyborcza” ? la quale rivista già nel 1989 aprì la strada alla vittoria elettorale di “Solidarietà” sul PZPR, l’allora Partito Comunista Polacco in declino. In Slovacchia con l’Impero invisibile di Soros è collegata l’emittente televisiva “Markiza”, che ha contribuito a rimuovere, durante le elezioni del 1998, il presunto governo antidemocratico di Meciar. All’interno della Serbia il Fondo Soros ha operato in Kosovo, fino ai bombardamenti NATO del 1999, un Centro Civile a Pristina, che si è battuto per l’indipendenza nazionale della locale maggioranza albanese, e a Belgrado opera tuttora la famosa “Radio B-92”, che ha suonato ruolo sostanziale nelle rivolte studentesche anti-Milosevic nel 1996/7 (e poi, nell’ottobre 2000, ha aiutato i “civilizzati”? cioè bulldozer e fuoco del Parlamento hanno assistito? alla distruzione dell’ultimo regime socialista in Europa). Gli intellettuali legati ai fondi sono in posizioni chiave delle istituzioni che controllano le economie e le culture dei paesi dell’ex blocco orientale, e a Budapest questa Fondazione gestisce un’intera università internazionale dell’Europa centrale.George Soros svolge anche un ruolo importante nella politica estera degli Stati Uniti, già nel 1980 ha organizzato , insieme ai suoi stretti collaboratori, i Segretari di Stato Zbig Brzezinsky e Mad Albraight, un fondo National Endowment for Democracy (NED), che è una sorta di joint venture tra CIA e priva te business, greed oriented, attività.

Il miglior riassunto delle attività umanitarie di George Soros nell’Europa sudorientale ha fornito Gilles d’Aymery in un articolo “Mapping the Human Rights Crowd in the Balkans” pubblicato il 23 luglio 2001 nella vetrina di Jugoinfo:

“Dietro il velo della legittimità e delle preoccupazioni umanitarie si possono trovare le stesse persone e organizzazioni potenti come l’Open Society Institute del miliardario e – come sempre caratterizzato – filantropo, George Soros, la Fondazione Ford, l’Istituto per la Pace degli Stati Uniti, il National Endowment for Democracy e molti altri, finanziando e utilizzando un labirinto di note ONG come Human Rights Watch, Amnesty International, International Crisis Group, ecc., nonché entità più oscure … Ma, tra tutte, splendente come la stella del Sud, è George Soros che, come un immenso polpo Jules Verne, estende i suoi tentacoli in tutta l’Europa orientale, sud-orientale, nel Caucaso e nelle repubbliche dell’ex Unione Sovietica, con l’aiuto di questi vari gruppi (è possibile) non solo formare ma creare le notizie, l’agenda e l’opinione pubblica verso ulteriori scopi che sono, in breve, il controllo del mondo, le sue risorse naturali e la promozione dell’u ideale uniforme di un perfetto sistema politico mondiale fatto in America”.

Nonostante tale ricchezza di questa attività filantropica, il grande pubblico conosce a malapena il suo nome. Durante il nostro incontro a Lubiana, giovane, 20 ? 25 anni, gli scettici dell’UE di diversi paesi hanno praticamente ignorato il nome di Soros, la mia stessa età, 59 anni amico svizzero tedesco di Zurigo mi ha scritto che nel suo paese ben informato forse il 2% delle persone conosce questo miliardario. E in Polonia sicuramente non più del 10 per cento della popolazione adulta sa chi è stato il vero autore delle “riforme di Balcerowicz” ampiamente disprezzati. Nonostante questa “colta” ignoranza pubblica, il ruolo “missionario” di Soros è percepibile a scala planetaria: secondo i dati dello Schiller’s Institute, l'”uomo di Soros” nella Commissione Europea è il professor Romano Prodi, in Malesia il nostro filantropo è ufficialmente ricercato enormi frodi finanziarie, e in Italia è ufficialmente considerato persona non grata per ragioni simili. Possiamo dare per scontato che questi ultimi fatti siano solo i vertici di un intero “iceberg” di affari fraudolenti in cui si trova il nostro miliardario-filantropo-politico? o era? coinvolto. Il mistero del suo successo nella speculazione mondiale George Soros ha spiegato in una dichiarazione sorprendentemente onesta, durante un’intervista rilasciata al settimanale svizzero “L”hebdo” del maggio 1993. Ha detto “SPECULO SULLA DISCREPANZA TRA LA REALTÀ E L’IMMAGINE PUBBLICA DI QUESTA REALTÀ, FINO A QUANDO SI VERIFICA UN MECCANISMO CORRETTIVO, CHE SI AVVICINA QUESTE DUE”. allarga di proposito il divario tra la ‘realtà reale’ e la sua immagine pubblica (per dirla in parole povere, un buon speculatore, conoscendo i principi della borsa, sta alimentando il pubblico con le informazioni false? o, in più parole educate, con DISINFORMAZIONE ?per raccogliere profitti personali.) L’idea “liberale” di una costruzione mirata di una falsa immagine del mondo? per ottenere il potere politico? si esprime anche nel libro di Soros “Underwriting democrazia” (nella versione francese “Sauver la démocratie a l’Est”) pubblicato nel 1993. Vi scrive ad esempio: “In una situazione normale è necessario che un movimento (un politico, ma anche commerciale, scientifico e religioso? MG) è spinto sufficientemente lontano, prima che si manifestino forze, in grado di correggere la deformazione (di immagine della realtà) che ne era alla base”. un linguaggio semplice, significa che quanto più una persona – o un gruppo, una coterie o una mafia – è in grado di mentire aggressivamente l’immagine della realtà, tanto più a lungo ci si aspetta che questo gruppo rimanga al potere.(Lo stesso sosteneva Goebbels 70 anni fa: più grande è la bugia, meglio regge.)

George Soros spiega anche in dettaglio come funziona il programma da lui elaborato di “americanizzazione” dell’Europa orientale. In “Underwriting Democracy” informa che dietro la sua idea filantropica di creazione di Open Society Foundations c’era “la creazione di un web internazionale (.. .) al centro della quale sarà la base informatizzata dei dati (personali), che consentirà alle Società multinazionali occidentali di trovare i candidati che stanno cercando “g”. ricordi giovani uomini e donne sono preparati a svolgere funzioni di cosiddetti “agenti di influenza”, che si comportano in modo simile a quello delle geishe giapponesi. Questi giovani professionisti urbani, grazie alla loro fluente conoscenza delle lingue e ai molteplici e delicati contatti sociali con la burocrazia nei paesi target, facilitano l’implementazione nelle loro terre d’origine non solo delle multinazionali occidentali, ma anche delle subculture occidentali e delle abitudini occidentali di consumo di , arricchimento della personalità, beni commerciali. Per la prima volta ho sentito che la Fondazione Soros corrompe i giovani, per bocca di Piotr Ikonowicz, circa vent’anni più giovane di me leader del Partito socialista polacco. Come è organizzata in dettaglio questa corruzione? In genere assume la forma di un addestramento ordinario molto simile a quello praticato insegnando ai cani giovani ad abbaiare a uno “estraneo”. In caso di “educazione” dei “giovani Soros” (SorosJugend) il “cibo” necessario per tale addestramento consiste in tutti questi computer, borse di studio sontuose, auto di lusso e inviti a cene e seminari in hotel a quattro stelle. In generale questo era/è sufficiente per corrompere non solo gli “intellettuali” giovani ma anche adulti in un paese target. Un esempio di questo ha raccontato qualche anno fa l’ex ministro delle finanze della Polonia, Grzegorz Kolodko, in un settimanale satirico di Varsavia “Nie”, dove ha riportato la storia di come un “noto investitore” (il suo nome non ha osato rivelare) è stato in grado di acquistare, solo al costo di poche decine di milioni di dollari spesi per l'”élite” di Varsavia, la banca polacca Handlowy ha un valore di 1,5 miliardi di dollari.

Il compito specifico di tutti questi “cani da guardia” addestrati dalla Bathory Foundation dell’Open Society consiste nell'”abbaiare” (in sintonia con la Voce del Loro Maestro), contro tutti gli individui che possono mettere in pericolo la Proprietà Privata di “nutrirli” Signore. Osservando il comportamento dei giornalisti legati a questa formazione “cane da guardia”, si scopre facilmente che tutto il loro vigore e senso dell’umorismo viene sfruttato per il compito di diffamazione continua e monotona dei leader nazionali, che hanno un autentico sostegno popolare. (Questo è stato il caso, ad esempio, del movimento “Otpor” degli studenti di teologia del mercato sponsorizzato da Soros/NED in Serbia; l’esca simile di Lukashenko a cui assistiamo oggi in Bielorussia.)

Una volta che le persone competenti sono state rimosse dai posti chiave di un paese bersaglio, il suo saccheggio, da parte della banda di “Investitori globali”, può procedere a pieno ritmo , grazie a veri cretini (come Walesa o Buzek in Polonia) o opportunisti (come Djindzic in Serbia), che vengono installati ai comandi dello stato. È evidente che per ottenere il consenso del pubblico (cioè dei media) a tali ‘riforme’, tutte le persone più osservanti e oneste devono scomparire dalla vita pubblica. Di solito è sufficiente associarli a disprezzati (dalla “Famiglia Soros”, ovviamente) ‘comunisti, fascisti, reazionari e populisti’; ma in casi particolari diventa necessario rapirli all’ICTY dell’Aia. (O semplicemente, per ucciderli dagli “squadroni della morte invisibili”? all’interno della Serbia, dopo che Milosevic è stato estromesso dal potere, circa 20 personalità sono state liquidate in questo modo.) La migliore, e allo stesso tempo la più breve descrizione della direzione generale di tutte le “riforme” che abbiamo nell’Europa dell’Est mi sono state date, nel maggio 1999, da un vecchio professore di letteratura slava, Vladimir Bozkov di Skopie, in Macedonia, che a quel tempo assisteva quasi ogni giorno al volo dei bombardieri B-52 verso il suo ex impressionato da questo techno-spettacolo mi ha detto, durante il nostro incontro a Mosca, “Oni chotiat’ ubit’ vsiech umnych ljudi”: (VOGLIONO UCCIDERE TUTTI I PENSIERI). Penso che questo sia l’obiettivo essenziale, che il nostro a cui mirano gli amati “Investitori globali”.

L’etica stessa della “disinformazione come strumento di sopravvivenza e di conquista” appartiene al modello di comportamento “aristocratico”, che si è sviluppato spontaneamente tra gli operatori di Borsa. È già nel 1813 che i fratelli Johannes e Nathan Rotschild, da un abile, spettegolato alle Borse di Londra e Parigi, mentono sull’esito della battaglia di Waterloo, riuscirono a guadagnare in uno “scoop” 40 milioni di franchi, ricavando dalla loro famiglia il Gruppo Bancario più ricco d’Europa. (A proposito, secondo lo Schiller’s Institute, George Soros è associato a questo famoso gruppo bancario Rotschild.)

Qui vengo al punto, che voglio sottolineare nella conclusione. Già nell’Antichità il filosofo greco Socrate sosteneva che (in contraddizione con la versione biblica del peccato originale) le persone non sono malvagie per loro natura, ma stanno diventando malfattori per la loro ignoranza. La Borsa Globale è per sua stessa natura il luogo in cui la DISINFORMAZIONE (o la produzione di ignoranze) è diventata la principale fonte di arricchimento personale degli ‘Investitori’. Per imitare le “Super Star” di Borsa come George Soros, ogni giorno sempre più numerosi “giovani lupi di interesse” inquinano il pianeta con bugie che dovrebbero portare loro la loro felicità egoistica e pecuniaria. È proprio dalle Borse che si irradia in tutte le direzioni la Lie? e quindi automaticamente anche il Male e il Brutto? che è diventato il simbolo sempre più visibile della Nostra Civiltà. (A proposito, questi bombardieri B-52, che 2,5 anni fa impressionarono così tanto il professor Bozkov di Skopie, li vedo attualmente sui Monti Tatra, durante il loro ritorno in Germania dalle missioni antiterroristiche in Afghanistan.)

Le borse valori e le banche borghesi furono autorizzate ad operare solo nell’Europa del XVI secolo dai nostri riformatori religiosi, sognando la “Nuova Gerusalemme”. Possiamo quindi far risalire l’origine di questi moderni ‘Templi della menzogna’, al Tempio dei Mercanti della Vecchia Gerusalemme duemila anni fa. A quel tempo i dissidenti ebrei consideravano il loro Tempio degli Ipocriti come una “caverna dei briganti”. Considerando quest’ultima espressione come una descrizione dell'”avvicinarsi alla realtà”, possiamo essere certi che nulla cambierà in meglio nel nostro mondo coraggioso (osservate i militari robusti degli americani!) finché non avremo cacciato gli investitori globali dalle nostre terre d’origine.

MG, novembre 2001

{fine}

(4) Nel giugno 1994, Popper ha tenuto una conferenza presso l’Università dell’Europa centrale di Soros a Praga

Sir Karl Popper

http://www.osi.hu/debate/karlpopp.htm

Sir Karl Popper, da cui prende il nome il Karl Popper Debate Program, è noto per i suoi importanti contributi alla filosofia della scienza, alla teoria politica e alla sociologia. Con il suo libro del 1945 The Open Society and Its Enemies, Popper è responsabile della divulgazione del concetto di “società aperta”, un concetto che avrebbe avuto un’influenza significativa sulla filosofia alla base delle attività filantropiche di George Soros.

In poche parole, una società aperta è una forma di organizzazione sociale basata sul riconoscimento che nessuno ha il monopolio della verità, che persone diverse hanno opinioni e interessi diversi e che c’è bisogno che le istituzioni proteggano i diritti di tutte le persone a permettere loro di vivere insieme in pace. Come risulta da questa definizione, il dibattito è una componente integrante di una società aperta.

{Che dire dell’Olocausto nazista come dogma, cioè fuori discussione; è coerente con l'”apertura”? Non solo il dibattito è un reato incarcerabile, ma lo scavo archeologico di resti umani, che potrebbe risolvere il problema, è respinto}

… È stato durante il conseguimento di un master alla LSE che George Soros è entrato per la prima volta in stretto contatto con Popper e le sue idee. Sebbene non abbia studiato direttamente sotto il filosofo, Soros ha presentato diversi saggi a Popper per la sua considerazione e revisione. Nel 1962, ben dopo aver terminato gli studi, Soros scrisse un trattato filosofico intitolato “The Burden of Consciousness”. Soros ha inviato questo lavoro a Popper, che è stato estremamente favorevole e incoraggiante delle idee di Soros. La loro associazione è continuata, rafforzandosi nel corso degli anni. Nel giugno 1994, Popper tenne una conferenza all’Università dell’Europa centrale di Praga, che Soros aveva istituito come centro intellettuale per promuovere gli ideali di una società aperta nell’Europa orientale e nell’ex Unione Sovietica. …. {fine}

(5) Soros ha assegnato a Popper il primo “Open Society Prize”

(5.1) (Ciò che Soros vuole veramente)

http://www.siliconinvestor.com/stocktalk/msg.gsp?msgid=19657825

… La cerimonia di premiazione dell'”Open Society Prize”: il primo vincitore del premio, Sir Karl Popper, viene decorato da George Soros che pronuncia un breve discorso per l’occasione. Sir Karl aveva 92 anni e sarebbe morto diversi mesi dopo.

(5.2) http://www.nationmaster.com/encyclopedia/Karl-Popper

Ultimo aggiornamento articolo: 14:56, 23 dicembre 2003 Ultimo aggiornamento database: 15:20, 09 gennaio 2004

Karl Raimund Popper (28 luglio 1902 – 17 settembre 1994), è stato un filosofo della scienza britannico di origine austriaca. …

Nato a Vienna nel 1902 da genitori borghesi di origine ebraica, Karl Popper studiò all’Università di Vienna. Ha preso un dottorato di ricerca. in filosofia nel 1928 e insegnò nella scuola secondaria dal 1930 al 1936. Nel 1937, le preoccupazioni per la crescita del nazismo lo portarono a emigrare in Nuova Zelanda, dove divenne docente di filosofia al Canterbury University College di Christchurch. Nel 1946 si trasferì in Inghilterra per diventare lettore di logica e metodo scientifico presso la London School of Economics, dove fu nominato professore nel 1949. Fu nominato cavaliere dalla regina Elisabetta II nel 1965 e fu eletto Fellow della Royal Society nel 1976 Si ritirò dalla vita accademica nel 1969, anche se rimase intellettualmente attivo fino alla sua morte nel 1994. Nel 1982 fu insignito dell’Insegne di un Compagno d’Onore.

(6) SIR KARL POPPER A PRAGA – Cerimonia di Assegnazione del “Premio Società Aperta”.

(SINTESI DEI FATTI RILEVANTI SENZA COMMENTO) Ceco

http://www.lf3.cuni.cz/aff/p1_e.html

Autunno 1992

Il professor Hoeschl invita Sir Karl Popper a Praga. Sir Karl rinvia la visita alla primavera del 1993 spiegando che alla data originaria è impegnato a Kyoto dove dovrebbe ricevere un prestigioso premio.

Primavera 1993

L’assistente di Sir Karl Popper, Melitta Mew, scusa Sir Karl per non essere venuto a Praga a causa di possibili rischi per la salute.

Inverno 1993-94

Il professor Ernest Gellner, Università dell’Europa centrale, Collegio di Praga, invita Sir Karl a tenere un seminario per il personale e gli studenti del Collegio di Praga. Sir Karl fu lieto di accettare. Dopo aver coordinato le sue intenzioni con la Divisione Organizzativa del Rettorato dell’Università di Charles, il professor Hoeschl ha rinnovato l’invito che Sir Karl è stato lieto di poter accettare.

26.4.1994

Il professor Hoeschl invita il finanziere americano, George Soros, insieme a Sir Karl, per una cena privata organizzata dalla 3a Facoltà di Medicina e per una cerimonia a Carolinum.

lunedì, 23. 5.1994,

13.50

Arrivo a Praga con un volo British Airways, n. 856. Sir Karl Popper e i suoi compagni sono accolti dal Prof. Hoeschl Decano della 3a Facoltà di Medicina, dal Professor Jiri Musil, Direttore Accademico della Central European University di Praga, e dal Professor Richard Rokyta, vice preside per le relazioni estere, la 3a facoltà di medicina.

16.00

Al Palace Hotel, Sir Karl riceve Marie Heligandova, direttrice della compagnia di documentari.

Martedì, 24. 5.1994, 10.00

Le auto del Centro Psichiatrico di Praga offrono un giro turistico di Praga. Partecipanti: Sir Karl, Melitta Mew, Mr. Mew, Dr. Libiger. Sir Karl esprime il desiderio di visitare la tomba di Tycho Brahe e la casa in cui un tempo aveva vissuto Johann Kepler. Ha poi visitato la Chiesa di Tynsky e il Ponte Carlo. L’abitazione di Johann Keplero era impresentabile.

14.00

Il presidente Havel riceve Sir Karl per un discorso di quasi 40 minuti al Castello di Praga.

mercoledì, 25. 5.1994, 9.50

George Soros arriva all’aeroporto di Ruzyne su un jet privato.

11.00

Sir Karl Popper e il professor Leopold Pospisil ricevono lauree honoris causa nel Carolinum.

12.00

Sir Karl incontra il Rettore della Charles University; il principe Karl Schwarzenberg; Giorgio Soros; e altre personalità illustri. Mercoledì pomeriggio Sir Karl rilascia diverse interviste a giornali e alla Documentary Film Company.

19.00

Red Wheel Restaurant Una cena servita per un circolo intimo che includeva Sir Karl Popper, il signor George Soros, Melitta Mew, il signor Mew, il professor Hoschl, il professor Musil, il professor Rokyta, il dottor Libiger. Ciò che Sir Karl apprezzava di più erano le frittelle dolci. Il signor Soros ha ordinato l’anatra arrosto.

Giovedì, 26.5.1994, 10.30

Una tavola rotonda (seminario) tenuta da Sir Karl Popper al Collegio di Praga del CEU.

11.00

La cerimonia di assegnazione dell'”Open Society Prize”: il primo vincitore del Premio, Sir Karl Popper, viene decorato da George Soros che pronuncia un breve discorso per l’occasione.

Venerdì, 27.5.1994, 14.50

Partenza di Sir Karl sul volo British Airways, n. 857.

31.5.1994

Estratto dal messaggio fax di Melitta Mew indirizzato al prof. Hoeschl: “Le nostre menti sono ancora ardenti con i ricordi più belli del nostro viaggio a Praga. L’accoglienza che tu e i tuoi colleghi avete riservato a Sir Karl, mio marito ed io è stata davvero commovente e non sarà mai dimenticata”.

Giovedì 2 giugno 1994

Lidove Noviny, n. 129, pagina 1: “Il finanziere americano, George Soros, acquisisce gli archivi di Radio Free Europe : George Soros ha incaricato le sue società di iniziare a investire nell’Europa centrale e orientale. L’amministrazione federale della radiotelevisione ha accettato la sua offerta di accettare oltre e finanziare gli archivi di Radio Free Europe. G. Soros intende trasferire gli archivi a Praga e prevede di spendere 15 milioni di dollari per il loro programma di manutenzione e modernizzazione”.

(7) George Soros come “Robin Hood”? – Intervista a SMH subito dopo la crisi asiatica

L’UOMO CHE HA VENDUTO IL MONDO… E POI HA DATO VIA I PROFITTI

di Jennifer Hewett,

Sydney Morning Herald , 15 novembre 1997, sezione Spectrum Features

{Spettro p. 1} GEORGE Soros ammette di aver sempre avuto aspettative esagerate su se stesso, persino un ragazzo ebreo in pericolo in Ungheria in tempo di guerra. “Solo di recente la realtà ha raggiunto le mie aspettative”, dice.

E poi qualche. La realtà per Soros si rivela essere l’idea di fantasia del resto del mondo. Immagina di dare 1 milione di dollari a una causa degna. O forse $ 10 milioni, $ 100 milioni? Soros può e fa: circa 350 milioni di dollari (500 milioni di dollari) ogni anno.

Immagina di affrontare la Banca d’Inghilterra scommettendo contro il valore della sterlina e vincendo. Soros potrebbe e lo fece nel 1992, guadagnando un miliardo di dollari nel processo.

Immagina di usare il libero mercato globale per guadagnare miliardi più volte speculando e poi avvertendo oscuramente che il capitalismo e il libero mercato stanno aumentando le minacce alla società democratica. Soros fa proprio questo ogni volta che ne ha la possibilità.

{Spettro p. 6} Adesso ha 67 anni, con una massa di capelli grigi spesso arruffati, un viso mobile e segnato e un accento ungherese ancora forte in cui parla con grande fermezza e sicurezza.

La modestia non è in gioco. Non sta davvero scherzando quando parla delle sue prime “tendenze messianiche” . Era troppo vanitoso, disse una volta, per essere solo ricco.

Il risultato consente a un individuo improbabile di avere un impatto sulle persone in tutto il mondo. Le basi gemelle di quell’impatto si trovano in due uffici nel centro di Manhattan. Uno è Soros Fund Management, che gestisce hedge fund con 18 miliardi di dollari di asset. La logica di base degli hedge fund è fare scommesse enormi e altamente indebitate sui movimenti di azioni, valute, obbligazioni e materie prime, spesso in controtendenza.

A pochi isolati di distanza si trova la sede della rete filantropica Soros, che opera sotto il nome di Open Society Institute.

Fino a poco tempo le operazioni di guadagno e spesa si svolgevano in piani piuttosto logori dello stesso edificio. Ma è lo staff di Open Society che si è appena trasferito nei nuovi uffici.

La portata delle reti filantropiche e di mercato è così vasta e così radicalmente diversa che è difficile capire che provengano entrambe dal cervello di un solo uomo.

Considera l’ultima grande donazione di Soros. Sta pianificando di dare da $ 300 milioni a $ 500 milioni di dollari – contalo – alla Russia in tre anni, vuole che vadano all’assistenza sanitaria, in particolare per madri e bambini, istruzione, istituzioni culturali e formazione professionale per coloro che ormai sono licenziati decrepito militare sovietico. Ciò si confronta con circa 100 milioni di dollari in aiuti esteri alla Russia da parte del governo degli Stati Uniti lo scorso anno.

Ma le cause di Soros sono notevoli per diversità e dimensioni. Si va da 50 milioni di dollari in aiuti umanitari per la Bosnia a 20 milioni di dollari per educare i medici e migliorare l’esperienza della morte negli Stati Uniti a milioni di dollari per fornire borse di studio ai dissidenti birmani e trasmettere programmi radiofonici in Birmania.

Ora ci sono fondazioni Soros che operano come una rete di organizzazioni autonome con consigli di amministrazione locali indipendenti in 30 paesi. Per non parlare dei numerosi programmi che finanziano università e programmi scientifici e culturali in tutte le regioni. …

In una storia di copertina su The Atlantic Monthly lo scorso gennaio, ha affermato che la diffusione dei valori di mercato in tutti i settori della vita stava mettendo in pericolo la società democratica. “Il principale nemico della società aperta, credo, non è più la minaccia comunista ma capitalista”, ha detto. … { soros2.html }

Mahathir non fu il primo ad accusarlo di essere coinvolto in una qualche forma di grande complotto ebraico. È diventato un bersaglio delle paranoie degli estremisti, un esempio, dice, della verità che nessuna buona azione resta impunita.

“Se c’è mai stato un uomo che si adatterebbe allo stereotipo del cospiratore mondiale giudeo-plutocratico bolscevico sionista, quello sono io” , dice con ironia – e ben prima che Mahathir pensasse all’argomento.

In effetti, è notevolmente neutrale sull’argomento Israele e dice di non avere alcun interesse per il sionismo. Sua madre, dice, si vergognava di essere ebrea e lei stessa piuttosto antisemita. Soros non cede alle cause ebraiche o israeliane e, sebbene sostenga il processo di pace in Medio Oriente, dice che Israele dovrebbe trattare con Hamas piuttosto che con l’OLP perché Arafat ha perso il sostegno dei palestinesi. …

{Spettro p. 7} Le buone opere di George Soros

Fondazioni o Istituti In: Albania, Armenia, Azerbaigian, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Georgia, Gumatamala, Haiti, Ungheria, Kazakistan, Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Macedonia, Moldavia, Mongolia, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Sud Africa, Tagikistan, Ukaine, Uzbekistan, Jugoslavia.

Negli Stati Uniti, Soros sostiene gli sforzi per: ¥ Assistere le vittime di reati e trovare alternative alla popolazione carceraria elevata. ¥ Aiutare gli immigrati legali a ottenere la piena cittadinanza e diritti. ¥ Ampliare il dibattito sulla politica in materia di droga e suggerire alternative. ¥ Migliorare l’insegnamento della matematica e dell’algebra nelle scuole dei centri urbani. ¥ Facilitare l’esperienza del morire ed educare i medici sui bisogni dei malati terminali e delle loro famiglie. ¥ Risolvere problemi di povertà, criminalità, abuso di droga e scarsa istruzione nel centro di Baltimora. ¥ Finanziamento della campagna elettorale di riforma.

Oltremare, i progetti sostenuti includono: ¥ Scuole di lingua inglese, principalmente nell’Europa centrale e orientale. ¥ Espansione dell’uso di Internet, dai centri pubblici in Mongolia a un sito web pslaestinese indipendente fino alle apparecchiature informatiche per i dissidenti birmani in Thailandia. ¥ Promozione della cultura artistica contemporanea. ¥ Corsi di formazione per editori e librai, e migliori Biblioteche e formazione per bibliotecari. ¥ Educazione speciale per bambini con disabilità o provenienti da ambienti svantaggiati. ¥ Istruzione per i rifugiati birmani e trasmissioni radiofoniche in Birmania a sostegno del movimento democratico di An Suu Kyi ¥ Fornitura di allerta precoce delle migrazioni forzate e risposta alle emergenze dei rifugiati. ¥ Educazione scientifica in Russia, Ucraina e Georgia. ¥ Sensibilizzare l’opinione pubblica sulle mine antiuomo e introdurre un divieto internazionale. ¥ Produzione di film e video sui temi dei diritti umani contemporanei. ¥ Sviluppo di media indipendenti, in particolare radio, nell’Africa meridionale. ¥ Vari diritti umani e gruppi civici e culturali. ¥ Aiuti alla Russia per il miglioramento della salute di madri e bambini, istruzione, cultura e formazione professionale per ex militari. ¥ Formazione universitaria per studenti in tutta l’Europa centrale e orientale. ¥ Studio delle politiche di transizione e privatizzazione politiche, economiche e sociali nell’Europa orientale. ¥ Programmi di formazione e tirocinio negli Stati Uniti per professionisti dell’Europa orientale.

(8) Donazioni di “Giornalismo alternativo” di George Soros

Data: mercoledì 21 gennaio 2004 06:16:59 +1000 Da: “makichris” <chrispaul@netpci.com>

“Media/movimento parallelo contro la guerra” di George Soros

di Bob Feldman

http://www.questionsquestions.net/feldman/soros.html

Forse Amy Goodman dovrebbe finalmente rivelare completamente tutte le sovvenzioni della fondazione che la Pacifica Foundation, la WBAI, la Democracy Now, la WBAI, la KPFA, gli Indymedia Centers, la Free Speech TV, la Deep Dish TV, la Pacifica Campaign o lo studio Downtown da cui ha trasmesso nel 2000 e/o nel 2001 hanno ricevuto dal 1992?

Per quanto riguarda la rete di controllo/censura dei media alternativi degli Stati Uniti di George Soros, il seguente riepilogo potrebbe essere utile agli attivisti statunitensi contro la guerra di base il cui lavoro politico non è sovvenzionato da Fondazioni dell’establishment come il Billionaire Global Speculator George Soros’ Open Society Institute:

1. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di $ 50.000 al Nation Institute “per sostenere il progetto per migliorare le prestazioni e la portata di Radio Nation, programma settimanale di notizie e commenti radiofonici pubblici”. Il consigliere personale di George Soros per la politica, Hamilton Fish III, è anche un alto dirigente del The Nation Institute.

2. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 50.000 dollari alla National Federation of Community Broadcasters, che era guidata dall’ex Direttore Esecutivo della Pacifica Foundation Lynn Chadwick.

3. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha apparentemente concesso una sovvenzione di $ 125.000 al gruppo Citizens for Independent Public Broadcasting [CIPB} (nel cui consiglio si trova Janine Jackson, co-conduttrice di FAIR/CounterSpin) “per coprire i costi amministrativi e di avviamento per il lancio della campagna nazionale intitolata Citizens for Independent Broadcasting.”

4. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 78.660 dollari al Don Hazen’s Institute for Alternative Journalism/IMI/Alternet di San Francisco “per finanziare l’avvio di Youth Source, un sito Web per giovani che farà parte di un web più ampio orale, fonte indipendente.”

5. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 126.000 dollari all’International Center for Global Communications Foundation “per il lancio di Media Channel, il primo supersito globale di media e democrazia su Internet”.

6. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso 4 sovvenzioni, per un totale di 118.000 dollari, all’Internews Network.

7. Nel 1999 l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 12.000 dollari al Downtown Community Television Center. (C’è la possibilità che questo fosse il gruppo che ha fornito strutture in studio per Democracy Now dopo il colpo di stato di Natale WBAI del 1999).

8. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 150.000 dollari al Fund for Investigative Journalism. (Si tratta dello stesso gruppo mediatico che ha fornito finanziamenti a Dennis Bernstein della KPFA negli anni ’90?) 9. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 35.000 dollari alla rivista American Prospect.

10. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 30.000 dollari al Center for Defense Information.

11. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 75.000 dollari al Center for Investigative Reporting.

12. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso 4 sovvenzioni, per un totale di 220.000 dollari al Comitato per la Protezione dei Giornalisti, nel cui consiglio di amministrazione siede il co-proprietario della rivista NATION e direttore editoriale Victor Navasky.

13. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso 2 sovvenzioni, per un totale di $ 272.000, al “Progetto sulla proprietà dei media”.

14. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 100.000 dollari al Public Media Center di San Francisco.

15. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 73.730 dollari alla compagnia di ballo del partner domestico di un membro dello staff di Pacifica Network News.

16. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di 50.000 dollari alla Youth Radio di Berkeley.

17. Nel 1999, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso 2 sovvenzioni, per un totale di $ 393.000, alla Tides Foundation.

18. L’Open Society Institute di George Soros ha recentemente concesso una sovvenzione di 102.025 dollari a Radio Bilingue.

19. Sembra che anche l’Open Society Institute di George Soros abbia fornito fondi per sovvenzionare una sezione di “sinistra parallela” del movimento di solidarietà dei prigionieri. Critical Resistance, Prison Moratorium Project, Ella Baker Center for Human Rights e The Sentencing Project sono tutti finanziati dall’Open Society Institute di George Soros.

20. Nel 2001, l’Open Society Institute di George Soros ha anche concesso sovvenzioni per aiutare a sovvenzionare il gruppo Jewish for Racial and Economic Justice, il gruppo Malcolm X Grassroots Movement, il gruppo Million Mom March e il Center for Investigative Reporting.

21. Dopo l’11 settembre, l’Open Society Institute di George Soros ha concesso una sovvenzione di $ 75.000 all’American Arab Anti-Discrimination Committee Research Institute, una sovvenzione di $ 250.000 all’ACLU e una sovvenzione al gruppo LCEF nel cui consiglio era Mary Frances Berry.

Investimenti in azioni di guerra del miliardario Soros

Come l’ex presidente della Corporation for Public Broadcasting che possiede una grossa fetta della rivista Nation collegata alla Columbia University, Alan Sagner, la raccolta fondi della campagna Clinton-Gore, lo speculatore globale il cui Open Society Institute ha concesso a KPFA una sovvenzione di $ 40.000 nel 1995 ha alcuni interessi economici speciali interessanti .

Nel suo libro del 1990 The New Money Masters, John Train ha un capitolo intitolato “George Soros: Global Speculator” in cui ha indicato come Soros ha ottenuto la sua ricchezza in eccesso:

“Soros… ha sempre avuto partner dal lato manageriale, come Jim Rogers… Nel 1969, all’età di 39 anni, lui [Soros] … si unì a Jim Rogers per fondare Quantum Fund… “Non è registrato con la SEC…quindi gli azionisti sono stranieri, per lo più europei…Si impegna in speculazioni internazionali multidirezionali su materie prime, azioni e obbligazioni…Grazie a Rogers, il fondo è stato uno dei primi a riconoscere i meriti di investimento di azioni della difesa.” Secondo il libro The New Money Masters, il socio in affari di Soros negli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80, Jim Rogers, “divenne il maggiore azionista esterno di Lockheed nel 1974”.

A partire dal 1989, il portafoglio di Soros Fund Management Equity Holdings comprendeva $ 27 milioni di azioni Boeing, $ 106 milioni di azioni della società del tabacco RJR Nabisco, $ 3,5 milioni di azioni Lockheed, $ 2,2 milioni di azioni CBS, $ 2,3 milioni di Time Inc. azioni, $ 12,8 milioni di azioni Warner Communications e $ 6,5 milioni di azioni Wal-Mart.

Un Senior Fellow presso l’Open Society Institute della Soros Foundation, ex presidente/ceo della Twin Cities Public Television a St. Paul, Minnesota, “sta aiutando l’Open Society Institute a considerare le questioni della professionalità nei media e le relative questioni di politica pubblica”, secondo al sito web della Fondazione Soros/Open Society Institute.

{fine}

(9) Soros è uno dei principali investitori in Carlyle Group, un appaltatore della difesa

Giorgio Soros

Profilo NS

NEIL CLARK / New Statesman 2jun03

http://www.mindfully.org/WTO/2003/George-Soros-Statesman2jun03.htm

Il commerciante miliardario è diventato il re senza corona dell’Europa orientale e il profeta della “società aperta”. Ma aperto a cosa? George Soros profilato da Neil Clark

George Soros è arrabbiato. Come il 90 per cento della popolazione mondiale, l’uomo che ha rotto la Banca d’Inghilterra ne ha avuto abbastanza del presidente Bush e della sua politica estera. In un recente articolo sul Financial Times , Soros ha condannato le politiche dell’amministrazione Bush nei confronti dell’Iraq come “fondamentalmente sbagliate” – basate com’erano su una “falsa ideologia che gli Stati Uniti potessero dargli il diritto di imporre la propria volontà al mondo”.

Oh! Uno degli uomini più ricchi del mondo – l’archetipo del capitalista amorale che ha guadagnato miliardi dal crollo valutario dell’Estremo Oriente del 1997 e che l’anno scorso è stato multato di 2 milioni di dollari per insider trading da un tribunale francese – ha visto la luce nella sua vecchiaia? (Ha 72 anni.) Dobbiamo stappare lo champagne e brindare alla sua conversione?

Non prima di aver chiesto cosa lo motiva davvero. A Soros piace ritrarre se stesso come un outsider, un emigrato ungherese dalla mentalità indipendente e un esperto filosofo che si distacca dal complesso militare-industriale degli Stati Uniti. Ma dai un’occhiata ai membri del consiglio delle ONG che organizza e finanzia. In Human Rights Watch, ad esempio, c’è Morton Abramowitz, assistente del segretario di Stato americano per l’intelligence e la ricerca dal 1985 al 1989, e ora membro del Council on Foreign Relations interventista; l’ex ambasciatore Warren Zimmerman (il cui periodo in Jugoslavia ha coinciso con lo scioglimento di quel paese); e Paul Goble, direttore delle comunicazioni presso la Radio Free Europe/Radio Liberty creata dalla CIA (che finanzia anche Soros). L’International Crisis Group di Soros vanta luminari “indipendenti” come gli ex consiglieri per la sicurezza nazionale Zbigniew Brzezinski e Richard Allen, così come il generale Wesley Clark, un tempo comandante supremo alleato della Nato per l’Europa. Il vicepresidente del gruppo è l’ex deputato Stephen Solarz

Dai un’occhiata anche ai partner commerciali di Soros. Al Carlyle Group , dove ha investito più di 100 milioni di dollari, includono l’ex segretario di stato James Baker e l’ex segretario alla Difesa Frank Carlucci, George Bush Sr e, fino a poco tempo fa, i parenti lontani di Osama Bin Laden. Carlyle, uno dei più grandi fondi di private equity del mondo, ricava la maggior parte dei suoi soldi dal suo lavoro come appaltatore della difesa.

Soros potrebbe non essere, come alcuni hanno suggerito, un agente della CIA completamente pagato. Ma non si può dubitare seriamente che le sue società e le sue ONG siano strettamente coinvolte nell’espansionismo statunitense.

Allora perché è così arrabbiato con Bush? La risposta è semplice. Soros non è arrabbiato con gli obiettivi di Bush – estendere la Pax Americana e rendere il mondo sicuro per i capitalisti globali come lui – ma con il modo grossolano e goffo di Bush. Rendendo così chiare le ambizioni degli Stati Uniti, la banda di Bush ha commesso il peccato cardinale di svelare il gioco . Per anni, Soros e le sue ONG hanno fatto il loro lavoro estendendo i confini del “mondo libero” così abilmente che quasi nessuno se ne è accorto. Ora un redneck texano e una banda di neo-con troppo zelanti l’hanno fatto saltare in aria.

Da uomo colto e colto (laurea in filosofia alla London School of Economics, lauree honoris causa alle Università di Oxford, Yale, Bologna e Budapest), Soros sa troppo bene che gli imperi muoiono quando oltrepassano il limite e provocano la formazione di contro-alleanze. Capisce che l’approccio clintoniano del multilateralismo – in base al quale gli Stati Uniti blandiscono o corrompono ma non fanno mai nulla di così crudele da minacciare – è l’unico che permetterà all’impero di resistere. Le politiche di Bush hanno portato a un’Europa divisa, alla Nato allo sbando, alla genesi di una nuova alleanza franco-tedesca-russa e ai primi significativi passi verso l’unità araba dai tempi di Nasser.

Soros conosce un modo migliore: armato di pochi miliardi di dollari, una manciata di ONG e un cenno del capo e una strizzatina d’occhio del Dipartimento di Stato americano, è perfettamente possibile rovesciare governi stranieri dannosi per gli affari, sequestrare i beni di un paese e persino per essere ringraziato per la tua benevolenza in seguito. Soros ce l’ha fatta.

L’opinione convenzionale, condivisa da molti a sinistra, è che il socialismo sia crollato nell’Europa orientale a causa delle sue debolezze sistemiche e dell’incapacità dell’élite politica di costruire il sostegno popolare. Questo può essere in parte vero, ma il ruolo di Soros è stato cruciale. Dal 1979 ha distribuito 3 milioni di dollari all’anno a dissidenti tra cui il movimento di Solidarietà in Polonia, Carta 77 in Cecoslovacchia e Andrei Sakharov in Unione Sovietica. Nel 1984 ha fondato il suo primo Open Society Institute in Ungheria e ha investito milioni di dollari nei movimenti di opposizione e nei media indipendenti. Apparentemente volte a costruire una “società civile”, queste iniziative sono state progettate per indebolire le strutture politiche esistenti e aprire la strada all’eventuale colonizzazione dell’Europa orientale da parte del capitale globale. Soros ora afferma, con caratteristica immodestia, di essere stato responsabile dell'”americanizzazione” dell’Europa orientale.

Gli jugoslavi rimasero ostinatamente resistenti e restituirono ripetutamente al governo il Partito socialista non riformato di Slobodan Milosevic. Soros era all’altezza della sfida. Dal 1991, il suo Open Society Institute ha incanalato più di 100 milioni di dollari nelle casse dell’opposizione anti-milosevic, finanziando partiti politici, case editrici e media “indipendenti” come Radio B92, la piccola e coraggiosa stazione radio studentesca della mitologia occidentale che era in realtà finanziata da uno degli uomini più ricchi del mondo per conto della nazione più potente del mondo. Con Slobo finalmente rovesciato nel 2000 in un colpo di stato finanziato, pianificato ed eseguito a Washington, non restava che portare l’ex leader jugoslavo al tribunale dell’Aia, cofinanziato da Soros insieme agli altri custodi dei diritti umani Time Warner Corporation e Disney. Ha affrontato accuse di crimini contro l’umanità, crimini di guerra e genocidio, basate principalmente su prove in gran parte aneddotiche di (avete indovinato) Human Rights Watch.

Soros sottolinea la sua fede nella “società aperta” proposta dal filosofo Karl Popper, che gli ha insegnato alla LSE all’inizio degli anni ’50. La definizione di Soros di una “società aperta” – “una società imperfetta che si tiene aperta al miglioramento” – suona abbastanza ragionevole; pochi amanti della genuina libertà metterebbero in discussione il suo principio centrale secondo cui “la società aperta è una forma di organizzazione sociale più sofisticata di quella totalitaria”. Ma le “società aperte” di Soros non tendono ad essere così aperte in pratica.

Dalla caduta di Milosevic, la Serbia, sotto l’egida dei “riformatori” sostenuti da Soros, è diventata meno, non più, libera. Lo stato di emergenza recentemente revocato ha visto più di 4.000 persone arrestate, molte delle quali senza accusa, partiti politici minacciati di divieto e giornali critici chiusi. È stato condannato dalla Commissione delle Nazioni Unite sui diritti umani e dal gruppo britannico di Helsinki. Ma non ci fu un mormorio dall’Open Society Institute o dallo stesso Soros. In tutta onestà, Soros è stato molto più critico nei confronti del suo ex protetto Leonid Kuchma, presidente dell’Ucraina, un paese descritto dall’ex ufficiale dell’intelligence Mykola Melnychenko come “un grande racket di protezione”, e ora forse lo stato di polizia più repressivo d’Europa.

Ma in generale la triste conclusione è che, nonostante tutte le sue citazioni liberali di Popper, Soros considera una società “aperta” non se rispetta i diritti umani e le libertà fondamentali, ma se è “aperta” per lui e per i suoi soci per fare soldi. E, in effetti, Soros ha fatto soldi in ogni paese che ha aiutato a premiare “aprire”. In Kosovo, ad esempio, ha investito 50 milioni di dollari nel tentativo di ottenere il controllo del complesso minerario di Trepca, dove ci sono vaste riserve di oro, argento, piombo e altri minerali stimati intorno ai 5 miliardi di dollari. Ha così copiato un modello che ha dispiegato con grande efficacia in tutta l’Europa orientale: sostenere la “terapia d’urto” e la “riforma economica”, per poi entrare in picchiata con i suoi soci per acquistare preziosi beni statali a prezzi stracciati.

Più di un decennio dopo la caduta del muro di Berlino, Soros è il re senza corona dell’Europa orientale. La sua Università dell’Europa Centrale, con sedi a Budapest, Varsavia e Praga e programmi di scambio negli Stati Uniti, propaga spudoratamente l’etica del capitalismo neoliberista e clona la prossima generazione filoamericana di leader politici nella regione. Con la sua stretta finanziaria su partiti politici, affari, istituzioni educative e arti, è difficile trovare critiche a Soros nei principali media dell’Europa orientale. L’agiografia no. Il Budapest Sun ha riferito a febbraio di come fosse stato nominato cittadino onorario di Budapest dal sindaco, Gabor Demszky. “Poche persone hanno fatto a Budapest quello che ha fatto George Soros”, ha esclamato Demszky, dicendo che il miliardario aveva contribuito a “cambiamenti strutturali e mentali nella capitale e nella stessa Ungheria”. Il sindaco non ha aggiunto che Soros è anche un benefattore del partito di Demszky, i Liberi Democratici, che, governando con i comunisti “riformisti”, ha perseguito il c

La strategia di Soros per estendere la Pax Americana differisce dal modello Bush, in particolare nella sua sottigliezza. Ma è altrettanto ambizioso e altrettanto letale. I liberali di sinistra, ammirando il suo sostegno ad alcune delle loro questioni preferite come i diritti dei gay e la legalizzazione delle droghe leggere, lo hanno lasciato alla leggera.

Alla domanda sul caos che la sua speculazione valutaria ha causato alle economie dell’Estremo Oriente nel crollo del 1997, Soros ha risposto: “Come partecipante al mercato, non ho bisogno di preoccuparmi delle conseguenze delle mie azioni”. Strane parole di un uomo a cui piace essere considerato il salvatore della società civile e che si scaglia sulla stampa contro il “fondamentalismo di mercato”.

fonte: http://www.mail-archive.com/marxism@lists.panix.com/msg45266.html 3jun03

(10) Soros ha donato $ a Solidarity, Charter 77, Sakharov e all’opposizione anti-Milosevic

George Soros: – Il commerciante miliardario è diventato il re senza corona dell’Europa orientale e il profeta della “società aperta”. Ma aperto a cosa?

di Neil Clark, New Statesman , 2 giugno 2003

Una recensione di Karen Talbot

Centro di ricerca sulla globalizzazione 4lug03

http://www.globalresearch.ca/articles/TAL307A.html 3lug03

George Soros, è conosciuto come un filantropo emigrato ungherese, un sostenitore dei diritti umani e della “società aperta” e, solo per inciso, un finanziere – uno degli uomini più ricchi del mondo. Soros ha recentemente criticato George W. Bush affermando in un articolo del Financial Times di Londra che le politiche irachene della sua amministrazione erano “fondamentalmente sbagliate” e che si basano sulla “falsa ideologia che gli Stati Uniti potrebbero dargli il diritto di imporre la propria volontà al mondo.” Molti di noi nel movimento per la pace direbbero: “Ha capito bene!” Potremmo essere inclini a lodarlo ea credere che questo confermi che è davvero un “buonista” – un’immagine, tra l’altro, che coltiva con attenzione, soprattutto attraverso varie ONG. Infatti numerose organizzazioni senza scopo di lucro hanno ricevuto fondi dalla sua fondazione perché hanno accettato quella percezione.

Ma diamo un’occhiata più da vicino per vedere cosa sta motivando Soros. Neil Clark, scrivendo in un incisivo articolo il New Statesman (2 giugno 2003), sottolinea che Soros “ha guadagnato miliardi dal crollo della valuta orientale del 1997” e che l’anno scorso è stato multato “per insider trading da un tribunale in Francia.” In effetti, la speculazione valutaria è il suo modus operandi e se questo contraddice le sue affermazioni contro il “fondamentalismo di mercato” ea favore della “società civile, “bene, così sia. In effetti, Clark ha riferito che quando è stato interrogato sulle turbolenze che la sua speculazione ha causato alle economie dell’Estremo Oriente nel 1997, Soros ha risposto: “In qualità di partecipante al mercato, non ho bisogno di preoccuparmi delle conseguenze delle mie azioni”.

Ma tutto questo è solo la punta dell’iceberg. Che ne è delle ONG fondate e finanziate da Soros? Chi sono gli altri leader di questi gruppi? Clark ci informa che a Human Rights Watch, ad esempio, c’è Morton Abramowitz, assistente del segretario di Stato americano per l’intelligence e la ricerca dal 1985 al 1989» e ora membro del Council on Foreign Relations; Warren Zimmerman ex ambasciatore “il cui periodo in Jugoslavia ha coinciso con la disgregazione di quel paese”; e Paul Goble, direttore delle comunicazioni “presso la Radio Free Europe/Radio Liberty creata dalla CIA (che finanzia anche Soros)”.

Secondo Clark, l’International Crisis Group di Soros vanta luminari “indipendenti” come gli ex consiglieri per la sicurezza nazionale Zbigniew Brzezinki e Richard Allen, nonché il generale Wesley Clark , un tempo comandante supremo alleato della NATO per l’Europa. Il vicepresidente del gruppo è il l’ex membro del Congresso Stephen Solarz , una volta descritto come ” il principale stratega legislativo della lobby israeliana a Capitol Hill” e uno dei firmatari, insieme a artisti del calibro di Richard Perle e Paul Wolfowitz, di una famigerata lettera al presidente Clinton nel 1998 che chiedeva “un’ampia politica e strategia militare per far cadere Saddam e il suo regime’ “.

Questo per quanto riguarda l’opposizione di Soros alle politiche di Bush in Iraq.

C’è più! Chi sono i partner commerciali di Soros nel Carlyle Group, uno dei più grandi fondi di private equity del mondo, che ricava la maggior parte di questo profitto dai contratti di difesa ? Includono l’ex segretario di stato James Baker e Frank Carlucci, l’ex segretario alla Difesa, George Bush, Sr, e “fino a poco tempo, i parenti separati di Osama Bin Laden”. Soros ha investito più di 100 milioni di dollari in Carlyle, ci dice Clark.

Sottolinea anche che “Soros potrebbe non essere, come a volte suggerito, un agente della CIA completamente pagato. Ma non si può dubitare seriamente che le sue società e le sue ONG siano strettamente coinvolte nell’espansionismo statunitense”.

Questo ci riporta alla domanda; “perché Soros ha criticato Bush?” La risposta sta nel comprendere che, più che mai, all’interno dell’élite di potere di Wall Street possono esserci differenze nelle tattiche, ma raramente ci sono differenze significative nell’obiettivo finale: aprire la strada alla massimizzazione dei profitti aziendali in tutto il mondo. Oggi, c’è fondamentalmente un’unità di intenti nel promuovere il dominio imperiale degli Stati Uniti e, nel processo, nel tentativo di risolvere una crisi economica globale sempre più profonda controllando la diminuzione delle risorse petrolifere ed energetiche.

Come va a finire per quanto riguarda Soros? Come sottolinea Clark, “Soros non è arrabbiato per gli obiettivi di Bush – di espandere la Pax Americana e rendere il mondo sicuro per i capitalisti globali come lui – ma con il modo grossolano e goffo di Bush. Rendendo così chiare le ambizioni degli Stati Uniti , la banda di Bush ha commesso il peccato cardinale di regalare il gioco. Per anni, Soros e le sue ONG hanno fatto il loro lavoro estendendo i confini del “mondo libero” così abilmente che quasi nessuno se ne è accorto. Ora un redneck texano e una banda di neocon troppo zelanti l’hanno fatto saltare”

Il modo di Soros è usare qualche miliardo di dollari, alcune ONG e un “cenno del capo del dipartimento di Stato americano” per far cadere governi stranieri che sono “cattivi per gli affari” per sequestrare i beni di una nazione e persino essere ringraziati per il tuo ‘ benevolenza”, secondo Clark. Questo metodo ha funzionato per Soros e le sue coorti.

Prendi il crollo dell’Unione Sovietica, per esempio. Clark sottolinea che “il ruolo di Soros è stato cruciale: “Dal 1979, ha distribuito 3 milioni di dollari all’anno a dissidenti tra cui il movimento di solidarietà polacco, Carta 77 in Cecoslovacchia e Andrei Sakharov in Unione Sovietica. Nel 1984 ha fondato il suo primo Open Society Institute in Ungheria e ha investito milioni di dollari nei movimenti di opposizione e nei media indipendenti. Apparentemente volte a costruire una “società civile”, queste iniziative erano progettate per indebolire le strutture politiche esistenti e aprire la strada all’eventuale sfruttamento dell’Europa orientale da parte del capitale globale. Soros ora afferma, con caratteristica immodestia, di essere stato il responsabile dell'”americanizzazione” dell’Europa orientale”.

Più recentemente, c’è il caso della Jugoslavia. Come dice Clark:

“Gli jugoslavi sono rimasti ostinatamente resistenti e hanno ripetutamente restituito al governo il Partito socialista riformato di Slobodan Milosevic. Soros è stato all’altezza della sfida. Dal 1991, il suo Open Society Institute ha incanalato più di 100 milioni di dollari nelle casse dell’opposizione anti-Milosevic, finanziando partiti politici, case editrici e media “indipendenti” come Radio B92, la piccola e coraggiosa stazione radio studentesca della mitologia occidentale, che in realtà è stata finanziata da uno degli uomini più ricchi del mondo per conto della nazione più potente del mondo. Con Slobo finalmente rovesciato nel 2000 in un colpo di stato finanziato, pianificato ed eseguito a Washington , non restava che portare l’ex leader jugoslavo al tribunale dell’Aia, cofinanziato da Soros insieme ad altri custodi dei diritti umani, Time Warner Corporation e Disney. Ha affrontato accuse di crimini contro l’umanità, crimini di guerra e genocidio, basati principalmente su prove in gran parte aneddotiche di (avete indovinato) Human Rights Watch”.

Clark fa notare che “dalla caduta di Milosevic, la Serbia, sotto gli auspici dei “riformatori” sostenuti da Soros, è diventata meno, non più, libera. Lo stato di emergenza recentemente revocato ha visto arrestate più di 4.000 persone, molte delle quali senza accusa, partiti politici minacciati di divieti e giornali critici chiusi” Questo è stato così palese che è stato condannato dalla Commissione delle Nazioni Unite sui diritti umani e dal British Helsinki Group

“Soros ha fatto soldi in ogni paese che ha aiutato a ‘aprire’ . In Kosovo, ad esempio, ha investito 50 milioni di dollari nel tentativo di ottenere il controllo del complesso minerario di Trepca, dove ci sono vaste riserve di oro, argento, piombo e altri minerali stimati per un valore nella regione di $ 5 miliardi. Ha così copiato un modello che ha implementato con grande efficacia in tutta l’Europa orientale di sostenere la “terapia scioccante” e la “riforma economica”, poi piombando con il suo socio acquistare preziosi beni statali a prezzi stracciati”, secondo Clark.*

In Ungheria, Soros è il benefattore del partito dei Liberi Democratici “che ha perseguito il classico programma di Soros di privatizzazione e liberalizzazione economica, portando a un divario crescente tra ricchi e poveri”, afferma Clark.

“La strategia di Soros per estendere la Pax Americana differisce dal modello Bush, in particolare per la sua sottigliezza. Ma è altrettanto ambiziosa e altrettanto letale”, conclude Clark.

Naturalmente, nel caso della Jugoslavia, alla fine l’approccio di Soros non è stato sufficiente, quindi è stata messa in gioco la schiacciante potenza dell’esercito americano.*

Per informazioni di base sull’ex Jugoslavia, vedere “The Real Reasons for the War in Jugoslavia: Backing up Globalization with Military Might”, di Karen Talbot, http://icpj.org/millitary_build.html

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(11) Soros si collega a Fondazione Open Russia di Khodorkovsky

(11.1) Putin mette in guardia l’élite imprenditoriale russa

The Age, Melbourne, 8 novembre 2003

Di Ron Popeski

Roma

http://www.theage.com.au/text/articles/2003/11/07/1068013393887.htm

Il presidente Vladimir Putin, criticato dai leader occidentali per un attacco legale alla principale compagnia petrolifera russa, ha lanciato un chiaro avvertimento all’élite imprenditoriale del suo paese.

Parlando dopo un vertice Russia-Unione Europea, Putin ha detto che le autorità stavano osservando tutti coloro che hanno guadagnato miliardi di dollari nelle caotiche privatizzazioni degli anni ’90.

Funzionari dell’UE hanno affermato che Putin aveva assicurato loro che la legge russa era stata rispettata nell’arresto del capo della Yukos Mikhail Khodorkovsky e nel congelamento da parte dei pubblici ministeri di una grossa partecipazione nel gigante petrolifero.

Il signor Khodorkovsky, l’uomo più ricco della Russia, è in carcere per frode ed evasione fiscale.

I critici vedono l’arresto come un tentativo del Cremlino di punire il miliardario per aver finanziato l’opposizione politica prima delle elezioni parlamentari e presidenziali di quest’anno e del prossimo.

Putin, in piedi accanto all’ospite del vertice, il primo ministro italiano Silvio Berlusconi e altri alti funzionari dell’UE, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo non è perseguire individui specifici, ma stabilire l’ordine nel nostro Paese. E lo faremo in modo coerente e moda dura senza riguardo a qualunque tentativo queste persone possano fare per difendersi o addirittura ricorrere al ricatto”.

L’arresto di Khodorkovsky ha sollevato timori che la giustizia russa possa chiamare in causa altri “oligarchi” che hanno acquisito industrie statali nelle vendite degli anni ’90 .

Putin ha detto che le autorità stanno monitorando gli “oligarchi”. “La gente ha guadagnato miliardi, ripeto miliardi, di dollari nell’arco di cinque o sei anni. Questo non sarebbe stato possibile in nessun paese dell’Europa occidentale”, ha detto.

Putin ha affermato che coloro che mieteranno fortune “spenderanno decine, centinaia di milioni per salvaguardare i loro miliardi. Sappiamo come vengono spesi i soldi: per avvocati, agenzie di pubbliche relazioni, politici”. …

Il 25 ottobre il sig. Khodorkovsky è stato prelevato da un aereo dalle forze di sicurezza.

– Reuters

(1012) I “teppisti” di Mosca fanno irruzione nell’ufficio di Soros

The Age, Melbourne, 8 novembre 2003

Di Kim Murphy

Mosca

http://www.theage.com.au/text/articles/2003/11/07/1068013393893.htm

Gli uffici di Mosca della Fondazione Soros sono stati perquisiti all’inizio di ieri da dozzine di uomini in tenuta mimetica e armati di pistole stordenti. Hanno portato via documenti e dati informatici per 15 anni.

Il sequestro è seguito al sostegno pubblico del finanziere statunitense George Soros per il miliardario russo incarcerato Mikhail Khodorkovsky.

L’operazione, iniziata poco dopo la mezzanotte, è stata condotta da forze di sicurezza private apparentemente assunte da un uomo d’affari con cui la fondazione aveva avuto un contenzioso legale.

Ma i funzionari della Fondazione Soros hanno affermato di non poter escludere un collegamento con il caso Yukos Oil, in cui negli ultimi mesi gli uffici di Mosca sono stati perquisiti dalle autorità in cerca di prove contro il magnate del petrolio.

“Non posso escludere che si tratti di una sorta di vendetta da parte di alcune agenzie che ricorrono all’uso di banditi e teppisti per la posizione del signor Soros e il suo atteggiamento nei confronti del signor Khodorkovsky”, ha affermato Yekaterina Geniyeva, direttrice dell’Open Society Institute- Fondazione Soros in Russia.

Il sig. Khodorkovsky, l’oligarca più ricco della Russia, è in arresto, accusato di evasione fiscale, falsificazione e frode in un caso che è sfociato nella crisi più grave dell’amministrazione del presidente Vladimir Putin.

La Soros Foundation, con sede a New York, ha speso più di 1 miliardo di dollari (1,4 miliardi di dollari australiani) in progetti di beneficenza in Russia negli ultimi 15 anni. Il sig. Khodorkovsky aveva basato la sua organizzazione di beneficenza, la Fondazione Open Russia, sull’istituto del sig. Soros e aveva stretti legami con il lavoro della fondazione statunitense nel sostegno alle biblioteche, all’educazione su Internet, allo sviluppo della comunità e alla promozione della società civile.

Soros questa settimana si è espresso contro l’arresto , dicendo: “La repressione di Putin invia un messaggio inequivocabile che l’indipendenza d’azione non sarà tollerata”. La pressione dell’Occidente contro una tendenza al “capitalismo di stato” potrebbe comportare “la Russia espulsa” dal Gruppo degli 8 paesi industrializzati, ha affermato.

– Times di Los Angeles

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(12) Soros dice che c’è “una macchina della verità orwelliana” negli Stati Uniti

(12.1) George Soros dice che c’è “una macchina della verità orwelliana” negli Stati Uniti

03 marzo 04 © 2004 Club del Commonwealth della California

GIORGIO SOROS

Guerra, stampa e potere degli Stati Uniti: diplomazia e conflitto nel mondo successivo all’11 settembre

George Soros, Orville Schell

L’audio della conversazione di Orville Schell con George Soros è disponibile in formato RealAudio. http://www.commonwealthclub.org/archive/04/04-03soros-audio.html .

Soros, nella successiva intervista con Charlie Rose, sembra identificarsi con Noam Chomsky. Chomsky è menzionato da Rose, poi, poco più avanti, Soros usa un’espressione simile a Chomsky, “fabbricare la verità” . Chomsky ha scritto un libro intitolato The Manufacture of Consent .

(12.2) Soros paragona Bush a Hitler; eppure la “macchina della verità orwelliana” è il media di proprietà o gestito da ebrei , un fatto che né Soros né Chomsky hanno mai menzionato. Inoltre, Bush esegue gli ordini dei sionisti.

Pubblicazioni CFR: La bolla della supremazia americana

http://www.cfr.org/pub6787/george_soros_charlie_rose/the_bubble_of_american_supremacy.php

… Relatore: George Soros, presidente, Soros Fund Management; autore, “The Bubble of American Supremacy: Correcting the Misuse of American Power” Moderatore: Charlie Rose, produttore esecutivo e conduttore, “The Charlie Rose Show”

Council on Foreign Relations New York, New York mercoledì, 18 febbraio 2004

… ROSE: Ma c’è stato un sacco di dibattito al riguardo, un sacco di–avevo molte persone come te nel mio programma che erano ferocemente contrarie alla guerra–voglio dire, tutti da te a [Massachusetts Professore dell’Istituto di Tecnologia] Noam Chomsky .

SOROS: Sì, ma quando hai seguito il servizio di guerra in Iraq su Fox Television e Sky News in Inghilterra…

ROSE: Entrambi di proprietà della stessa persona.

SOROS: — e quanto diversa fosse la loro copertura — è davvero notevole. Quindi in realtà questo — voglio dire, c’è una macchina per la verità orwelliana in funzione ora , e trovo sconcertante che quando [George] Orwell nel “1984” descrisse il Ministero della Verità, il Ministero della Verità controllasse tutti i media, e questo era basato sull’esperienza nella Germania nazista e nell’Unione Sovietica comunista. Quindi non è la stessa situazione. Non è paragonabile. Ma c’è ancora questa capacità di fabbricare la verità . E lo trovo sconcertante, e non ho la risposta.

ROSE: In effetti è così che ti sei cacciato nei guai, perché alcune persone hanno detto che stavi cercando di paragonare l’amministrazione Bush a Hitler quando hai fatto questo punto.

SOROS: Esatto, sì. Ma ovviamente sono proprio queste le differenze che abbiamo, quella democrazia ei media pluralistici. Eppure è possibile fabbricare la verità.

{fine}

La “crisi asiatica” si è scatenata subito dopo che l’ASEAN ha deciso di ammettere la Birmania; George Soros e Madeline Albright avevano cercato di convincere l’ASEAN a respingere la Birmania: asia-crisis.html .

Kinhide Mushakoji sulla sfera segreta della co-prosperità del Giappone: mushakoji.html .

Soros il bravo ragazzo? Soros il filosofo della Open Society, contrario al capitalismo? soros2.html .

Le differenze tra Karl Popper e Arnold Toynbee sull’interpretazione della filosofia di Karl Marx. Karl Marx dovrebbe essere visto come uno scienziato sociale o come il profeta di una religione? Il totalitarismo dell’Unione Sovietica derivava dalla Repubblica di Platone o dall’ebraismo? popper-vs-toynbee.html .

Il fallibilismo come teoria della conoscenza; Falsificabilità come criterio per scartare le teorie: perspectivism.html .

Scrivimi a contact.html .

http://mailstar.net/soros.html  

George Soros as Rothschild Agent

Selections by Peter Myers, July 31, 2001; update, August 11, 2008. My comments are shown {thus}.

Write to me at contact.html.

You are at http://mailstar.net/soros.html.

It would be foolish to oppose a cause just because George Soros supports it. He backs the right to voluntary euthenasia for the terminally ill (which I support), and heroin injecting rooms (which I oppose).

As a strong supporter of the Democratic Party, one would expect that he backs the Kyoto Protocol, the World Court, and Gay Marriage.

He opposes George W. Bush:

The US Is Now In The Hands of a group of extremists, by George Soros http://www.guardian.co.uk/comment/story/0,3604,1131132,00.html.

Soros likes to be seen as a modern-day Robin Hood, donating money to “minority” causes, and even running his own “Human Rights” NGOs. But Executive Intelligence Review says that he is the public face of the Rothschild bankers – item #2.

(1) Soros calls himself a Bolshevik; but what kind of Bolshevik? (2) The true story of Soros the Golem (3) George Soros’ International School of Youth Corruption, by Marek Glogoczowski (4) In June 1994, Popper gave a lecture at Soros’ Central European University in Prague (5) Soros awarded Popper the first “Open Society Prize” (6) SIR KARL POPPER IN PRAGUE – the “Open Society Prize” Awarding Ceremony (7) George Soros as “Robin Hood”? – SMH interview soon after the Asia Crisis (8) George Soros’ “Alternative Journalism” donations (9) Soros is one of principal investors in Carlyle Group, a defence contractor (10) Soros gave $ to Solidarity, Charter 77, Sakharov, & the anti-Milosevic opposition (11) Soros link to Khodorkovsky’s Open Russia Foundation (12) Soros says there “an Orwellian Truth Machine” in the US

(1) Soros calls himself a Bolshevik; but what kind of Bolshevik?

“If there was ever a man who would fit the stereotype of the Judeo-plutocratic Bolshevik Zionist world conspirator, it is me” – (Sydney Morning Herald interview, November 15, 1997, Spectrum Features section; the interview is presented below at item #7).

Which kind of Bolshevik? Not a Stalinist – he helped undo the East European Stalinist regimes. Is he a closet Trotskyist?

Soros donates money to, and directly organises, the same sorts of minority causes the Totskyists promote (feminist, migrant, green, gay, indigenous). Like them, he supports World Government.

Both endorse the notion of a multiplicity of genders (male, female, gay, lesbian, transexual etc), rather than the usual two: http://www.soros.org/initiatives/health/focus/sharp/links/lgbt.

Feminism is based on a rejection of sexual polarity and complementarity: engagement.html.

Instead, they promote Androgyny – the idea that the individual human contains both sexual poles, instead of just one. It’s the basis of the Unisex movement (unisex hairstyles, unisex character-traits, abolition of complementary roles in marriage).

Compare this with Egyptian art, which depicts male & female figures in conjunction – unity obtained through the coming together of two sexes. Or the yin-yang symbol on the Korean flag: its basic idea is that, although each sex contains the germ of the other, it is through their harmonious mingling that unity is obtained.

The idea of Androgyny underlies the push for “Gay Marriage”.

Androgyny was also a theme in early Soviet culture (before Stalin): sex-soviet.html.

Both Soros and the Trots are pro-Globalization and anti-Globalization at once. Pro-Globalization because of a belief in “one world” – the unifying of all races, genders, classes etc in a world-state, which requires the dismantling of nation-states. Anti-Globalization in that the undoing of the nation-state’s protectionist structures through deregulation and open borders (free trade in goods &services, free movement of capital and migrants across borders) creates inequality and insecurity. The dismantling of family structures has the same effect, leaving many people as isolated, unsupported individuals.

Kark Marx articulated this strategy in his SPEECH ON THE QUESTION OF FREE TRADE of JANUARY 9, 1848:

ÒGentlemen, – The Repeal of the Corn Laws in England is the greatest triumph of Free Trade in the nineteenth century. … Everyone knows that in England the struggle between Liberals and Democrats takes the name of the struggle between Free Traders and Chartists. … To sum up, what is Free Trade under the present conditions of society? Feeedom of Capital. … there will always be a class which exploits and a class which is exploited. … The only result will be that the antagonism of these two classes will stand out more clearly. … Moreover, the Protective system is nothing but a means of establishing manufacture upon a large scale in any given country … But, generally speaking, the Protective system in these days is conservative, while the Free Trade system works destructively. It breaks up old nationalities and carries antagonism of proletariat and bourgeoisie to the uttermost point. In a word, the Free Trade system hastens the Social Revolution. In this revolutionary sense alone, gentlemen, I am in favor of Free Trade.Ó classwar.html.

His supporters have repeated it in recent times: xTrots.

Soros expressed his anti-Globalization in hia articles The Capitalist Threat (Atlantic Monthly, February 1997: http://www.theatlantic.com/issues/97feb/capital/capital.htm) and Toward a Global Open Society (Atlantic Monthly, January 1998; Volume 281, No. 1; pages 20 – 32: http://www.theatlantic.com/issues/98jan/opensoc.htm). Both are at soros2.html.

Soros supports the Dalai Lama against the Chinese Government. But most Trots regard Mao as a Stalinist; Steve Jolly, the head of the far-left ‘Militant’ Trotskyist group, participated in the bloody demonstration at Tiananmen Square in 1989. His account of events was published in the (Sydney) Sun-Herald of July 2, 1989, p. 27.

John Passant, formerly a leader of the International Socialist Organization (ISO), then of Socialist Alternative (which split from it), wrote in a letter in the Canberra Times of March 16 1998, “I cracked a bottle of champagne to celebrate when the Berlin Wall fell. I participated in demonstrations against the butchers of Beijing”.

So, if Soros is a Trotskyist, it is of this sort.

When Pope Benedict visited Sydney in mid 2008, Trotskyists tried to organise a train strike: http://www.wsws.org/articles/2008/jul2008/rail-j17.shtml.

They lambasted politicians & the media for welcoming him: http://www.wsws.org/articles/2008/jul2008/wyd1-j17.shtml.

And they declared victory against him and the World Youth Day events: http://www.socialist-alliance.org/page.php?page=770.

Some Sydney Trots, however, expressed reservations over the anti-Pope demonstrations: http://ozleft.wordpress.com/2008/07/23/the-dsp-leaderships-ugly-venture-into-religious-bigotry/#more-542.

It is unlikely that Soros supported those anti-Pope demonstrators. His undermining of the Communist regimes in Eastern Europe was paralleled by the efforts of Pope John Paul II; both supported Solidarity in Poland.

Are there other kinds of Bolshevik?

Today’s Trots work with Greens in a loose coalition. Many Greens used to be “reds”. Most likely, Soros is this kind of “Bolshevik”.

Soros and Popper are known for their trademark espousal of the “Open Society”.

But H.G. Wells, like them an advocate of world government, wrote a book called The Open Conspiracy (1928 and 1933): opencon.html. The 1933 edition fills out Wells’ scheme in greater detail; it was also published later under the title What Are We To Do With Our Lives?

The “Open Conspiracy”, Wells says, is “a movement aiming at the establishment of a world directorate” (p. 33), “the world movement for the supercession or fusion of existing political, economic, and social institutions” (p. 32),”the working religion of most sane and energetic people” (p. 73).

In some respects, Wells’ vision is Marxist: he supported the decolonisation movement, and has even been touted as one of the authors of Woodrow Wilson’s 14-Point Plan(David C. Smith, H.G. Wells: Desperately Mortal, pp. 238 & 431).

In The Open Conspiracy he praises the U.S.S.R. for clearing away the old order (p. 60), and for the mental stimulation of their Five Year Plans, in the sense that through them “the idea of reorganizing the affairs of the world on quite a big scale”, previously seen as utopian, came to be widely seen as realistic (p. 15); the world government he advocates would be anti-racist (p. 63), anti-nationalist (p. 73) and cosmopolitan. It would aim at eliminating sickness, famine and tyranny, and prevent over-population (p. 28).

Yet in other respects, Wells is quite anti-Marxist: “In practice Marxism is found to work out in a ready resort to malignantly destructive activities, and to be so uncreative as to be practically impotent in the face of material difficulties” (p. 45). “If now we reject the error and accept the truth, we lose the delusive comfort of belief in that magic giant, the Proletariat, who will dictate, arrange, restore, and create, but we clear the way for the recognition of an elite of intelligent, creative-minded people scattered through the whole community” (p.45).

Wells’ criticism of “Marxism” in this book of 1933 should be read as an attack on Stalinism. This is because he was a leading supporter of the early Soviet regime. Wells and the Webbs supported Trotsky (against Stalin) at the time of his Expulsion from the USSR: wells-lenin-league.html.

Is the Open Society also the Open Conspiracy for World Government? opensoc.html

Soros gave money to Andrei Sakharov, and Gorbachev stated his admiration for him.

Sakharov proclaimed himself a Marxist & Leninist, expounded Marxism as a Scientific Principle, equated Stalin to Hitler, and set out a program of Convergence towards World Government that seems similar to the path Gorbachev later pursued.

Gorbachev never pardoned Solzhenitsyn, but he pardoned Sakharov on December 9, 1986, soon after coming to power, as shown in the following KGB file: http://psi.ece.jhu.edu/~kaplan/IRUSS/BUK/GBARC/pdfs/sakharov/kgb86-2.pdf.

Convergence was a Jewish-inspired movement (Trotskyist and/or Zionist) attempting to REGAIN control of Russia by returning it to its Trotskyist period: stalin.html.

At the same time, they would impose Trotskyist social policies in the West, including the destruction of the family: engagement.html.

In both cases, getting rid of “anti-Semitism” was an important component of the “reform”.

Soros presents the Open Society as a defender of freedom. What about the imprisoning & fining of scholars (I don’t mean demagogues) who contest the current pro-minorities politics, or dispute the Nazi Holocaust? Is that consistent with the Open Society? Has Soros ever opposed such policies?

More at convergence.html.

At the World Economic Forum, Soros is giving speeches on the inside, while Chomsky’s Trotskyist supporters are at the barricades outside. Yet the policy differences between Soros and Chomsky are small.

Both oppose Capitalism. Both promote minorities. Soros supports World Government openly, and Chomsky does so implicitly. Both say that the elite “manufactures consent” via the media, a media which neither of them notices is largely Jewish-managed and owned. Both blame the imperialists for getting us into wars not approved by the UN (Soros does not mind wars that ARE approved), but neither notices the Jewish lobby’s pressure for those very wars.

George Soros chose Karl Popper as his guru; but Popper “blessed” Soros & his Open Society Foundation by accepting the first “Open Society Prize” from him, and by delivering a lecture at his Central European University in Prague – items #3, 4 and 5.

(2) The true story of Soros the Golem Executive Intelligence Review SPECIAL REPORT April 1997.

{p. 18} George Soros is not only one of the world’s leading megaspeculators; throughout his entire life up to this day, he has served as an “errand boy” for the Anglo-American monetarist establishment, running looting operations against the nations of Eastern Europe, as well as attacks against the sovereignty of nations … in September 1992, “in an eyeball-to-eyeball confrontation with the Bank of England,” Soros destroyed the British pound and the Italian lira and made $12 billion in profit from his speculation, as he later bragged in an interview. …

{p. 19} Using leveraged loans, Soros raised $40 billion to outspend the Germans. How he was able to do this, remains a mystery: first, there was the fact that a speculator like Soros is able to borrow on a margin of 5%, borrowing $1 billion for just $50 million. Second, Soros had ties to those very British oligarchic circles (epitomized by the Rothschilds) which wanted to undermine the Bundesbank, at the same time that they considered the pound sterling to be overvalued. Third, Soros had extensive lines of highly leveraged credit with banks like Citibank N.A., which is one of two custodians of Quantum. And, fourth, U.S. intelligence sources charge that Soros has access to a ‘hot money” crowd in Israel, politically associated with the Eretz Yisroel goals of Gen. Ariel Sharon. These provide some leads as to how Soros was able to beat the Bundesbank and destroy the ERM.

3. Soros the ‘philanthropist’ and his Open Society Fund

Soros is no Robin Hood. He has been using his largesse, especially since his $1-2-billion profit from devaluing the pound and lira, to spread the sort of von Hayek “free market” economics that has destroyed nations. The Open Society Fund, which was the first Soros foundation created in 1979, has, since December 1993, folded into the Open Society Institute-New York. This Institute, together with an Open Society Institute-Budapest formed in the same year, and now an Open Society Institute-Moscow, formed in 1995, are the sinews for 24 Soros national foundations in Central and Eastern Europe, as well as South Africa and Haiti. All of these foundations, of which George Soros is chairman, are dedicated to his concept of the open society and a “free market economy.” As he puts it: “Open society does not preclude the pursuit of self-interest. On the contrary, in the absence of perfect knowledge, it is best left to the individual to define what his interests are, and it is best left to the market mechanism to reconcile those interests.” Total 1994 expenditures for all Soros foundations were approximately $300 million. The OSI-New York is primus inter pares among Soros’s various foundations. In September 1993, Soros appointed Aryeh Neier to be president of the OSI-New York. (For 12 years, Neier had been executive director of the Soros-funded Human Rights Watch, and before that, he worked for eight years as national director of the American Civil Liberties Union, or ACLU.) …

4. Spreading von Hayek’s free market economics

Through his Open Society Foundations, whose activities we detail below, George Soros positioned himself, long before communism fell, as the man who, on behalf of Anglo-American banking interests and the IMF, tried to put into place the mechanism for the economic and political “transition” to occur in the Eastern European countries. He became a staunch advocate of the policy of “shock therapy,” which was approved by British Prime Minister Margaret Thatcher and her close associate Sir George Bush, after the Berlin Wall had fallen. Along with former Federal Reserve chairman Paul Volcker. who is today North American chairman of David Rockefeller’s Trilateral Commission; Citibank vice-chairman H. Anno Ruding, who was formerly with the IMF; and Harvard Professor Jeffrey Sachs, Soros had a big hand in creating the Polish model of “shock therapy.” (As previously mentioned, Sachs drew Soros’s attention through his work in implementing IMF-style “shock therapy” in Bolivia.) In his book, Underwriting Democracy, Soros sums up his experience with the Polish shock therapy model: “I considered it essential to demonstrate that the political transtormation could result in economic improvement. Poland was the place where this could be accomplished. I prepared the broad

{p. 20} outlines of a comprehensive economic program, It had three ingredients: monetary stabilization, structural changes. and debt reorganization. I argued that the three obJectives could he accomplished better in combination than separately … I proposed a kind of macroeconomic debt for equity swap,, . . I showed the plan to Geremek and Professor Treziakowski, who headed the economic roundtable in the talks that preceded the transfer of power, and they were both enthusiastic. … I joined forces with Professor Jeffrey Sachs of Harvard University, who was advocating a similar program. and sponsored his work in Poland through the Stefan Batory Foundation … The IMF approved and the program went into effect on Jan. 1, 1990. It was very tough on the population, but people were willing to take a lot of pain in order to see real change. .. . Inflation has been reduced, but the outcome still hangs in the balance because structural adjustment is slow in coming. Production has fallen by 30%, but employment has fallen by 3%. This means the entrenched management of state enterprises is using the respite it gained from wage claims to improve its profit margins and keep the workers employed, There is an unholy alliance between management and labor that will be hard to break,”

Whether we look at Poland or at Hungary, Russia, or Ukraine – in each of those cases, Soros argued in favor of radical free market economy, privatization. and IMF conditionalities so as to impose monetary discipline. …

5. The Shatalin Plan: shock therapy approach for the former Soviet Union

With the backing of Soviet President Mikhail Gorbachov and Prime Minister Margaret Thatcher, Soros reached the height of his inf1uence in the Soviet Union when he was asked to assemble a team- including Jeffrey Sachs and Romano Prodi of Italy – to critique the Shatalin Plan, which was based upon IMF-style “shock therapy.” “I was a great supporter of the so-called Shatalin Plan,” Soros writes in Soros on Soros. “…

{p. 21} If Gorhachov had accepted the plan, he would have remained in power and the Soviet Union could have been reformed, instead of disintegrating.”

In Underwriting Democracy, Soros said of the So-

{p. 22} viet Union’s heavy-industry sector: “We may view the gigantic hydroelectric dams, the steel plants, the marble halls of the Moscow subway, and the skyscrapers of Stalinist architecture as so many pyramids built by a modern pharaoh.” In a Jan. 4, 1993 commentary in the Washingtan Post, Soros harped on this monetarist theme:

“… The social safety net would also provide a powerful incentive to shut down loss-making enterprises. Factories could be idled and the raw materials and energy that go into production could be sold for more than the output.”

Thus, Soros proposed shutting down the entire military-industrial base of the former Soviet Union in order to sell its energy and raw material inputs cheaply abroad, in exchange for a few crusts of bread. … Since his proposal that Russia unload its raw materials and energy, through such Soros allies as Marc Rich – fugitive financier in Switzerland – Russian raw materials ranging from gold to aluminum have been looted, along with energy resources. In fact, Rich dumped so much Russian aluminum on the London Metal Exchange at one point, that he halved the price and still made a profit. This activity has fuelled the growth of the Russian Mafia.

6. The human rights mafia

One of George Soros’s earliest experiments in “human rights” is a group known as Charter 77 (C77), which works closely with the Helsinki Citizens Assembly (HCA). … C77 is part of the interconnected web of the “human rights” mafia, which in turn overlaps the drug legalization lobby, as exemplified in the case of Human Rights Watch, for which Soros is a prominent financier. Human Rights Watch (HRW), and its close ally, the British Foreign Office’s Amnesty International, have established themselves as a tightly coordinated international hit squad against nations which oppose free trade and globalization; they package their attacks as campaigns against “human rights” violations. Human Rights Watch World Report 1995 launched a violent attack on those individuals and governments who share “a vision that equate[s] economic self-interest with the common good,” and it labels that outlook a “mercantilist threat” to its concept of “human rights.”

{p. 32} Chapter 4 The secret financial network behind George Soros by William Engdahl

The reality behind George Soros is something other than his carefully cultivated media image. … George Soros is merely the visible face of a vast and very nasty network of private financial interests, controlled by the leading aristocratic and royal families of Europe.

{p. 33} Rather than use the direct powers of state to achieve crucial geopolitical goals, a secret cross-linked vast holding of private financial interests, tied to the old aristocratic oligarchy of Western Europe, was developed. It was in many ways modelled on the 17th-century British or Dutch East India Company models. According to knowledgeable sources, the center of this Club of the Isles is the financial center of the old British Empire, the City of London. George Soros is a member of what were called in medieval days Hofjuden, or “Court Jews,” who were and are run by this powerful, secretive network of aristocratic old families.

… Soros speculates in world financial markets through his secret offshore company, Quantum Fund N.V., a wholly private investment fond called a “hedge fund.” ( Hedge funds have been identified by international police agencies as the fastest-growing outlet for illegal money laundering today.) … Soros’s Quantum Fund is registered in Curacao, Netherlands Antilles, the Caribbean tax haven – so he avoids paying taxes, and also hides the nature of his investors, and what he does with their money. By moving his legal headquarters to Curacao. Soros was able to avoid the kind of U.S. government supervision of his financial activities, that any U.S.-based investment fund must agree to, in order to operate. The Netherland Antilles, a possession of the Kingdom of Holland, has repeatedly been cited by the International Task Force on Money Laundering of the OECD as one of the world’s most important centers for laundering the illegal proceeds of the Latin American cocaine and other drug traffic.

Soros has also taken care that none of the 99 individual investors who form his various funds, is an American national. By U.S. securities law, a hedge fund is limited to no more than 99 investors of highly wealthy individuals, so-called “sophisticated investors.” By structuring his investment company as an offshore hedge fund, Soros avoids public scrutiny. Soros himself is not even on the board of Quantum Fund. Instead, for legal reasons, he serves as official “Investment Advisor” to Quantum Fund N.V. through his company, Soros Fund Management, of 888 Seventh Avenue, New York City. If any demand be made of Soros to reveal the details of Quantum Fund, he can claim he is “merely its investment adviser.”

… According to knowledgeable U.S. and European investigators, Soros is part of a circle which includes Marc Rich of Zug, Switzerland and Tel Aviv, the indicted metals and commodity speculator and fugitive; Shaul Eisenberg, the secretive Israeli arms and commodities dealer; and “Dirty Rafi” Eytan – both linked to the financial side of the Israeli Mossad, and to the family of Jacob Lord Rothschild.

Understandably, Soros and the Rothschild interests prefer to keep their connection hidden far from public view, so as to obscure the powerful friends Soros can claim in the City of London, the British Foreign Office, Israel, and the U.S. financial establishment. The myth has therefore been created that Soros is a lone financial investment “genius” who, through sheer personal brilliance in detecting shitts in markets, has become one of the world’ s most successful speculators. According to those who know him and have done business with him, Soros never makes a major investment move, whether against the pound or the franc or gold, without sensitive, high-level insider information. On the board of directors of Soros’s Quantum Fund N.V. is Richard Katz. Katz is a Rothschild man who is also on the board of the London N.M. Rothschild & Sons merchant bank, and the head of Rothschild Italia S.p.A. of Milan. Another Rothschild family link to Soros’s Quantum Fund is Quantum board member Nils O. Taube. Taube is the partner of the London investment group, St. James Place Capital, whose major partner is Lord Rothschild. The London Times columnist, William Lord Rees-Mogg, is also on the board of Rothschild’s St. James Place Capital.

{p. 34} Another member of the board of Soros’s Quantum Fund is the head of one of the most controversial Swiss private banks, Edgar de Picciotto, who has been called “one of the cleverest bankers in Geneva,” … De Picciotto is a long-time friend and business associate of Edmund Safra, another Lebanese-born banker who controls the Republic Bank of New York. Safra’s Republic Bank today has been identified in U.S. investigations into Russian organized crime, as the bank involved in transferring billions of U.S. Federal Reserve notes from New York to organized crime-controlled Moscow banks, on behalf of Russian organized crime. As well, Safra is under investigation by U.S. and Swiss authorities for laundering Turkish and Colombian drug money. …

George Soros’s relation to the secretive international Rothschild finance circle represents no ordinary or casual banking connection. It goes a long way toward explaining the extraordinary success of a mere private speculator, and Soros’s uncanny ability to “gamble right” so many times in such high-risk markets. Soros has access to the “insider track” in some of the most important government and private channels in the world. Since the Second World War, the legendary Rothschild finance family, at the heart of the financial apparatus of the Club of the Isles, has gone to great lengths to mislead, to create for itself a public aura of insignificance, behind which stands one of the world’s most powerful and murkiest financial combinations. The family has spent significant sums cultivating a public image as a family of wealthy but quiet “gentlemen,” …

{p. 35} Among other things, they have wished to become known, since 1948, as being devoted to the cause of the new state of Israel, playing on the world’s outrage over the Nazi Holocaust against the Jews during World War II. Indeed, since British Foreign secretary Arthur Balfour wrote his famous November 1917 letter to Lord Rothschild expressing official British government backing for establishment in Palestine of a national homeland for the Jews, the Rothschilds have been intimately involved in the creation of Israel. It is no surprise, therefore, to find that today Soros and Rothschild have ties to Israeli intelligence, as well as to British and American.

But behind their public facade as a family donating money for useful projects such as planting trees in the deserts of Israel, N.M. Rothschild of London is at the center of various intelligence operations …

N.M. Rothschild is considered by City of London insiders to be one of the most influential components of that part of the British Intelligence establishment tied to the Thatcher “free market” wing of the Tory Party. Rothschild & Sons made huge sums managing for Thatcher the privatization of billions of dollars of British state industry holdings during the 1980s, and today, for John Major’s government. As well, Rothschilds is at the very heart of the world gold trade, being the bank at which, twice daily, the London Gold Fix is struck by a group of the five most influential gold trade banks. Gold forms a major part of the economy of drug dealings globally.

But N.M. Rothschild & Sons is also implicated in some of the filthiest drugs-for-weapons secret intelligence operations. Because it is well-connected to the highest levels of the British Intelligence establishment, Rothschilds managed to evade prominent mention of its complicity in one of the more sordid covert intelligence networks, that of BCCI (Bank of Commerce and Credit International). Rothschilds was at the heart of the vast international web of money-laundering banks used during the 1970s and 1980s, by Britain’s MI-6 and the network of Lt. Col. Oliver North and Vice President George Bush, to finance such projects as the Nicaraguan Contras.

On June 8, 1993, the chairman of the Banking Committee in the U.S. House of Representatives, Henry Gonzalez of Texas, made an extraordinary speech in which he charged that the U.S. government, under the Bush and Reagan administrations, had systematically refused to prosecute BCCI, and that the Department of Justice had repeatedly refused to cooperate with Congressional investigations into the BCCI scandal, as well as what Gonzalez said was the intimately related scandal of the Atlanta, Ga. branch of Banca Nationale del Lavoro (BNL), which was alleged to have made billions of dollars in loans from the Bush administration to Saddam Hussein, just prior to the Gulf War of 1 990-91. …

But, what has never been identified in a single major Western press investigation, was that the Rothschild group tied to George Soros was at the heart of the vast illegal web of BCCI.

{p. 36} … According to these reports, among Soros’s silent investors are – as mentioned above – the reclusive fugitive metals and oil trader. Marc Rich, based in Zug, Switzerland, and Israeli arms merchant Shaul Eisenberg, who has been identified as a decades-long member of lsraeli Mossad intelligence, and who functions as a major arms merchant throughout Asia and the Near East.

{p. 39} Central European University and the intellectual subversion of Central and Eastern Europe

by Mark Burdman

George Soros -or what might be called the “George Soros spider web of institutions” – is at the center of a vast cultural-political operation of deconstruction in Central and Eastern Europe, and throughout the territory of the former Soviet Union. The focal point of this endeavor is the Soros-created and Soros-patronized Central European University, based primarily in Budapest, but with important branches in Warsaw and Prague.

The CEU represents an effort to impose what might be called ‘cultural determinism” throughout the formerly communist areas. After having lived for decades under communism, the targetted populations are beingo offered a completely irrational notion of “freedom,” the components of which include the following “doctrines”: that any attempt to affirm a scientifically grounded intelligible truth is “totalitarian”; that the sovereign nation-state is evil, and is opposed to the “individual”; that economic liberalism is a good thing. Typical of the mentality involved, is a series of annual conferences on “The Individual vs. the State,” co-sponsored by Soros’s New York City-based Open Society Institute and the CEU. Equally relevant was the visiting professorship at CEU of arch-deconstructionist theoretician Jacques Derrida.

{p. 40} At least one Soros conference was co-sponsored by the New York Council on Foreign Relations, the American branch of the Royal Institute of International Affairs. During 1996, Soros himself greatly upgraded his work with the CFR. He headed a CFR task force, on the theme of why the United States should increasingly subordinate itself to the supranational United Nations Organization. He wrote a piece on the European economic and political situation, for the CFR’ s Foreign Affairs Journal. Knowledgeable sources have told EIR that Soros has pumped considerable sums of money into the CFR. although this has not been independently confirmed.

Additionally, the nexus of foundations that turn up, at one point or another … include the Rockefeller Brothers Fund (most prominently), the German Marshall Fund, the Mott Foundation, the Ford Foundation, the Mellon Foundation, and the Washington, D.C.-based Eurasian Foundation.

Soros, Communitarianism, and the Frankfurt School

One should see Soros’s deconstructionist push eastward as parallel to. and in symbiosis with, related deconstructionist movements in the Western world. What needs to be stressed, is the symhiosis or mutual interaction between the Soros cultural-ideological offensive in Eastern and Central Europe, and the evolution of the movement of “Communitarianism” in the United States, Germany, Britain, and other Western countries. At the July 12-14, 1996 First Communitarian Summit in Geneva. Communitarian founder-guru Amitai Etzioni said: “Iam very close to George Soros, we have been friends for 25 years.” He said that Soros was very supportive of his efforts. and he insisted that Soros’s support was not strictly a question of money.

If one looks at the curriculum for the Political Science Department ot the CEU in Budapest, one finds a course given hy Department head Janos Kic, a leading communist-era figure in Hungary’s ‘democracy movement” and an important individual at the CEU. The course is described thus: “Theoretical models: utilitarianism, contractarianism, hermaneutics, substantive conceptions: liberalism, communitarianism, civic republicanism.” The section of the prospectus on Political Science begins with a photograph of Professor Charles Taylor of McGill University in Canada, constantly cited by the “communitarians” in their literature as being one of their leading philosophers. Similarly, a key Soros colleague, Lord Ralf Dahrendorf of St. Antony’ s College, Oxford, is a regular contributor to the Communitarian house journal, The Responive Community. …

{end of EIR material}

To purchase this Report from Executive Intelligence Review: http://www.larouchepub.com/.

Although Lyndon Larouche is branded an “AntiSemite” by the Sharon-Netanyahu faction of Zionists, his organisation is said to include a number of Jews at a high level. Executive Intelligance Review has regularly reported on Soros’ activities, especially in connection with the “Asia Crisis”. The following item is from Vol. 24, #44, October 31, 1997:

Soros’s financial warfare is under increasing investigation

by Gail G. Billington and Cynthia Rush

George Soros is facing new, possibly criminal investigations into his hostile hedge-fund-centered speculation against Asian currencies and stock markets. Despite the best efforts of the mouthpieces of Wall Street and London to spiff up his public image, as the contagion of Soros-style financial hit-and-run attacks spreads to Taiwan and Hongkong, and continues to devastate the weakened nations of Southeast Asia, these nations are aggressively organizing, bilaterally, regionally, and internationally, to put this looting on the agenda of every major intemational meeting through the end of 1997.

Nor are Soros’s problems limited to Asia. His name dogged President Clinton throughout his tour of three Ibero-American nations on Oct. 12-18; and, thanks to EIR, public debate on Soros’s sordid activities erupted in Argentina, during a press conference with U.S. White House drug policy adviser, Gen. Barry McCaffrey (ret.). The President didn’t mention Soros’s name in public, but Argentine figures who met with Clinton privately, said he expressed concern that Asian-style monetary instability might erupt in Argentina and throughout Ibero-America.

The attacks on Soros, launched by Malaysian Prime Minister Dr. Mahathir Bin Mohamad at the Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) summit in late July, and, again, with renewed pungency, at the International Monetary Fund and World Bank Annual Meeting in Hongkong in September, have served as a rallying cry that is now being echoed among “emerging market” nations worldwide. The intensity of this momentum increases in tandem with the spread of the financial hemorrhaging, and the view that the crisis is spinning out of the control of the IMF.

Following the Oct. 20-23 hedge-fund assault that sank the Hongkong exchange 23%, and parallel attacks which forced Taiwanese authorities to float their currency on Oct. 17, Denmark’s Jyllands-Posten headlined its report on Oct. 22, “The Taiwanese Financial Oversight Board Is Opening Up Investigations Against George Soros.” The lead article in the paper’s two-page coverage reported, “Taiwan and South Korea have become victims of the unpredictable market forces which to a large extent are controlled by the computers of secret funds, hunting paper-thin exchange margins and, again, the American multi-speculator and political philanthropist George Soros is in the focus…. The Futures and Securities Commission (FSC) of Taiwan has now opened up an investigation into the transactions of George Soros’s multibillion-dollar fund on the Taiwanese futures exchange and on the Singapore Monetary Exchange, SIMEX. The FSC thinks that the speculations of Soros’s fund was one of the primary reasons for the panic sellings which Friday last week and Monday this week, cost almost 15% on the stock exchange index.” An FSC spokesman says, “Mr. Soros has put our markets under extraordinary pressure through his speculative trading on the SIMEX. Our investigations have not been completed yet, and we have not yet decided what actions to take.”

The paper reported that on Dec. 2, the finance and economics ministers of the Asian nations will meet in Japan to draft the charter of the Asian Monetary Fund (AMF), the $100 billion fund proposed by Japan at the IMF meeting in September, with the support of China, South Korea, Taiwan, ASEAN, and with a positive nod from U.S. Treasury Secretary Robert Rubin. During bilateral talks in Tokyo between Thai officials and their Japanese allies and creditors in early October, Thai Finance Minister Thanong Bidaya told reporters, “The purpose of the Asia fund is to round up the funding requirements and the contributions of Asian countries in case of a crisis, and it is a good idea. But somehow it has been delayed. Why not put it in the APEC forum? Why just keep it in Asia? The IMF will not have enough to deal with any crisis by itself, and [the AMI;l is an effort to prepare something solid.”

Japan’s Deputy Finance Minister Eisuke Sakakibara toured Asian capitals during Oct. 14-22 to discuss the AMF idea, which several leaders have said could be used to blunt the effect of crises caused “by accident.” As Thanong Bidaya’s comments suggest, the AMF, which was the subject of discussions in 1995 between influential Japanese circles and ElR’s Founding Editor Lyndon LaRouche, will not solve the crises hitting these countries today. It would, however, blunt the worst effects of IMF “conditionalities” in the transition to complete overhaul of global monetary arrangements.

Soros on the hot seat

There has been no letup in organizing on this theme since the IMF Annual Meeting. Malaysia’s Dr. Mahathir continues to act as a spokesman in this effort, taking up the subject during his Sept. 25-Oct. 5 tour of four Ibero-American nations (see EIR, Oct. 10 and 17, 1997), where, despite a delayed reaction of the press and institutions, his message re-emerged in headline stories in Venezuela and Brazil, which greeted President Clinton upon his arrival in those nations. The stories linked Dr. Mahathir’s call for reining in the speculators, to the AMF, and to LaRouche’s Urgent Appeal for a New Bretton Woods Monetary agreement. …

{end of EIR material}

(3) George Soros’ International School of Youth Corruption, by Marek Glogoczowski

(The slightly enlarged version of speech delivered by Marek Glogoczowski during the EU(RO)-skeptic Youth Camp held at Ljublana, Slovenia, Sept. 26-27, 2001.)

George Soros is a businessman-philanthropist, whose activities are known to professionals worldwide. In USA he operates the Institute of Open Society, in countries belonging to the former Soviet Block he operates a number of similar foundations, which in case of Poland holds the “royal” name of Bathory Foundation. These “philanthropist” institutions have ? or had ? a substantial influence on composition of consecutive post-communist governments in Eastern Europe, especially governments of big countries – in Poland, with George Soros Fund are linked three first “independent” Prime Ministers (Mazowiecki, Bielecki, Suchocka); in Russia to Soros’ “boys” belong such ardent reformers as PM Gajdar, Kirylenko and Niemcov. In his book “Underwriting Democracy” of 1993, George Soros claims to be ? together with his associate, professor Jeffrey Sachs ? a true Funding Father (or rather a Godfather) of all these “Protocols of Zion” styled reforms, which we had to suffer in Eastern Europe.

Today, with Soros Fund is linked in Poland the most influential journal “Gazeta Wyborcza” ? which journal already in 1989 paved the way for the “Solidarity” electoral victory over PZPR, the declining at that time Polish Communist Party. In Slovakia with Soros’ Invisible Empire is linked the TV station “Markiza”, which helped to remove, during 1998 elections, the supposedly undemocratic Meciar’s government. Inside Serbia the Soros Fund operated in Kosovo, until 1999 NATO bombings, a Civil Center in Pristina, which fought for the national independence of the local Albanian majority, and in Belgrade it still operates the famous ‘Radio B-92″, which played a substantial role in anti-Milosevic’s student riots in 1996/7. (And than, in October 2000, it helped the “civilized” ? i.e. bulldozer and Parliament fire assisted ? destruction of the last socialist regime in Europe.) At present many of Soros Fund linked intellectuals are in key positions of institutions controlling economies and cultures of former East Block countries, and in Budapest this Foundation operates a whole International University of Central Europe. George Soros plays also an important role in USA foreign politics, already in 1980 he organized, together with his close associates, Secretaries of State Zbig Brzezinsky and Mad Albraight, a National Endowment for Democracy (NED) fund, which is a kind of joint venture of CIA and private business, greed oriented, activities.

The best summary of George Soros humanitarian activities in South-East Europe gave Gilles d’Aymery in an article “Mapping the Human Rights Crowd in the Balkans” published on July 23, 2001 in the Jugoinfo vitrine:

“Behind the veil of legitimacy and humanitarian concerns can be found the same powerful people and organizations such as the Open Society Institute of the billionaire and – as always characterized – philanthropist, George Soros, the Ford Foundation, the United States Institute of Peace, the National Endowment for Democracy and many more, financing and using a maze of well known NGO’s such as Human Rights Watch, Amnesty International, the International Crisis Group, etc., as well as more obscure entities … But, among all of them, shining as the Southern star, is George Soros who, like an immense Jules Verne octopus, extends his tentacles all over Eastern Europe, South-Eastern Europe, the Caucasus as well as the republics of the former Soviet Union. With the help of these various groups (it is possible) not only to shape but to create the news, the agenda and public opinion to further aims which are, in short, the control of the world, its natural resources and the furtherance of the uniform ideal of a perfect world polity made in America.”

Despite such richness of this philanthropist activities, the general public hardly knows his name. During our meeting at Ljublana, young, 20 ? 25 years old, EU sceptics from several countries virtually ignored the name of Soros, my equal age, 59 years old Swiss German friend from Zurich wrote me that in his well informed country perhaps 2 percent of people knows about this billionaire. And in Poland surely no more than 10 percent of adult population knows who was the true author of widely despised “Balcerowicz’s reforms”. Despite this “educated” public ignorance, Soros’ “missionary” role is perceptible at the planetary scale: according to Schiller’s Institute data, the “man of Soros” in the European Commission is professor Romano Prodi, in Malaysia our philanthropist is officially searched for enormous financial frauds, and in Italy he is officially considered persona non grata for similar reasons. We can take for granted that these last facts are only summits of a whole “iceberg” of fraudulent affairs in which our billionaire-philanthropist-politician is ? or was ? engaged in. The mystery of his success in world-wide speculation George Soros explained in a surprisingly honest statement, during an interview he gave to the Swiss weekly “L”hebdo” of May 1993. He said “I SPECULATE ON DISCREPANCY BETWEEN THE REALITY AND THE PUBLIC IMAGE OF THIS REALITY, UNTIL A CORRECTIONAL MECHANISM OCCURS, WHICH APPROACHES THESE TWO.” It is evident that a skillful speculator is not used to wait passively until such discrepancy occurs. To the contrary, with his “creativity of an investor” he purposefully enlarges the gap between the ‘real reality’ and its public image. (To put this statement into a plain language, a good speculator, knowing principles of the stock exchange, is feeding the public with the fake information ? or, in more polite words, with DISINFORMATION ? in order to gather personal profits.) The “liberal’ idea of a purposeful construction of a fake image of the world ? in order to get the political power ? is also expressed in Soros’ book “Underwriting democracy’ (in French version “Sauver la démocratie a l’Est”) published in 1993. He writes there for example: “In a normal state of affairs it is necessary that a movement (a political one, but also commercial, scientific and religious ones ? M.G.) is pushed sufficiently far, before forces occur, which are able to correct the deformation (of image of reality) which was at its base.” Putting this statement once again into a plain language, it means that the more aggressively a person ? or a group, a coterie or a Mafia ? is able to lie-up the image of reality, the longer this group is expected to remain in power. (The same maintained Goebbels 70 years ago: the bigger the lie is, the better it holds.)

George Soros even explains in detail how the elaborated by him program of “Americanization’ of Eastern Europe works. He informs in “Underwriting Democracy” that behind his philanthropic idea of creation of Open Society Foundations was “the creation of an international web (…) at the heart of which will be the computerized base of (personal) data, which enable the Western Multinational Societies to find candidates, which they are searching for”g’. In short, all these Soros-Fundation educated and kept in computer memories young men and women are prepared to fulfill functions of so-called “influence agents’, which behave in a way similar to that of Japanese geishas. These Young Urban Professionals, thanks to their fluent knowledge of languages and multiple, delicate social contacts with bureaucracy in target countries, facilitate the implementation in their homelands not only of Western Multinationals, but also of Western sub-cultures and Western habits of consumption of appropriate, personality enriching, commercial goods. For the first time I heard that Soros Fundation corrupts young people, from the mouth of Piotr Ikonowicz, about twenty years younger than me leader of the Polish Socialist Party. How does this corruption is organized in detail? In general it takes the form of an ordinary training very similar to the one practiced while teaching young dogs to bark at a “stranger’. In case of ‘education’ of “Soros youth” (SorosJugend) the “food” necessary for such training consists of all these computers, lavish scholarships, luxury cars and invitations for dinners and seminars in four stars hotels. In general this was/is sufficient to bribe not only the young but also adult “intellectuals” in a target country. An example of this gave few years ago the former finance minister of Poland, Grzegorz Kolodko, in a Warsaw satirical “Nie” weekly. He reported there the story how a “well known investor’ (his name he dared not to disclose) was able to buy, only at the cost of few dozens of millions of dollars spent for Warsaw’s “elite”, the Polish Bank Handlowy having the value of 1,5 billion of dollars.

The specific task of all these Bathory Foundation trained ‘watchdogs’ of Open Society consist of “barking” (in tune with Their Master’s Voice), against all individuals which may endanger the Private Property of ‘feeding’ them Lord. Observing the behavior of journalists linked with this ‘watchdog’ formation, one finds easily that all their vigor and sense of humor is exploited for the task of continuous, monotonous defamation of national leaders, which have an authentic, popular support. (This was the case, for example, of Soros/NED sponsored Students in Market Theology “Otpor” movement in Serbia; the similar baiting of Lukashenko we witness today in Belorussia.)

Once competent people are removed from key posts of a target country, its pillage, by the gang of “Global Investors”, can proceed at full speed, thanks to utter cretins (like Walesa or Buzek in Poland), or opportunists (like Djindzic in Serbia), which get installed at commands of the state. It is evident that in order to obtain the public (i.e. media) consent for such ‘reforms’, all more observant and honest people have to disappear from the public life. Usually it is sufficient to associate them with despised (by “Soros’ Family”, of course) ‘communists, fascists, reactionaries and populists’; but in particular cases it becomes necessary to kidnap them to the Hague’s ICTY. (Or simply, to murder them by the ‘invisible death squads” ? inside Serbia, after Milosevic was ousted from power, about 20 personalities were liquidated in this way.) The best, and at the same the shortest description of the general direction of all “reforms” we have in Eastern Europe was given to me, in May 1999, by an old professor of Slavic literature, Vladimir Bozkov from Skopie, Macedonia. At that time he witnessed nearly every day how B-52 bombers fly towards his former homeland. Impressed by this techno-spectacle he told me, during our meeting at Moscow, “Oni chotiat’ ubit’ vsiech umnych ljudi”: (THEY WANT TO KILL ALL THINKING PEOPLE). I think that this is the essential goal, which our beloved “Global Investors” are aiming at.

The very ethics of “misinformation as a tool of survival and conquest” belongs to the “aristocratic” pattern of behavior, which spontaneously developed among Stock Exchange players. It is already in 1813 brothers Johannes and Nathan Rotschild, by a skillful, gossiped at London’s & Paris Stock Exchanges, lie about the outcome of the Waterloo battle, were able to earn in one “scoop” 40 million francs, making out of their family the richest Banking Group in Europe. (By the way, according to Schiller’s Institute, George Soros is associated with this famous Rotschild Banking Group.)

Here I come to the point, which I want to stress in the conclusion. Already in the Antiquity the Greek philosopher Socrates argued that (in contradiction with the Biblical version of original sin) people are not evil by their nature, but they are becoming evildoers out of their ignorance. The Global Stock Exchange is by its very nature the place where the MISINFORMATION (or the production of ignorances) has become the principal source of personal enrichment of ‘Investors’. By an imitation of Stock Exchange ‘Super Stars’ like George Soros, every day more and more numerous ‘young wolves of interest’ are polluting the Planet with lies supposed to bring them their selfish, pecuniary happiness. It is precisely from Stock Exchanges radiates in all directions the Lie ? and thus automatically also the Evil and Ugliness ? which has become the ever more visible symbol of Our Civilization. (By the way, these B-52 bombers, which 2,5 years ago impressed so much professor Bozkov from Skopie, I can see at present over Tatra Mountains, during their return to Germany from antiterrorist missions in Afghanistan.)

Stock Exchanges and bourgeois Banks were permitted to operate only in 16 century Europe by our religious reformers, dreaming about ‘New Jerusalem’. We can trace thus the origin of these modern ‘Temples of Lie’, back to the Old Jerusalem’s Temple of Merchants two thousand years ago. At that time Jewish dissidents considered their Temple of Hypocrites as “brigands cavern”. Considering this last expression as an ‘approaching the reality’ description, we can take for sure that nothing will turn for a better in our Brave (observe the military stout of Americans!) World until we kick Global Investors out of our homelands.

MG, November 2001

{end}

(4) In June 1994, Popper gave a lecture at Soros’ Central European University in Prague

Sir Karl Popper

http://www.osi.hu/debate/karlpopp.htm

Sir Karl Popper, for whom the Karl Popper Debate Program is named, is well known for his important contributions to the philosophy of science, political theory, and sociology. With his 1945 book The Open Society and Its Enemies, Popper is responsible for popularizing the notion of “open society” a concept which would come to have a significant influence on the philosophy that underpins George Soros’s philanthropic activities.

Simply stated, an open society is a form of social organization based on the recognition that nobody has a monopoly on the truth, that different people have different views and interests, and that there is a need for institutions to protect the rights of all people to allow them to live together in peace. As becomes apparent from this definition, debate is an integral component of an open society.

{What about the Nazi Holocaust as dogma, i.e. beyond debate; is this consistent with “open-ness”? Not only is debate a jailable offense, but the archaeological excavation of human remains, which might resolve the issue, is rejected}

… It was while pursuing a Masters degree at LSE that George Soros first came into close contact with Popper and his ideas. While he did not study directly under the philosopher, Soros submitted several essays to Popper for his consideration and review. In 1962, well after he had finished his studies, Soros wrote a philosophical treatise entitled, “The Burden of Consciousness.” Soros sent this work to Popper, who was extremely supportive and encouraging of Soros’s ideas. Their association continued, growing closer over the years. In June 1994, Popper delivered a lecture at the Central European Univeristy in Prague, which Soros had established as a intellectual center to promote the ideals of open society in Eastern Europe and the former Soviet Union. …. {end}

(5) Soros awarded Popper the first “Open Society Prize”

(5.1) (What Soros Really Wants)

http://www.siliconinvestor.com/stocktalk/msg.gsp?msgid=19657825

… The “Open Society Prize” Awarding Ceremony: The first winner of the Prize, Sir Karl Popper is decorated by George Soros who delivers a short address on the occasion. Sir Karl was by the 92 years of age and would die several months later.

(5.2) http://www.nationmaster.com/encyclopedia/Karl-Popper

Article last updated: 2:56pm, December 23, 2003 Database last updated: 3:20pm, January 09, 2004

Karl Raimund Popper (July 28, 1902 – September 17, 1994), was an Austrian-born, British philosopher of science. …

Born in Vienna in 1902 to middle-class parents of Jewish origins, Karl Popper was educated at the University of Vienna. He took a Ph.D. in philosophy in 1928, and taught in secondary school from 1930 to 1936. In 1937, concerns about the growth of Nazism led him to emigrate to New Zealand, where he became lecturer in philosophy at Canterbury University College, Christchurch. In 1946, he moved to England to become reader in logic and scientific method at the London School of Economics, where he was appointed professor in 1949. He was knighted by Queen Elizabeth II in 1965, and was elected Fellow of the Royal Society in 1976. He retired from academic life in 1969, though he remained intellectually active until his death in 1994. He was invested with the Insignia of a Companion of Honour in 1982.

(6) SIR KARL POPPER IN PRAGUE – the “Open Society Prize” Awarding Ceremony

(SUMMARY OF RELEVANT FACTS WITHOUT COMMENT) Czech

http://www.lf3.cuni.cz/aff/p1_e.html

Autumn 1992

Professor Hoeschl invites Sir Karl Popper to Prague. Sir Karl postpones the visit till Spring 1993 explaining that at the original date he is engaged in Kyoto where he should be awarded a prestigious prize.

Spring 1993

Sir Karl Popper’s assistant, Melitta Mew, excuses Sir Karl for not coming to Prague due to possible health hazards.

Winter 1993-94

Professor Ernest Gellner, Central European University, Prague College, invites Sir Karl to give a seminar to staff and students at the Prague College. Sir Karl was delighted to accept. After coordinating his intentions with the Organizational Division of Charles University Rectorate, Professor Hoeschl renewed the invitation which Sir Karl was delighted to be in a position to accept.

26.4.1994

Professor Hoeschl invites American financier, George Soros, together with Sir Karl, for a private dinner given by the 3rd Faculty of Medicine, and for a ceremony in Carolinum.

Monday, 23. 5.1994,

13.50

Arrival to Prague on a British Airways Flight, No. 856. Sir Karl Popper and his companions are welcomed by Prof. Hoeschl Dean of the 3rd Faculty of Medicine, Professor Jiri Musil, Academic Director of the Central European University in Prague, and Professor Richard Rokyta, Deputy Dean for Foreign Relations, the 3rd Faculty of Medicine.

16.00

In the Palace Hotel, Sir Karl receives Marie Heligandova, Documentary Film Company Director.

Tuesday, 24. 5.1994, 10.00

Cars of the Prague Psychiatric Centre provide a sightseeing tour around Prague. Participants: Sir Karl, Melitta Mew, Mr. Mew, Dr. Libiger. Sir Karl expresses the wish to visit the grave of Tycho Brahe and the house in which Johann Kepler had once lived. He then visited the Tynsky Church and Charles Bridge. The Johann Kepler dwelling was unpresentable.

14.00

President Havel receives Sir Karl for an almost 40-minute talk at the Prague Castle.

Wednesday, 25. 5.1994, 9.50

George Soros arrives at Ruzyne Airport on a private jet.

11.00

Sir Karl Popper and Professor Leopold Pospisil are awarded Honorary Doctorates in the Carolinum.

12.00

Sir Karl meets the Rector of Charles University; Prince Karl Schwarzenberg; George Soros; and other distinguished personalities. Wednesday Afternoon Sir Karl gives several interviews to newspapers and the Documentary Film Company.

19.00

Red Wheel Restaurant A dinner served for an intimate circle that included Sir Karl Popper, Mr. George Soros, Melitta Mew, Mr. Mew, Professor Hoschl, Professor Musil, Professor Rokyta, Dr. Libiger. What Sir Karl appreciated most were sweet pancakes. Mr. Soros ordered roast duck.

Thursday, 26.5.1994, 10.30

A panel discussion (seminar) held by Sir Karl Popper at the Prague College of the CEU.

11.00

The “Open Society Prize” Awarding Ceremony: The first winner of the Prize, Sir Karl Popper is decorated by George Soros who delivers a short address on the occasion.

Friday, 27.5.1994, 14.50

Departure of Sir Karl on the British Airways Flight, No.857.

31.5.1994

Extract from Melitta Mew’s fax message addressed to prof. Hoeschl: “Our minds are still aglow with the most& wonderful memories of our trip to Prague. The reception you and your colleagues gave Sir Karl, my husband and myself was truly heart-warming and will never be forgotten.”

Thursday, June 2, 1994

Lidove Noviny, No.129, page 1: “American financier, George Soros, acquires archives of Radio Free Europe: George Soros has instructed his companies to start investing in Central and Eastern Europe. Federal Radio Television Administration accepted his offer that he would take over and fund the archives of Radio Free Europe. G. Soros intends to move the archives to Prague; he plans to spend U.S.$ 15 million on their maintenance and modernizing scheme.”

(7) George Soros as “Robin Hood”? – SMH interview soon after the Asia Crisis

THE MAN WHO SOLD THE WORLD … AND THEN GAVE AWAY THE PROFITS

by Jennifer Hewett,

Sydney Morning Herald, November 15, 1997, Spectrum Features section

{Spectrum p. 1} GEORGE Soros admits he always had exaggerated expectations of himself, even an imperilled Jewish kid in wartime Hungary. “It’s only recently that reality has caught up with my expectations,” he says.

And then some. Reality to Soros turns out to be the rest of the world’s idea of fantasy. Imagine giving $1 million to a worthy cause. Or perhaps $10 million, $100 million? Soros can and does- about $US350 million ($500 million) worth every year.

Imagine taking on the Bank of England by betting against the value of the pound and winning. Soros could and did in 1992 – making $USl billion in the process.

Imagine using the global free market to make billions several times over by speculating and then warning darkly that capitalism and free markets are increasing threats to democratic society. Soros does just that whenever he gets a chance.

{Spectrum p. 6} He is 67 now, with a shock of often tousled grey hair, a mobile, lined face and a still strong Hungarian accent in which he speaks with great firmness and certainty.

Modesty is not at issue. He is not really joking when he speaks about his early “messianic tendencies”. He was too vain, he once said, to be just rich.

The result allows one unlikely individual to have an impact on people all around the world. The twin foundations of that impact are to be found in two offices in central Manhattan. One is Soros Fund Management, which operates hedge funds with $US 18 billion in assets. The basic rationale of the hedge funds is to make huge and highly leveraged bets on movements in stocks, currencies bonds and commodities – often going against the trend.

A few blocks away is the headquarters of the Soros philanthropic network, operating under the name of the Open Society Institute.

Until recently the money making and spending operations were located in rather shopworn floors of the same building. But it is the Open Society staff who have just moved into new offices.

The reach of the philanthropic and market networks is so vast and so radically different that it is hard to grasp they both come from the brain of one man.

Consider Soros’s most recent big donation. He is planning ts give $US300 million to $US500 million – count it – to Russia over three years, He wants it to go health care, particularly for mothers and babies, education, cultural institutions and job training for those laid off by the now decrepit Soviet military. That compares with about $US100 million in foreign aid to Russia from the US Government last year.

But the Soros causes are remarkable in diversity as well as size. They range from $US50 million in humanitarian t aid for Bosnia to $US20 million to educate doctors and improve the experience of dying in the US to $USI million to provide scholarships for Burmese dissidents and broadcast radio programs into Burma.

There are now Soros foundations operating as a network of autonomous organisations with local independent boards of directors in 30 ountries. Not to mention any number of programs that fund universities and scientific and cultural programs across regions. …

In a cover story in The Atlantic Monthly last January, he said the spread of market values into all areas of life was endangering democratic society. “The main enemy of the open society, I believe, is no longer the communist but the capitalist threat,” he said. … {soros2.html}

Mahathir was not the first to accuse him of being involved in some form of grand Jewish plot. He has become a target for the paranoias of extremists, an example, he says, of the truth that no good deed goes unpunished.

“If there was ever a man who would fit the stereotype of the Judeo-plutocratic Bolshevik Zionist world conspirator, it is me,” he says with irony – and well before Mahathir had even thought about the topic.

In fact, he is noticeably neutral on the subject of Israel and says has no interest in Zionism. His mother, he says, was ashamed of being Jewish and quite anti-Semitic herself. Soros does not give to Jewish or Israeli causes and, although he supports the Middle East peace process, he says Israel should be dealing with Hamas rather than the PLO because Arafat has lost the support of the Palestinians. …

{Spectrum p. 7} The good works of George Soros

Foundations or Institutes In: Albania, Armenia, Azerbaijan, Bosnia, Bulgaria, Croatia, Czech Republic, Estonia, Georgia, Gumatamala, Haiti, Hungary, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Latvia, Lithuania, Macedonia, Moldova, Mongolia, Poland, Romania, Russia, Slovakia, Slovenia, South Africa, Tajikistan, Ukaine, Uzbekistan, Yugoslavia.

In the US, Soros supports efforts to: ¥ Assist victims of crime and find altematives to high jail populations. ¥ Help legal immigrants obtain full citizenship and rights. ¥ Broaden debate on drug policy and suggest alternatives. ¥ Improve maths and algebra education in inner-city schools. ¥ Ease the experience of dying and educate doctors on the needs of the terminally ill and their families. ¥ Solve problems of poverty, crime, drug-abuse and poor education in inner-city Baltimore. ¥ Reform election campaign financing.

Overseas, projects supported include: ¥ English language schools, mainly in central and eastern Europe. ¥ Expansion of Internet use, from public centres in Mongolia to an independent Pslaestinian web site to computer equipment for Burmese dissidents in Thailand. ¥ Promotion of contemporary artistic culture. ¥ Training Courses for publishers and booksellers, and better Iibraries and training for librarians. ¥ Special education for children vith disabilities or from underprivileged backgounds. ¥ Education for Burmese refugees and radio broadcasts into Burma in support of the democratic movement of An Suu Kyi ¥ Provision of early warning of forced migrations and response to refugee emergencies. ¥ Science education in Russia, Ukraine and Georgia. ¥ Raising public awareness of landmines and introduction of an international ban. ¥ Production of films and videos on contemporary human rights issues. ¥ Development of independent media, particularly radio, in Southern Africa. ¥ Various human rights and civic and cultural groups. ¥ Aid to Russia for improved health of mothers and babies, education, culture and job training for ex-military. ¥ University eductaion for students throughout central and eastern Europe. ¥ Study of political, econornic and social transition and privatisation policies in eastem Europe. ¥ Training and intern programs in the US for eastern European professionals.

(8) George Soros’ “Alternative Journalism” donations

Date: Wed, 21 Jan 2004 06:16:59 +1000 From: “makichris” <chrispaul@netpci.com>

George Soros’ “Parallel Anti-War Media/Movement”

by bob feldman

http://www.questionsquestions.net/feldman/soros.html

Perhaps Amy Goodman should finally make full disclosure of all foundation grants that either the Pacifica Foundation, WBAI, Democracy Now, WBAI, KPFA, the Indymedia Centers, Free Speech TV, Deep Dish TV, the Pacifica Campaign or the Downtown studio from which she broadcasted in 2000 and/or in 2001 have received since 1992?

Regarding George Soros’ U.S. alternative media gatekeeping/censorship network, the following recap might be of use to U.S. grassroots anti-war activists whose political work is not being subsidized by Establishment Foundations such as Billionaire Global Speculator George Soros’ Open Society Institute:

1. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave a $50,000 grant to the Nation Institute “to support project to improve performance and reach of Radio Nation, weekly public radio news and commentary program.” George Soros’ personal advisor for politics, Hamilton Fish III, is also a top executive at The Nation Institute.

2. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave a $50,000 grant to the National Federation of Community Broadcasters, which used to be headed by former Pacifica Foundation Executive Director Lynn Chadwick.

3. In 1999, George Soros’s Open Society Institute apparently gave a $125,000 grant to the Citizens for Independent Public Broadcasting [CIPB} group (on whose board sits FAIR/CounterSpin co-host Janine Jackson) “to cover administrative and start-up costs for launching national campaign entitled Citizens for Independent Broadcasting.”

4. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave a $78,660 grant to Don Hazen’s Institute for Alternative Journalism/IMI/Alternet in San Francisco “to fund start-up of Youth Source, a youth Web site which will be part of a larger web poral, Independent Source.”

5. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave a $126,000 grant to the International Center for Global Communications Foundation “toward launch of Media Channel, first global media and democracy supersite on the Internet.”

6. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave 4 grants, totalling $118,000, to the Internews Network.

7. In 1999 George Soros’s Open Society Institute gave a $12,000 grant to Downtown Community Television Center. (There’s a possibility that this was the group which provided studio facilities for Democracy Now after the 1999 WBAI Christmas coup).

8. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave a $150,000 grant to the Fund for Investigative Journalism. (Is this the same media group which provided some funding for KPFA’s Dennis Bernstein during the 1990s?) 9. In 1999, George Soros’ Open Society Institute gave a $35,000 grant to American Prospect magazine.

10. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave a $30,000 grant to the Center for Defense Information.

11. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave a $75,000 grant to the Center for Investigative Reporting.

12. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave 4 grants, totalling $220,000 to the Committee to Protect Journalists–on whose board sits NATION magazine co-owner and editorial director Victor Navasky.

13. In 1999, George Soros’ Open Society Institute gave 2 grants, totalling $272,000, to the “Project on Media Ownership.”

14. In 1999, George Soros’ Open Society Institute gave a $100,000 grant to the Public Media Center in San Francisco.

15. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave a $73,730 grant to the dance company of a Pacifica Network News staffperson’s domestic partner.

16. In 1999, George Soros’ Open Society Institute gave a $50,000 grant to Youth Radio in Berkeley.

17. In 1999, George Soros’s Open Society Institute gave 2 grants, totalling $393,000, to the Tides Foundation.

18. George Soros’s Open Society Institute recent gave a $102,025 grant to Radio Bilingue.

19. George Soros’s Open Society Institute has also apparently been providing funds to subsidize a “parallel left” section of the prisoner solidarity movement. Critical Resistance, the Prison Moratorium Project, the Ella Baker Center for Human Rights and The Sentencing Project are all being funded by George Soros’s Open Society Institute.

20. In 2001, George Soros’s Open Society Institute also gave grants to help subsidize the Jews for Racial and Economic Justice group, the Malcolm X Grassroots Movement group, the Million Mom March group and the Center for Investigative Reporting.

21. After 9/11, George Soros’s Open Society Institute gave a $75,000 grant to the American Arab Anti-Discrimination Committee Research Institute, a $250,000 grant to the ACLU and a grant to the LCEF group on whose board Mary Frances Berry used to sit.

Billionaire Soros’s War Stock Investments

Like the former Corporation for Public Broadcasting Chairperson who owns a major chunk of the Columbia University-linked Nation magazine, Clinton-Gore Campaign Fundraiser Alan Sagner, the global speculator whose Open Society Institute gave KPFA a $40,000 grant in 1995 has some interesting special economic interests.

In his 1990 book The New Money Masters, John Train has a chapter entitled “George Soros: Global Speculator” in which he indicated how Soros obtained his surplus wealth:

“Soros…has always had partners on the management side, such as Jim Rogers…In 1969, aged 39, he [Soros] …joined with Jim Rogers to found Quantum Fund… “It is not registered with the SEC…so the shareholders are foreigners, mostly Europeans…It engages in multidirectional international speculation in commodities, stock, and bonds…Thanks to Rogers, the fund was one of the first to recognize the investment merits of defense stocks.” According to The New Money Masters book, Soros’s business partner in the 1970s and early 1980s, Jim Rogers, “became the largest outside shareholder of Lockheed in 1974.”

As of 1989, the portfolio of Soros Fund Management Equity Holdings included $27 million worth of Boeing stock, $106 million worth of RJR Nabisco tobacco company stock, $3.5 million worth of Lockheed stock, $2.2 million worth of CBS stock, $2.3 million of Time Inc. stock, $12.8 million worth of Warner Communications stock and $6.5 million worth of Wal-Mart stock.

A Senior Fellow at the Soros Foundation’s Open Society Institute who is a former president/ceo of Twin Cities Public Television in St. Paul, Minnesota “is aiding the Open Society Institute in considering issues of professionalism in media and related public policy questions,” according to the Soros Foundation/Open Society Institute website.

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(9) Soros is one of principal investors in Carlyle Group, a defence contractor

George Soros

NS Profile

NEIL CLARK / New Statesman 2jun03

http://www.mindfully.org/WTO/2003/George-Soros-Statesman2jun03.htm

The billionaire trader has become eastern Europe’s uncrowned king and the prophet of “the open society”. But open to what? George Soros profiled by Neil Clark

George Soros is angry. In common with 90 per cent of the world’s population, the Man Who Broke the Bank of England has had enough of President Bush and his foreign policy. In a recent article in the Financial Times, Soros condemned the Bush administration’s policies on Iraq as “fundamentally wrong” – based as they were on a “false ideology that US might gave it the right to impose its will on the world”.

Wow! Has one of the world’s richest men – the archetypal amoral capitalist who made billions out of the Far Eastern currency crash of 1997 and who last year was fined $2m for insider trading by a court in France – seen the light in his old age? (He is 72.) Should we pop the champagne corks and toast his conversion?

Not before asking what really motivates him. Soros likes to portray himself as an outsider, an independent-minded Hungarian emigre and philosopher-pundit who stands detached from the US military-industrial complex. But take a look at the board members of the NGOs he organises and finances. At Human Rights Watch, for example, there is Morton Abramowitz, US assistant secretary of state for intelligence and research from 1985-89, and now a fellow at the interventionist Council on Foreign Relations; ex-ambassador Warren Zimmerman (whose spell in Yugoslavia coincided with the break-up of that country); and Paul Goble, director of communications at the CIA-created Radio Free Europe/Radio Liberty (which Soros also funds). Soros’s International Crisis Group boasts such “independent” luminaries as the former national security advisers Zbigniew Brzezinski and Richard Allen, as well as General Wesley Clark, once Nato supreme allied commander for Europe. The group’s vice-chairman is the former congressman Stephen Solarz

Take a look also at Soros’s business partners. At the Carlyle Group, where he has invested more than $100m, they include the former secretary of state James Baker and the erstwhile defence secretary Frank Carlucci, George Bush Sr and, until recently, the estranged relatives of Osama Bin Laden. Carlyle, one of the world’s largest private equity funds, makes most of its money from its work as a defence contractor.

Soros may not, as some have suggested, be a fully paid-up CIA agent. But that his companies and NGOs are closely wrapped up in US expansionism cannot seriously be doubted.

So why is he so upset with Bush? The answer is simple. Soros is angry not with Bush’s aims – of extending Pax Americana and making the world safe for global capitalists like himself – but with the crass and blundering way Bush is going about it. By making US ambitions so clear, the Bush gang has committed the cardinal sin of giving the game away. For years, Soros and his NGOs have gone about their work extending the boundaries of the “free world” so skilfully that hardly anyone noticed. Now a Texan redneck and a gang of overzealous neo-cons have blown it.

As a cultivated and educated man (a degree in philosophy from the London School of Economics, honorary degrees from the Universities of Oxford, Yale, Bologna and Budapest), Soros knows too well that empires perish when they overstep the mark and provoke the formation of counter-alliances. He understands that the Clintonian approach of multilateralism – whereby the US cajoles or bribes but never does anything so crude as to threaten – is the only one that will allow the empire to endure. Bush’s policies have led to a divided Europe, Nato in disarray, the genesis of a new Franco-German-Russian alliance and the first meaningful steps towards Arab unity since Nasser.

Soros knows a better way – armed with a few billion dollars, a handful of NGOs and a nod and a wink from the US State Department, it is perfectly possible to topple foreign governments that are bad for business, seize a country’s assets, and even to get thanked for your benevolence afterwards. Soros has done it.

The conventional view, shared by many on the left, is that socialism collapsed in eastern Europe because of its systemic weaknesses and the political elite’s failure to build popular support. That may be partly true, but Soros’s role was crucial. From 1979, he distributed $3m a year to dissidents including Poland’s Solidarity movement, Charter 77 in Czechoslovakia and Andrei Sakharov in the Soviet Union. In 1984, he founded his first Open Society Institute in Hungary and pumped millions of dollars into opposition movements and independent media. Ostensibly aimed at building up a “civil society”, these initiatives were designed to weaken the existing political structures and pave the way for eastern Europe’s eventual colonisation by global capital. Soros now claims, with characteristic immodesty, that he was responsible for the “Americanisation” of eastern Europe.

The Yugoslavs remained stubbornly resistant and repeatedly returned Slobodan Milosevic’s unreformed Socialist Party to government. Soros was equal to the challenge. From 1991, his Open Society Institute channelled more than $100m to the coffers of the anti-Milosevic opposition, funding political parties, publishing houses and “independent” media such as Radio B92, the plucky little student radio station of western mythology which was in reality bankrolled by one of the world’s richest men on behalf of the world’s most powerful nation. With Slobo finally toppled in 2000 in a coup d’etat financed, planned and executed in Washington, all that was left was to cart the ex- Yugoslav leader to the Hague tribunal, co-financed by Soros along with those other custodians of human rights Time Warner Corporation and Disney. He faced charges of crimes against humanity, war crimes and genocide, based in the main on the largely anecdotal evidence of (you’ve guessed it) Human Rights Watch.

Soros stresses his belief in the “open society” propounded by the philosopher Karl Popper, who taught him at the LSE in the early 1950s. Soros’s definition of an “open society” – “an imperfect society that holds itself open to improvement” – sounds reasonable enough; few lovers of genuine liberty would take issue with its central tenet that “the open society is a more sophisticated form of social organisation than a totalitarian one”. But Soros’s “open societies” don’t tend to be all that open in practice.

Since the fall of Milosevic, Serbia, under the auspices of Soros-backed “reformers”, has become less, not more, free. The recently lifted state of emergency saw more than 4,000 people arrested, many of them without charge, political parties threatened with bans, and critical newspapers closed down. It was condemned by the UN Commission on Human Rights and the British Helsinki Group. But there was not a murmur from the Open Society Institute or from Soros himself. In fairness, Soros has been far more critical of his former protategate Leonid Kuchma, president of the Ukraine, a country described by the former intelligence officer Mykola Melnychenko as “one big protection racket”, and now possibly the most repressive police state in Europe.

But generally the sad conclusion is that for all his liberal quoting of Popper, Soros deems a society “open” not if it respects human rights and basic freedoms, but if it is “open” for him and his associates to make money. And, indeed, Soros has made money in every country he has helped to prise “open”. In Kosovo, for example, he has invested $50m in an attempt to gain control of the Trepca mine complex, where there are vast reserves of gold, silver, lead and other minerals estimated to be worth in the region of $5bn. He thus copied a pattern he has deployed to great effect over the whole of eastern Europe: of advocating “shock therapy” and “economic reform”, then swooping in with his associates to buy valuable state assets at knock-down prices.

More than a decade after the fall of the Berlin Wall, Soros is the uncrowned king of eastern Europe. His Central European University, with campuses in Budapest, Warsaw and Prague and exchange programmes in the US, unashamedly propagates the ethos of neoliberal capitalism and clones the next pro-American generation of political leaders in the region. With his financial stranglehold over political parties, business, educational institutions and the arts, criticism of Soros in mainstream eastern European media is hard to find. Hagiography is not. The Budapest Sun reported in February how he had been made an honorary citizen of Budapest by the mayor, Gabor Demszky. “Few people have done to Budapest what George Soros has,” gushed Demszky, saying that the billionaire had contributed to “structural and mental changes in the capital city and Hungary itself”. The mayor failed to add that Soros is also a benefactor of Demszky’s own party, the Free Democrats, which, governing with “reform” communists, has pursued the c

The Soros strategy for extending Pax Americana differs from the Bush model, particularly in its subtlety. But it is just as ambitious and just as deadly. Left- liberals, admiring his support for some of their favourite issues such as gay rights and the legalisation of soft drugs, let him off lightly.

Asked about the havoc his currency speculation caused to Far Eastern economies in the crash of 1997, Soros replied: “As a market participant, I don’t need to be concerned with the consequences of my actions.” Strange words from a man who likes to be regarded as the saviour of civil society and who rails in print against “market fundamentalism”.

source: http://www.mail-archive.com/marxism@lists.panix.com/msg45266.html 3jun03

(10) Soros gave $ to Solidarity, Charter 77, Sakharov, & the anti-Milosevic opposition

George Soros: – The billionaire trader has become eastern Europe’s uncrowned king and the prophet of “the open society”. But open to what?

by Neil Clark, New Statesman, June 2, 2003

A review by Karen Talbot

Centre for Research on Globalisation 4jul03

http://www.globalresearch.ca/articles/TAL307A.html 3jul03

George Soros, is known as a Hungarian atemigrate philanthropist, a proponent of human rights and the “open society,” and, just incidentally, a financier – one of the richest men in the world. Soros recently criticized George W. Bush saying in an article in the Financial Times of London that his administration’s Iraq policies were “fundamentally wrong” and that they are premised on the “false ideology that U.S. might gave it the right to impose its will on the world.” Many of us in the peace movement would say: “he got that right!” We might be inclined to praise him and to believe that this confirms that he really is a “do-gooder” – an image, by the way, that he carefully cultivates, especially through various NGOs. In fact numerous non-profit organizations have received funds from his foundation because they have bought into that perception.

But let’s take a closer look to see what is motivating Soros. Neil Clark, writing in an incisive article the New Statesman (June 2, 2003), points out that Soros “made billions out of the Eastern currency crash of 1997,” and that he was fined last year “for insider trading by a court in France.” In fact currency speculation is his modus operandi and if this contradicts his pronouncements against “market fundamentalism” and in favor of “civil society, “well, so be it. In fact, Clark reported that when queried about the turmoil his speculation caused to Far Eastern economies in 1997, Soros replied: “As a market participant, I don’t need to be concerned with the consequences of my actions.”

But all of this is just the tip of the iceberg. What of the NGOs Soros established and finances? Who are the other leaders of these groups? Clark informs us that at Human Rights Watch, for example, there is Morton Abramowitz, U.S. assistant secretary of state for intelligence and research from 1985-1989` and now a fellow at the Council on Foreign Relations; Warren Zimmerman former ambassador “whose spell in Yugoslavia coincided with the break up of that country”; and Paul Goble, director of communications “at the CIA-created Radio Free Europe/Radio Liberty (which Soros also funds).”

According to Clark, Soros’ International Crisis Group boasts such ‘independent’ luminaries as the former national security advisers Zbigniew Brzezinki and Richard Allen, as well as General Wesley Clark, once NATO supreme allied commander for Europe. The group’s vice-chairman is the former congressman Stephen Solarz, once described as ‘the Israel lobby’s chief legislative tactician on Capitol Hill’ and a signatory, along with the likes of Richard Perle and Paul Wolfowitz, to a notorious letter to President Clinton in 1998 calling for a ‘comprehensive political and military strategy for bringing down Saddam and his regime’.”

So much for Soros’ opposition to Bush’s Iraq policies.

There’s more! Who are Soros’s business partners at the Carlyle Group—one of the world’s largest private equity funds, which makes most of this profit from defense contracts? They include the former secretary of state James Baker and Frank Carlucci, former defense secretary, George Bush, Sr, and “until recently, the estranged relatives of Osama Bin Laden.” Soros has invested more than $100 million in Carlyle, Clark tells us.

He also points out that “Soros may not, as sometimes suggested, be a fully paid-up CIA agent. But that his corporations and NGOS are closely wrapped up in U.S. expansionism cannot seriously be doubted.”

This brings us back to the question; “why has Soros lambasted Bush?” The answer lies in understanding that, more than ever, within the Wall Street power elite there may be differences in tactics but seldom are there significant differences in the end goal—opening the way for the maximization of corporate profits everywhere around the world. Today, there is basically a oneness of purpose in promoting U.S. imperial dominance, and in the process, attempting to solve a deepening global economic crisis by controlling diminishing petroleum and energy resources.

How does this play out where Soros is concerned? As Clark points out, “Soros is angry not at Bush’s aims—of expanding Pax Americana and making the world safe for global capitalists like himself – but with the crass and blundering way Bush is going about it. By making U.S. ambitions so clear, the Bush gang has committed the cardinal sin of giving the game away. For years, Soros and his NGOs have gone about their work extending the boundaries of the ‘free world’ so skillfully that hardly anyone noticed. Now a Texan redneck and a gang of overzealous neo-cons have blown it”

Soros’ way is to use a few billion dollars, some NGOs and a “nod and wink from the U.S. State department” to bring down foreign governments that are “bad for business” to seize a nation’s assets, and even get thanked for your ‘benevolence,’ according to Clark. This method has worked for Soros and his cohorts.

Take the collapse of the Soviet Union, for example. Clark points out that “Soros’ role was crucial: “From 1979, he distributed $3 million a year to dissidents including Poland’s solidarity movement, Charter 77 in Czechoslovakia and Andrei Sakharov in the Soviet Union. In 1984, he founded his first Open Society Institute in Hungary and pumped millions of dollars into opposition movements and independent media. Ostensibly aimed at building up a ‘civil society”, these initiatives were designed to weaken the existing political structures and pave the way for eastern Europe’s eventual exploitation by global capital. Soros now claims with characteristic immodesty, that he was responsible for the “Americanization” of eastern Europe.”

More recently, there is the case of Yugoslavia. As Clark puts it:

“The Yugoslavs remained stubbornly resistant and repeatedly returned Slobodan Milosevic’s reformed Socialist Party to government. Soros was equal to the challenge. From 1991, his Open Society Institute channeled more than $100 million to the coffers of the anti-Milosevic opposition, funding political parties, publishing houses and””independent” media such as Radio B92, the plucky little student radio station of western mythology, which was in reality bankrolled b one of the world’s richest men on behalf of the world’s most powerful nation. With Slobo finally toppled in 2000 in a coup d’etat financed, planned and executed in Washington all that was left was to cart the ex Yugoslav leader to the Hague tribunal, co-financed by Soros along with other custodians of human rights, Time Warner Corporation and Disney. He faced charges of crimes against humanity, war crimes and genocide, based in the main on the largely anecdotal evidence of (you guessed it) Human Rights Watch.”

Clark points out that “since the fall of Milosevic, Serbia, under the auspices of Soros- backed “reformers”, has become less, not more, free. The recently lifted state of emergency saw more than 4,000 people arrested, many of them without charge, political parties threatened with bans, and critical newspapers closed down” This has been so blatant that it was condemned by the UN Commission on Human Rights and the British Helsinki Group

“Soros has made money in every country he has helped to prise ‘open’. In Kosovo, for example, he has invested $50 million in an attempt to gain control of the Trepca mine complex, where there are vast reserves of gold, silver, lead and other minerals estimated to be worth in the region of $5 billion. He thus copied a pattern he has deployed to great effect over the whole of eastern Europe of advocating ‘shocking therapy’ and ‘economic reform’, then swooping in with his associate to buy valuable state assets at knock-down prices,” according to Clark.*

In Hungary, Soros is the benefactor of the Free Democrats party “which has pursued the classic Soros agenda of privatization and economic liberalization—leading to a widening gap between rich and poor,” says Clark.

“The Soros strategy for extending Pax Americana differs from the Bush model, particularly in its subtlety. But it is just as ambitious and just as deadly,” Clark concludes.

Of course, in the case of Yugoslavia, ultimately the Soros approach was not enough so the overwhelming might of the U.S. military was brought into play.*

For background information on the former Yugoslavia, see “The Real Reasons for the War in Yugoslavia: Backing up Globalization with Military Might,” by Karen Talbot, http://icpj.org/millitary_build.html

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(11) Soros link to Khodorkovsky’s Open Russia Foundation

(11.1) Putin warns Russia’s business elite

The Age, Melbourne, November 8 2003

By Ron Popeski

Rome

http://www.theage.com.au/text/articles/2003/11/07/1068013393887.htm

President Vladimir Putin, grilled by Western leaders over a legal assault on Russia’s top oil firm, has issued a blunt warning to his country’s business elite.

Speaking after a Russia-European Union summit, Mr Putin said authorities were watching all those who came into billions of dollars in the chaotic privatisations of the 1990s.

EU officials said Mr Putin had assured them Russian law had been upheld in the arrest of Yukos head Mikhail Khodorkovsky and the freezing by prosecutors of a large stake in the oil giant.

Mr Khodorkovsky, Russia’s richest man, is in jail facing charges of fraud and tax evasion.

Critics see the arrest as a Kremlin attempt to punish the billionaire for funding political opposition before parliamentary and presidential elections this year and next.

Mr Putin, standing alongside the summit’s host, Italian Prime Minister Silvio Berlusconi, and other top EU officials, said: “Our aim is not to go after specific individuals but to establish order in our country. And we will do so in a consistent and tough fashion without regard to whatever attempts these people may make to defend themselves or even resort to blackmail.”

Mr Khodorkovsky’s arrest has raised fears that Russian justice could call to account other “oligarchs” who acquired state industries in 1990s sell-offs.

Mr Putin said authorities were monitoring the “oligarchs”. “People earned billions, I repeat billions, of dollars in the space of five to six years. This would not have been possible in any West European country,” he said.

Mr Putin said those reaping fortunes “will spend tens, hundreds of millions to safeguard their billions. We know how the money is being spent – on lawyers, PR agencies, politicians.” …

Mr Khodorkovsky was plucked from an aircraft by security forces on October 25.

– Reuters

(1012) Moscow ‘thugs’ raid Soros office

The Age, Melbourne, November 8 2003

By Kim Murphy

Moscow

http://www.theage.com.au/text/articles/2003/11/07/1068013393893.htm

The Moscow offices of the Soros Foundation were raided early yesterday by dozens of men in camouflage gear and wielding stun guns. They hauled away documents and computer data covering 15 years.

The seizure followed public support by US financier George Soros for jailed Russian billionaire Mikhail Khodorkovsky.

The operation, which began just after midnight, was carried out by private security forces ostensibly hired by a businessman with whom the foundation had been having a legal dispute.

But Soros Foundation officials said they could not rule out a connection to the Yukos Oil case, in which Moscow offices have been raided in recent months by authorities seeking evidence against the oil tycoon.

“I cannot rule out that it is some kind of revenge on the part of some agencies who resort to the use of bandits and thugs for Mr Soros’s position and his attitude toward Mr Khodorkovsky,” said Yekaterina Geniyeva, director of the Open Society Institute-Soros Foundation in Russia.

Mr Khodorkovsky, Russia’s richest oligarch, is under arrest, charged with tax evasion, forgery and fraud in a case that has erupted into the most serious crisis of President Vladimir Putin’s administration.

The New York-based Soros Foundation has spent more than $US1 billion ($A1.4 billion) on charitable projects in Russia in the past 15 years. Mr Khodorkovsky had based his own charitable organisation, the Open Russia Foundation, on Mr Soros’s institute, and had close links to the US foundation’s work in supporting libraries, internet education, community development and the promotion of civil society.

Mr Soros spoke out this week against the arrest, saying: “The crackdown by Mr Putin sends an unmistakeable message that independence of action will not be tolerated.” Pressure from the West against a trend toward “state capitalism” could result in “Russia being forced out” of the Group of 8 industrialised nations, he said.

– Los Angeles Times

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(12) Soros says there “an Orwellian Truth Machine” in the US

(12.1) George Soros says that there “an Orwellian Truth Machine” in the United States

Mar 03 04 © 2004 Commonwealth Club of California

GEORGE SOROS

War, the Press & U.S. Power: Diplomacy and Conflict in the Post-9/11 World

George Soros, Orville Schell

The audio of Orville Schell’s conversation with George Soros is available in RealAudio format. http://www.commonwealthclub.org/archive/04/04-03soros-audio.html.

Soros, in the following interview with Charlie Rose, seems to identify with Noam Chomsky. Chomsky is mentioned by Rose, then, a little further on, Soros uses a Chomsky-like expression, “manufacture truth”. Chomsky wrote a book named The Manufacture of Consent.

(12.2) Soros likens Bush to Hitler; yet the “Orwellian Truth Machine” is the Jewish-owned or managed media, a fact which neither Soros nor Chomsky ever mention. Further, Bush does the bidding of the Zionists.

CFR Publications: The Bubble of American Supremacy

http://www.cfr.org/pub6787/george_soros_charlie_rose/the_bubble_of_american_supremacy.php

… Speaker: George Soros, chairman, Soros Fund Management; author, “The Bubble of American Supremacy: Correcting the Misuse of American Power” Moderator: Charlie Rose, executive producer and host, “The Charlie Rose Show”

Council on Foreign Relations New York, New York Wednesday, February 18, 2004

… ROSE: But there was a lot of debate about it, a lot of–I had a lot of people like you on my program who were fiercely opposed to the war–I mean, everybody from you over to [Massachusetts Institute of Technology Professor] Noam Chomsky.

SOROS: Yeah, but when you followed the war reporting in Iraq on Fox Television and Sky News in England–

ROSE: Both owned by the same person.

SOROS: — and how different their coverage was–it really quite remarkable. So actually this — I mean, there is an Orwellian truth machine operating now, and I find it perplexing that when [George] Orwell in “1984” described the Ministry of Truth, the Ministry of Truth controlled all the media, and this was based on the experience in Nazi Germany and communist Soviet Union. So it’s not the same situation. It’s not comparable. But there is still this ability to manufacture truth. And I find it puzzling, and don’t have the answer to it.

ROSE: That’s in fact how you got in trouble, because some people said that you were trying to compare the Bush administration to Hitler when you made that point.

SOROS: That’s correct, yes. But of course that’s exactly the differences that we do have, that democracy and pluralistic media. And yet it’s possible to manufacture truth.

{end}

The “Asia Crisis” was unleashed soon after ASEAN decided to admit Burma; George Soros and Madeline Albright had been trying to get ASEAN to reject Burma: asia-crisis.html.

Kinhide Mushakoji on Japan’s secret co-prosperity sphere: mushakoji.html.

Soros the Good Guy? Soros the philosopher of the Open Society, opposing Capitalism? soros2.html.

The differences between Karl Popper and Arnold Toynbee over the interpretation of Karl Marx’s philosophy. Should Karl Marx be viewed as a social scientist, or as the prophet of a religion? Did the Totaliarianism of the Soviet Union derive from Plato’s Republic, or from Judaism? popper-vs-toynbee.html.

Fallibilism as a theory of knowledge; Falsifiability as a criterion for dismissing theories: perspectivism.html.

Write to me at contact.html.

http://mailstar.net/soros.html